Giapponismo
Era il 1889 quando in Francia veniva esposto, per la prima volta in assoluto, il padiglione giapponese all’esposizione universale di Parigi1. All’improvviso, un mondo percepito così lontano e distante si vedeva approdare in Europa, lasciando il segno negli occhi di chi lo osservava. Proprio per questo motivo, l’incontro artistico tra Oriente e Occidente sarà destinato a influenzare l’arte contemporanea in un modo assolutamente inaspettato, considerate le enormi differenze culturali tra le due parti del mondo, e andrà a plasmare le visioni creative di artisti come Claude Monet e Vincent Van Gogh, e persino intere correnti artistiche come quella impressionista2.

Sopra: Paul Gauguin, Noa Noa, 1893-1894 (stampato nel 1921). Fonte: Metropolitan Museum of New York
A destra: Okumura Masanobu, Xu You e Chao Fu, 18° secolo. Fonte: Metropolitan Museum of New York

Nonostante la tardiva rappresentazione all’esposizione universale, la cultura giapponese non era del tutto ignota poiché mercanti e collezionisti europei iniziarono a importare xilografie in pieno stile ukiyo-e, ossia stampe artistiche giapponesi, già nei primi anni dell’Ottocento3. Le grafiche in legno del periodo Edo4 divennero presto molto popolari e diffuse, tant’è che il pittore francese Édouard Manet ne collezionava una vasta quantità, e non mancava di rappresentarne alcune all’interno delle proprie opere5 – come La Giapponese (1876) o Emile Zola (1868). Scendendo ulteriormente nel dettaglio, possiamo mettere a confronto in che modo, da un punto di vista tecnico, esista uno stretto legame tra arte giapponese e occidentale.

Sopra: Édouard Manet, Ritratto di Émile Zola, 1868. Fonte: Wikipedia
A destra: Claude Monet, Madame Monet en costume japonais, 1876. Fonte: Wikipedia

Prendiamo ad esempio Cipressi di Van Gogh (1889), in cui possiamo osservare una totale assenza di prospettiva all’interno del quadro. In primo piano, è possibile osservare la rappresentazione di un cipresso circondato da vegetazione, sul cui sfondo appare il cielo durante una giornata ventosa. A rendere peculiare l’opera non è solo l’evidente ispirazione allo stile ukiyo-e, ma anche la raffigurazione dell’elemento dell’aria attraverso pennellate circolari, donando una sensazione di movimento intensa. Similmente, si può notare come, ne La Grande Onda di Kanagawa (1830-1831) di Katsushika Hokusai, viene rappresentata l’acqua: le linee fini ne definiscono il movimento, creando un intenso senso di dinamicità dell’onda. A differenza dei Cipressi, questo risultato viene raggiunto attraverso la realizzazione di un moto più ordinato, pulito e rilassato.


Parlando di elementi raffigurati in ambito artistico, la vera protagonista di molte delle opere, orientali e non, è proprio l’acqua. Infatti, l’Onda sopracitata è solo una delle varie stampe che caratterizzano lo stile ukiyo-e: osservandone altre direttamente dal Giappone, pare impossibile non trovare parallelismi con la cultura artistica occidentale. A partire da Due uomini presso una cascata, uno con un bisonte d’acqua (XVIII secolo) di Okumura Masanobu e facendo un balzo a Noa Noa (1893-1894) di Paul Gauguin, con uno scarto di quasi due secoli tra le opere, è possibile notare la forte somiglianza tra le due opere da un punto di vista compositivo oltre che tecnico. L’artista francese creò infatti una stampa in legno caratterizzata da fortissimi contrasti che, secondo diversi aspetti estetici, richiama il modo attraverso cui fluisce la cascata dell’opera giapponese. Simile è anche la composizione all’interno della quale osserviamo tre soggetti: una persona al centro, una in alto a destra e un animale che condivide il centro della scena.
Passando a un altro quadro, l’influenza giapponese va ben oltre la tecnica e lo stile: infatti, è un influsso assolutamente culturale e tematico che ha permesso ad artisti del calibro di Claude Monet di realizzare quadri come la serie delle Ninfee (1897-1925), ossia diverse tele e pannelli in cui i soggetti principali sono naturali e di richiamo allo stile tematico nipponico. La scelta delle ninfee come soggetti dell’opera non è assolutamente casuale, bensì è strettamente connessa al loro fascino e alla loro capacità di riflettere la luce sull’acqua su cui sostano – aspetto centrale nelle opere di Monet, il quale prediligeva i giochi di luce e il modo in cui potevano essere rappresentati. Del resto, la corrente impressionista, per come viene rappresentata da Monet, punta a trasporre un’interpretazione soggettiva della natura andando oltre la semplice rappresentazione e, in un certo senso, prendendo dei tratti dell’arte giapponese, come i temi delle opere, e aggiungendoci un tocco di significato personale assolutamente impressionista.


Insomma, la natura è da sempre il soggetto artistico per eccellenza e l’acqua è decisamente tra la più rappresentata nell’arte occidentale e nipponica, nel contesto delle quali assume un valore sia estetico che simbolico attraverso il carico di individualità e sentimento trasmesso nelle pennellate e nella tecnica. La fusione tra le due prospettive ha persino reso possibile lo sviluppo di un intero movimento artistico6, l’impressionismo, che segnerà profondamente i successivi contemporanei e porterà sempre con sé un’influenza reciproca tra le culture, anche oggi. In effetti, il contatto tra Giappone e Occidente si è solo intensificato nel corso del Novecento portando a scambi artistici, culturali, cinematografici (soprattutto inerenti all’industria della moda e dell’intrattenimento in generale) grazie ai quali possiamo tutt’ora continuare a ispirarci.
Note
- Demeulenaere-Douyère C.;Japan at the World’s Fairs: A Reflection. Journal of Japonisme, 2020.
- Sekulić N.; The Impact of Japonisme on European Art and Painting in the Late 19th Century: Characteristics of Cultural Exchange During the Rise Of European Imperialism, 2024.
- Harris F.; Ukiyo-e: The Art of the Japanese Print, 2011.
- Nishimura K.; Edo Culture: Daily Life and Diversions in Urban Japan, 1600–1868, 1997.
- Guth C.; Henderson A.; Hinish H.; Moore B.; Edo: Art in Japan 1615-1868, 1998.
- Wise E.; Japanese Influence on Western Impressionists: The Reciprocal Exchange of Artistic Techniques, 2019.
Goccia dopo goccia
Editoriale · L’Eclisse
Anno 5 · N° 2 · Maggio 2025
Copertina di Maria Traversa.
Hanno partecipato alla realizzazione di questo editoriale: Greta Beluffi, Bianca Beretta, Alice Borghi, Chiara Castano, Giulia Coppola, Elena Floris, Veronica Gabrielli, Eugenia Gandini, Chiara Gianfreda, Cecilia Giraldi, Jonathan Lotto, Alessandro Mazza, Mathilde Modica Ragusa, Marcello Monti, Valentina Oger, Erika Pagliarini, Carlotta Pedà, Rachele Pesce, Virginia Piazzese, Lorenzo Ramella, Gioele Sotgiu, Vittoria Tosatto, Vittoriana Tricase, Maria Traversa, Carlotta Viscione.