Donald Trump, il presidente fuori legge

Il futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sarà per la seconda volta inquilino della Casa Bianca a partire dal 20 gennaio 2025, il giorno stabilito per la cerimonia di insediamento. L’uomo che gli statunitensi hanno scelto come capo esecutivo del proprio paese è coinvolto in ben quattro cause, di cui due a livello federale. L’esito dei quattro casi penali è in bilico a seguito della sua vittoria elettorale. Una volta presidente, Trump farà pressione sul procuratore generale, con l’obiettivo di archiviare i due casi federali, ma soprattutto proverà a sbarazzarsi della figura che in questo momento è più decisiva nel dimostrare la sua colpevolezza (o innocenza): Jack Smith, il procuratore speciale, che si occupa di supervisionare le investigazioni su di lui, a livello federale. Trump vede Smith come una minaccia verso il suo futuro, sia politico sia personale. È possibile che Smith chiuda le cause penali prima dell’insediamento di Trump, con un rapporto speciale, che potrebbe anche diventare pubblico. È invece altamente improbabile che le cause federali e statali vadano a processo mentre Trump è in carica.
Per comprendere meglio il livello di gravità delle accuse rivolte a Donald Trump bisogna analizzare i casi uno ad uno.
Casi federali
I. L’assalto al Campidoglio
L’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 rappresenta il culmine di una campagna elettorale che si traduce in un disperato tentativo di Trump di tornare alla Casa Bianca. Il modus operandi dell’ex-presidente fu quello di proclamarsi vittima di cospirazioni e complotti. Usando come giustificazione la presunta falsificazione dei risultati delle elezioni del 2020, in cui gli sarebbero stati tolti “milioni di voti”, Trump ha fomentato i suoi sostenitori, incitandoli a “combattere come diavoli” per impedire la certificazione della vittoria del suo avversario Joe Biden. Tra i fautori di Trump troviamo gruppi estremisti come i Proud Boys, i Three Percenters e i QAnon, vale a dire i responsabili dell’assalto al Campidoglio.
Trump è accusato di istigazione alla violenza, alimentando le tensioni che hanno portato all’assalto con affermazioni false. Il processo in questione, preso in carico da Jack Smith, è ancora in corso, seppure la Corte Suprema abbia concesso al futuro presidente una parziale immunità, che si trasformerà in immunità totale per tutta la durata del mandato, una volta varcate le soglie della Casa Bianca. Oltre al rallentamento “forzato” del processo, è possibile che Trump possa influenzare “indirettamente” il Dipartimento di Giustizia, nominando alti funzionari disposti a chiudere definitivamente le indagini.

II. Documenti riservati di Mar-a-Lago
L’ex-presidente è coinvolto in questa causa per aver impedito la divulgazione di alcuni documenti riguardanti l’assalto al Campidoglio, usando come pretesto il fatto che avrebbero “messo in pericolo la sicurezza nazionale”. Tra questi documenti troviamo registri di chiamate, appunti scritti a mano dai consiglieri dell’ex-presidente e bozze di discorsi. Oltre a non avere l’autorizzazione per conservare quei documenti, si pensa che Trump abbia anche ostruito i tentativi, da parte del governo, di recuperarli. Nell’agosto del 2022, durante una perquisizione nella sua residenza a Mar-a-Lago in Florida, i documenti top-secret furono scoperti.
Il caso, inizialmente preso in carico dal procuratore speciale Jack Smith, passò alla giudice distrettuale Alieen Cannon nel luglio del 2023, nominata da Trump nel 2020, che accolse le argomentazioni di Trump, archiviando momentaneamente il caso. La Cannon inoltre dichiarò l’incostituzionalità della nomina iniziale di Jack Smith, che fece subito ricorso (non ancora esaminato dalla Corte d’Appello). Il caso potrebbe essere considerato quindi “in sospeso”, ma non ancora per molto: con l’elezione di Trump il caso verrà probabilmente archiviato in modo definitivo.
III. Stormy Daniels “hush money”
Nel 2016, prima delle elezioni presidenziali, Trump fu condannato per aver falsificato i registri aziendali con l’obiettivo di nascondere un pagamento di 130,000 dollari indirizzato alla pornoattrice Stormy Daniels, in cambio del suo silenzio su una presunta relazione extraconiugale avvenuta tra loro un decennio prima. Il termine hush money si riferisce proprio a pagamenti effettuati per assicurarsi il silenzio di qualcuno su informazioni potenzialmente compromettenti.
Il caso penale in questione è particolarmente significativo, in quanto è il primo contro un presidente degli Stati Uniti (ex o attuale) ad essere concluso con il riconoscimento della colpevolezza dell’imputato e di conseguenza con la sua incriminazione. Il caso fu preso in gestione dall’attuale procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, ed il verdetto fu unanime. È probabile che, data la vittoria delle elezioni, il caso venga comunque archiviato. A detta dell’ex-capo della divisione giudiziaria e procuratore distrettuale di Manhattan, Karen Fredman Agnifilo, l’ascesa presidenziale sarebbe per Trump come «un biglietto per uscire gratuitamente dalla prigione». L’opzione meno probabile è invece che la condanna venga ridotta, ad esempio ad un giorno di libertà vigilata, o rinviata fino alla fine del mandato presidenziale.

