
Premessa
Continuando la nostra serie di editoriali sulle nazioni, la Russia è un Paese che, da secoli, oscilla tra potenza e malinconia, tra il peso della storia e la ricerca di un’identità contemporanea. A più di trent’anni dalla caduta dell’Unione Sovietica (URSS), la Federazione Russa è alla ricerca di maggiore rilevanza nella scena internazionale. Le tensioni con l’Occidente, l’invasione dell’Ucraina e il ruolo di Vladimir Putin hanno riportato alla luce antiche logiche imperiali, ma anche interrogativi profondi sulla natura stessa del potere e sull’anima del popolo russo.
Questo mese, tuttavia, abbiamo scelto di raccontarla attraverso sguardi diversi: dalle voci artistiche e culturali che, in passato, hanno incarnato il desiderio di libertà, fino al ritorno dello “zar del XXI secolo” e alla rinascita di ambizioni geopolitiche alimentate da un aggressivo nazionalismo.
In apertura, Chiara Castano analizza con precisione le strategie e le ambizioni contemporanee del Paese post-sovietico. Fin dalla sua ascesa al potere, Putin ha cercato di ristabilire il prestigio e la forza della “Grande Russia”, opponendosi all’influenza occidentale e della NATO. Oggi, però, la Russia si presenta più come un interprete rinnovato della tradizione imperiale zarista che come erede dell’URSS, alla costante ricerca di influenza e sicurezza.
Tuttavia, la ricerca di potere dello “zar del XXI secolo” è stata preceduta dalla ricerca di cambiamento da parte della gioventù sovietica. Come esplorato da Alessandro Mazza in Perestrojka e Glasnost’ in musica, i Kino, una band guidata da Viktor Coj, composero canzoni come Группа крови (Gruppa krovi, “Gruppo sanguigno”) e Перемен! (Peremen!, “Cambiamenti!”), inni di una gioventù che anelava a maggiore libertà. Proprio la libertà veniva ostacolata dalla censura nell’URSS, formalizzata nel 1922 con la creazione del Glavlit. In Taci, Ricordo: la parola contro il silenzio nell’URSS, Cecilia Giraldi ci mostra come scrittori e poeti abbiano sfidato il silenzio imposto dalla censura. Alcuni autori, come Osip Mandel’štam e Aleksandr Solženicyn, resistettero e riuscirono a preservare memoria e identità culturale in un Paese in cui la parola divenne un atto politico.
Nella letteratura russa, non manca chi esplora il mondo interiore del sognatore, come Fëdor Dostoevskij con le sue Notti Bianche. Nel suo pezzo, Erika Pagliarini ci guida tra solitudine e attese, tra pensieri e desideri del protagonista del celebre racconto, restituendo un ritratto universale delle tensioni umane e delle aspirazioni del singolo nella società russa. Il romanzo riflette infatti sul conflitto interiore e rivela l’uomo moderno, ricordandoci che la felicità e il senso della vita dipendono dalle nostre scelte: sta a ciascuno decidere se restare nel sogno o affrontare la realtà.
Con questo editoriale vogliamo offrirvi, care lettrici e cari lettori, una panoramica più ampia su una Russia diversa, in continuo mutamento ma capace di perdurare nel tempo, continuando a interrogare e sorprendere chi la osserva.
Buona lettura,
