Travel Like a Local, Not a Kardashian: la via sostenibile per esplorare il mondo
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Tuttə abbiamo bisogno di un momento di pausa dopo una sessione d’esami sfiancante o mesi di lavoro oppure lunghi periodi in città caotiche e frenetiche. E proprio perché la necessità di andare in vacanza è così rilevante, il turismo è ormai uno dei settori economici più importanti del mondo, il terzo più grande dell’Unione Europea e, a maggior ragione, del nostro Paese. Ogni anno, milioni di persone si spostano per scoprire nuove destinazioni e vivere esperienze uniche, creando un circuito economico dai volumi impressionanti.
L’ambiente è un aspetto fondamentale del turismo: da un lato, è imprescindibile da esso, dato che la qualità degli ecosistemi influenza l’attrattività delle aree turistiche; dall’altro, il sovraccarico dovuto all’attività umana può portare al progressivo degrado del patrimonio ambientale. Se poi allarghiamo lo sguardo al volume totale di emissioni di gas serra che derivano da tutte le attività direttamente o indirettamente connesse al turismo, notiamo inevitabilmente l’impatto delle nostre vacanze sulla salvaguardia del pianeta.
Il primo aspetto che viene in mente a tuttə è, ovviamente, il viaggio, tra aerei, automobili e navi: ad esempio, chi ha ascoltato il podcast “Il dito di Dio” di Pablo Trincia ha potuto verificare l’ammontare impressionante dei consumi energetici e alimentari, che caratterizzano quotidianamente le navi da crociera. Non dobbiamo dimenticare, però, che, quando siamo in vacanza, dobbiamo pur alloggiare da qualche parte ed è così che, in un batter d’occhio, un piccolo paesino di 500 abitanti in riva al mare si trasforma in una metropoli di soli alberghi e ristoranti a ridosso della spiaggia, se non addirittura sull’acqua (dato che non basta lo spazio sulla terraferma). Ma volete mettere la bellezza di fare aperitivo su un battello in riva al Lago Maggiore? Sapete che belle foto vengono? Tanto nella foto lo scarico diretto dell’imbarcazione nel lago non si vede…
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Alla luce dei danni provocati dall’attività turistica, a partire dai primi anni 2000, molte istituzioni internazionali e altrettanti autori hanno iniziato a studiare un nuovo modello di turismo, definito appunto “turismo sostenibile”. Ci sono molte definizioni per questo concetto, che variano a seconda dell’organizzazione promotrice o del contesto. In generale, possiamo intendere un turismo che tiene pienamente conto dei suoi impatti attuali e futuri in termini economici, sociali e ambientali, rispondendo alle esigenze dei visitatori, del settore, dell’ambiente e delle comunità ospitanti (Parlamento Europeo, 2017). Come si può cogliere da questa nozione, esistono tre pilastri su cui il turismo sostenibile si basa, che, a loro volta, richiamano i tre aspetti dello sviluppo sostenibile: la sostenibilità ambientale, la sostenibilità sociale e la sostenibilità economica. Ciò significa che le attività turistiche dovrebbero essere progettate e gestite in modo da minimizzare l’impatto ambientale, promuovere la giustizia sociale e garantire la sostenibilità economica a lungo termine.
Esistono anche delle sottocategorie di turismo sostenibile a seconda del pilastro su cui si concentrano maggiormente o dell’area che interessano.
In primo luogo, il turismo naturalistico si basa su esperienze di esplorazione della natura e degli ecosistemi. È esattamente quello che già abbiamo in mente se pensiamo a una vacanza in montagna, con percorsi di trekking e passeggiate ideate per immergersi nel luogo e apprezzare al meglio la ricchezza del territorio. Questo approccio si applica anche alle zone costiere e lacustri, nonché ai parchi naturali e a tutte le altre aree protette, con il preciso scopo di permettere al visitatore di usufruire del patrimonio naturalistico e faunistico locale, minimizzando il più possibile il proprio impatto per salvaguardarlo e mantenerlo inalterato.
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Abbiamo poi il cosiddetto “turismo emozionale”, concentrato sulla valorizzazione delle esperienze e delle connessioni emotive, il cui scopo principale è far vivere ai viaggiatori emozioni intense, profonde e durature, attraverso esperienze di viaggio coinvolgenti, autentiche e, soprattutto, personalizzate. I turisti non si accontentano più dei classici tour organizzati alla portata di tuttə, ma cercano quell’emozione “in più” che rende il viaggio indimenticabile, che coinvolge tutti i sensi e che dà loro l’opportunità di sentirsi pienamente parte dell’avventura che stanno vivendo. Le iniziative di questo tipo variano dai tour culturali e tematici, all’enogastronomia, fino al turismo outdoor: per la loro natura, queste attività “costringono” a dimenticarsi momentaneamente della vita quotidiana e di tutte le sue distrazioni per intraprendere un viaggio che è anche, e soprattutto, introspettivo.
