Elyanna sale sul palco vestita di bianco, i capelli ricci e biondi le ricadono lunghi sulla schiena intrecciati e adornati da monete d’oro, gli occhi verdi e brillanti puntati sul pubblico perforano lo schermo. Canta Ganeni, “Mi fai impazzire”, ma ad impazzire è il pubblico per lei.

«Quando cerchi di fuggire da ciò che ti rende chi sei, è lì che perdi la tua identità» dice la cantante cileno palestinese, che a soli 22 anni dimostra già la consapevolezza di un’identità artistica ben definita sotto i colori di una bandiera ormai troppe volte umiliata. Elyanna, (Elian Amer Marjieh) nasce il 22 gennaio del 2002 a Nazareth, ma conserva radici cilene; successivamente si trasferisce con la famiglia a Los Angeles e, da lì, il via alla sua carriera: da giovanissima inizia a muovere i primi passi nel mondo musicale con la produzione di cover. Grazie a SoundCloud, gioca con generi, sonorità, stili e strumenti fino ad arrivare, nel 2020, alla pubblicazione del suo primo EP Elyanna, il cui pezzo Ana Iahalele farà guadagnare il primo posto nella Official Libanese Top 20. A questo segue Elyanna II, di cui le tracce Ghareeb alaye Ala bali riacquistano il loro spazio nella classifica libanese, posizionandosi rispettivamente al secondo e al sesto posto. La svolta arriva nel 2024 con Ganeni, il pezzo che la consacrerà da giovane promessa a fenomeno mondiale, raccogliendo più di 140 milioni di visualizzazioni su YouTube a solo un anno dalla sua uscita.

Nel 2023 viene accolta al Coachella, la vetta simbolica dove un artista smette di emergere e inizia a regnare. Festival musicale che vede ogni anno nomi che non fanno solo tendenza, ma che sono l’ossatura del sistema musicale. Da Lady Gaga a Beyoncé, da LaLisa a Jenny, passando per Tyla e arrivando a Lana Del Rey. Elyanna, per l’occasione, non si limita a portare avanti un’esibizione straordinaria, ma decide anche di marcare un segno nella storia del festival, esibendosi, per prima nella storia del Coachella, con un set totalmente in arabo a soli 21 anni. Lo fa mantenendo ben chiaro il valore e la simbolicità di questa sua decisione: «È una grande responsabilità. Sto rappresentando la mia cultura, ma sto lavorando sodo». Come poteva non portare Ganeni: per questa esibizione non ci sono backup dancers, solo un microfono, la sua voce e un carisma a cui è difficile rimanere indifferenti. Nel 2024 arriva al Late Show con Tamally Maak. Ma non si ferma qui, perché nel 2025 un altro grande evento la vede presente: l’apertura del concerto dei Coldplay in Corea del Sud. Questa opportunità le permette di espandere ancora il suo pubblico arrivando in Asia, dove riscontra una calorosa accoglienza oltre che servire ancor di più lo scopo: quello di portare l’arab pop oltre le porte di casa, oltre i confini occidentali.

La musica di Elyanna è ipnotica. Le sonorità arabe si accordano ad un uso sapiente e melismatico della voce, eppure non si percepisce sforzo, viene da dentro, le riesce naturale come fosse parlare. Le influenze di Umm Kultum sono vive e presenti, così come l’impronta ricevuta dalla musica jazz. Entrambe trovano spazio nell’arte di Elyanna, esprimendosi in pezzi frizzanti come Mama eh e Olive Branch; senza essere presenze ingombranti, diventando ingredienti sapientemente dosati per aggiungere quel qualcosa in più e rendere i pezzi ancora più incisivi. Al-sham è forse il suo brano più esoterico: con texture sonore enigmatiche e rituali, quasi arcane e occulte, vibrati sostenuti che donano profondità e avviluppano l’ascoltatore in uno spazio sonoro inglobante. L’esperienza di Elyanna si completa con strumenti della tradizione araba come il daff ed il katem, che evocano radici profonde e tradizioni millenarie nel cuore del suono.
Anche qui la combo fratello maggiore più sorella minore ha fatto la sua magia, come per Billie Eilish e Finneas. Il team di Elyanna è principalmente composto dalla sua famiglia: il fratello maggiore Feras come creative e music director e la sorella Tali come stylist. A lei si deve la firma silenziosa del bianco che riveste Elyanna sul palco: un simbolo di purezza e trascendenza, accompagnato dai tocchi dorati delle monete tipiche delle coin belt mediorientali della danza del ventre, riadattate come accessori per i capelli che nella chioma bionda della cantante creano accattivanti giochi di luce. La tradizione palestinese si ritrova anche nel pizzo bianco, accompagnata da pezzi più moderni; si è cercato uno stile tribale.

Il supporto della sua famiglia risulta fondamentale non solo in fase di costruzione della scena. Elyanna dichiara nell’intervista per B-Sides con Peter Mar che la sua famiglia la tiene ancorata alla realtà e alla sua innocenza. Nel video per Hypebeast si vede il forte legame con il padre, che la supporta da dietro le quinte. La cantante racconta l’importanza di avere i suoi cari intorno nei momenti prima di salire sul palco per sciogliere la tensione e creare un clima sereno. La ragazza considera famiglia anche i concittadini che ritrova ai concerti, sottolineando quanto sia importante la comunità da cui parte
Con ogni brano, Elyanna riscrive le regole del pop, intrecciando orgoglio e appartenenza con una visione musicale senza confini. Non è solo una promessa: è un ponte tra mondi, un palco che parla arabo e una moda che racconta storia. Mentre la sua voce si diffonde, il suo messaggio diventa sempre più chiaro: la musica può essere patria, resistenza e bellezza.
E nel suo bianco iconico, Elyanna continua a splendere.

Veronica Gabrielli
Mi chiamo Veronica, studio arabo ma sogno ancora di fare la fioraia. Amo la solitudine, la musica, la moda e i libri (4321 è il mio faro). Cucinare mi rilassa, l’amarena è il mio credo gelatiero, il mio erbario riceve più attenzioni di WhatsApp. Se sparisco, sto leggendo o parlo con un fiore: d’altronde, con i capelli corti ho già esaurito le conversazioni dal parrucchiere. In fondo, la vita è un po’ questo: cercare la bellezza nelle piccole cose, prendersi poco sul serio e trovare un equilibrio (instabile) tra dizionari di arabo e fiori.