Caso statale
Tentata frode elettorale nella contea di Fulton, Georgia
L’ultima causa aperta contro il futuro presidente è quella della tentata frode elettorale nella contea di Fulton, dove Trump avrebbe provato a ribaltare, illegalmente, i risultati delle elezioni nel 2020. In particolare, Trump è accusato di aver fatto pressione su Brad Raffensperger, Segretario di Stato della Georgia, per ripetere il conteggio dei voti presidenziali, in quanto secondo lui sarebbe stato errato. La prova più schiacciante della colpevolezza di Trump è la registrazione di una telefonata tra lui ed il Segretario di Stato. L’imputato, non disposto ad accettare la sua sconfitta, tra adulazioni, suppliche e velate minacce legali sullo sfondo, ha cercato di persuadere Raffensperger a ripetere le votazioni. Non riuscendo ad ottenere il risultato sperato, l’ex-presidente lo minacciò dicendogli che se non avesse “trovato” 11.870 voti (ovvero uno in più di quelli necessari per la sua vittoria in Georgia), le conseguenze per lui sarebbero state costose. Dall’altra parte, Raffensperger, si è mostrato irremovibile sulla questione, sottolineando che le prove di un’eventuale manipolazione elettorale erano inesistenti.
Anche questo caso è stato rinviato. La procuratrice della Fulton County, Fani Willis, ha cercato di accelerare i tempi in modo da concludere il processo prima dell’ascesa di Trump, ma gli avvocati dell’imputato sono riusciti a bloccare più volte l’iter giudiziario. Un’ulteriore complicazione del caso è legata proprio a Fani Willis, la quale è accusata di avere una relazione personale con un ex-procuratore coinvolto da lei nel caso, creando un possibile conflitto di interessi e mettendo a repentaglio la certezza sulla sua imparzialità nel caso. La difesa potrebbe usare questo fatto per provare l’invalidità delle accuse di Willis, sostenendo l’influenza di motivazioni personali sul processo.
L’ascesa alla presidenza di Donald Trump dovrebbe farci riflettere sul rapporto tra potere e giustizia negli Stati Uniti. La prima domanda che tutti dovremmo porci è: come può essere giustificata l’elezione di un presidente che non rispetta le leggi del proprio paese? Si tratta di un dilemma più “etico” che legale. Sarà necessario, successivamente, una volta iniziato il mandato presidenziale, indagare sull’integrità e la legittimità del sistema giudiziario statunitense, che affronterà una prova senza precedenti. Durante gli anni di presidenza di Trump potrebbero venire a galla verità scomode, come quella che chi ha in mano il potere, in questo caso un singolo individuo, può schiacciare e sovrastare le istituzioni giudiziarie.
Bibliografia
- The Washington Post, “How will Trump’s election victory affect his criminal cases?”, Perry Stein, 11 Novembre 2024
- The economic Times, “As Donald Trump wins, what will happen to his criminal cases? Explained”, 2024
- Indian Express, “What happens to Donald Trump’s legal cases now that he will be President?”, Anagha Jayakumar, 9 Novembre 2024
- Il Corriere, “Trump, i guai giudiziari e i due impeachment”, Massimo Gaggi, 3 novembre 2024
di Carlotta Pedà