Legati al turismo emozionale per il loro aspetto culturale e sensoriale, seppur con varianti più classiche, abbiamo il turismo enogastronomico, concentrato sull’esplorazione della cultura culinaria e dei prodotti locali, e il turismo esperienziale, basato sul coinvolgimento attivo del turista in attività culturali e tradizionali (come, ad esempio, le sfogline a Bologna, che aprono la casa ai visitatori per insegnare loro come preparare i piatti della tradizione romagnola). Spesso, questi progetti coinvolgono aspetti di un’altra forma di turismo, quello di tipo comunitario, che mira a rendere attivamente partecipi le comunità locali ospitanti, in modo che non si trovino succubi di questo processo economico, ma possano sfruttarlo al meglio per il proprio sostentamento. Infatti, considerando anche la loro maggiore familiarità con il territorio, il turismo comunitario permetterebbe di implementare modelli di sviluppo sostenibili molto più agevolmente che tramite attori esterni.
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Infine, abbiamo lo slow tourism, che si differenzia dal turismo classico proprio per la “lentezza” dei viaggi, in modo da privilegiare la qualità dell’esperienza e la consapevolezza del viaggiatore. Questo nuovo modo di viaggiare nasce proprio dall’esigenza di scappare dalla frenesia quotidiana, andando alla scoperta di luoghi poco affollati o nascosti, per entrare veramente in contatto con la cultura e le tradizioni locali. Fin dalla sua pianificazione, un viaggio “slow” pone molta attenzione sulla sostenibilità, prediligendo, quindi, mezzi di trasporto “lenti”, come treni e biciclette, per non perdersi nemmeno un dettaglio. Un classico esempio di slow tourism è il Cammino di Santiago, che coinvolge sia l’esperienza di pellegrinaggio che l’escursionismo, oppure il Continental Divide Trail, che attraversa gli Stati Uniti, passando per Montana, Idaho, Wyoming, Colorado e New Mexico.
Dopo questa lunga lista, è ovvio che le categorie esposte non possano essere considerate compartimenti stagni, tuttavia un viaggio può attingere ad ognuna di queste tipologie a seconda della modalità preferita dal turista e dalle sue esigenze. Questo permette al viaggiatore di trascorrere esperienze memorabili, di conseguenza, molte aziende turistiche si stanno adattando, spinte dal potenziale economico di questa tendenza e dalla sempre maggiore consapevolezza ambientale della società. È anche un’occasione imperdibile per risollevare aree del nostro Paese (e non solo) che, a seguito della pandemia e dei cambiamenti dello scenario internazionale, hanno faticato molto a riprendersi dalla crisi socio-economica degli ultimi anni.
Un esempio a tal proposito è la provincia di Savona, schiacciata dalla crisi economica che ha colpito la Regione Liguria a seguito del declino del settore manifatturiero negli ultimi trent’anni, dal progressivo spopolamento e dalla carenza di infrastrutture nel proprio territorio. Savona non ha la fortuna di essere in una posizione centrale come Genova, non ha il paesaggio delle Cinque Terre e non è direttamente coinvolta dall’Alta Via dei Monti Liguri. Nonostante questo, il settore turistico resta il principale traino dell’economia locale, grazie alla vicinanza al mare e alla possibilità di sviluppare progetti di turismo di tipo naturalistico, enogastronomico, emozionale ed eventualmente anche di slow tourism. Gli enti locali stessi, per prima la Regione Liguria, ha stanziato fondi e avviato progetti in comunione con l’Unione Europea per sostenere il settore turistico, puntando molto sulle nuove generazioni, in modo che riscoprano la bellezza e la ricchezza della propria terra e scelgano di impiegare le proprie risorse nello sviluppo del territorio. Un esempio di queste iniziative è la riqualificazione dell’Isola Gallinara, acquisita recentemente dalla Regione per poterne valorizzare sia il patrimonio naturalistico che culturale al suo interno. È prevista, infatti, la costruzione di una “piscina naturale” per permettere ai turisti e agli studiosi di immergersi nelle acque circostanti e apprezzare la biodiversità, ma senza danneggiare la flora e la fauna marina.
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Nonostante il settore turistico stia diventando sempre più responsabile, ci sono però ancora molte sfide da superare per rendere il turismo sostenibile una realtà diffusa. Tra queste, la necessità di aumentare la consapevolezza tra i visitatori e le aziende, di migliorare l’infrastruttura e di aumentare la collaborazione tra i diversi attori sia pubblici che privati. Bisogna aumentare lo sforzo legislativo per sopperire alla mancanza di regolamentazione e di standardizzazione delle pratiche di turismo sostenibile, che può rendere difficile sia per i turisti che per le aziende turistiche identificare le opzioni più sostenibili. Inoltre, andrebbero gestiti i flussi di turisti principalmente attraverso pratiche di destagionalizzazione (ad esempio, nelle zone costiere, dove si alternano cittadine fantasma d’inverno e folle di visitatori d’estate), che permettano di diversificare l’offerta turistica. Infine, la comunità locale dovrebbe assumere un ruolo più centrale nella gestione del settore, altrimenti si rischia di sfruttare il territorio i cui benefici ricadrebbero su attori esterni e, così facendo, verrebbe meno la valorizzazione delle risorse locali.
Quindi, come si può diventare turisti sostenibili?
- Destinazione: cerca destinazioni che abbiano una politica di turismo sostenibile e che promuovano la conservazione dell’ambiente e del patrimonio culturale. A tal proposito, basta una ricerca veloce su Google per trovare moltissime guide, istituzionali e non, per cui ignorantia legis non excusat;
- Impatto ambientale: usa mezzi di trasporto pubblici o goditi una pedalata in bicicletta, cerca di ridurre l’uso di energia e acqua, e non gettare rifiuti in giro.
- Comunità locali: cerca di sostenere il più possibile la comunità ospitante, scegli alloggi e ristoranti locali, acquista prodotti locali e partecipa a attività culturali e tradizionali.
- Cultura e ambiente: abbi rispetto per il patrimonio ambientale e culturale che trovi, non danneggiare monumenti o siti storici, non disturbare fauna e flora, altrimenti rovini il luogo che tu stesso hai scelto di visitare.
In conclusione, il turismo sostenibile non è solo una scelta etica, ma anche economica. Le aziende che adottano pratiche sostenibili possono ridurre i costi e aumentare la loro competitività, mentre i turisti possono vivere esperienze più autentiche e responsabili. Inoltre, può contribuire a creare posti di lavoro e a stimolare l’economia locale, promuovendo la valorizzazione delle risorse locali e la conservazione della biodiversità.
È un futuro possibile, se non addirittura già in corso, per il settore turistico. È una scelta responsabile che può aiutare a preservare il patrimonio ambientale e culturale-locale, promuovendo al contempo lo sviluppo economico e la conservazione della ricchezza e dell’unicità del territorio.
Scegliendo di essere un turista sostenibile, puoi contribuire a creare un futuro più sostenibile per il nostro pianeta.
di Chiara Castano
Riferimenti
Commissione Europea, Regional Development of Western Liguria, in “Reform Support – European Commission”, 2023. https://reform-support.ec.europa.eu/what-we-do/green-transition/regional-development-western-liguria_en?prefLang=it.
Enel Green Power, Guida Pratica al Turismo Sostenibile per veri viaggiatori e non semplici turisti, in “enelgreenpower.com”, 2024: https://www.enelgreenpower.com/it/learning-hub/gigawhat/cerca-articoli/articles/2024/02/turismo-sostenibile.
Giunta Regione Liguria, Isola Gallinara, presidente Toti: “Al via progetto finanziato dall’Unione europea per valorizzare un patrimonio della Liguria, puntando su turismo esperienziale e sostenibile”, in “Giunta Regione Liguria”, 2024. https://www.regione.liguria.it/homepage-giunta/giunta-regionale/comunicati-stampa-della-giunta-regionale/item/39986-presentazione-progetto-gallinara.html.
Legambiente, Slow Tourism: cos’è il turismo lento? Lo approfondiremo anche alla fiera virtuale GECO, in “legambienteturismo.it”, 2020. https://www.legambienteturismo.it/slow-tourism-cose-il-turismo-lento-lo-approfondiremo-anche-alla-fiera-virtuale-geco/.
Parlamento Europeo, Briefing Turismo Sostenibile, in “europarl.europa.eu”, 2017. https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2017/599327/EPRS_BRI(2017)599327_IT.pdf.
UN Tourism, Sustainable Development, in “unwto.org”, 2024.
UNEP – WTO, Making Tourism More Sustainable – A Guide for Policy Makers, in “wedocs.unep.org”, 2005. https://wedocs.unep.org/bitstream/handle/20.500.11822/8741/-Making%20Tourism%20More%20Sustainable_%20A%20Guide%20for%20Policy%20Makers-2005445.pdf?sequence=3&%3BisAllowed=.