Pokémon Sleep: sonno e gamification

Non credo che i Pokémon abbiano bisogno di presentazioni: l’impero dei “Pocket Monsters” (mostriciattoli tascabili) giapponesi si estende su videogiochi, serie e film animati, vestiti, peluche e ogni genere di merchandising. Qualche anno fa, aveva fatto furore Pokémon GO, il primo gioco per cellulare della celebre saga, per la gioia dei nostri giornalisti, impegnati per mesi in filippiche contro i suoi giocatori, che, perennemente distratti e col naso nel palmare, incappavano regolarmente in impedimenti più o meno comici.
Invece, la più recente applicazione mobile lanciata da The Pokémon Company è passata sotto relativo silenzio, eppure si tratta di un prodotto estremamente peculiare. Lanciato sul mercato a luglio 2023, Pokémon Sleep tenta, infatti, di unire il benessere al gioco; anche se non è certo che si possa parlare proprio di gioco, dato che l’utente, per guadagnare punti, deve… dormire.
Infatti, il gioco è ambientato su un’isola in cui risiede uno Snorlax (noto mostriciattolo dormiglione della serie principale) che non solo ama dormire, ma riesce anche ad attirare altri Pokémon durante il sonno. Il giocatore, dormendo almeno novanta minuti (per un massimo di due sessioni al giorno) totalizzerà un certo punteggio in base alla durata e alla qualità del proprio sonno. Più alto sarà il punteggio, più Pokémon si raduneranno intorno a Snorlax, ovviamente ognuno con un proprio “stile di sonno” da registrare nell’apposito Sonnodex. L’obiettivo di sonno ottimale per Pokémon Sleep è intorno alle otto ore e mezzo. Oltre ai Pokémon, il giocatore troverà strumenti che lo aiuteranno a guadagnarsi l’affetto delle creaturine, le quali, a loro volta, potranno raccogliere bacche e altri materiali utili a cucinare piatti per Snorlax, aumentando così il suo potere magnetico.
Immagino che il lettore, a questo punto, si stia chiedendo come riesce Pokémon Sleep a valutare durata e qualità del sonno. È abbastanza semplice: una volta impostato uno slot orario medio in cui andiamo a dormire di solito, basterà far partire il timer del gioco e addormentarsi. «Il timer non parte quando si cerca di iniziare a dormire, ma quando pensa che ci siamo addormentati. L’app calcola questo orario in base a quanto ci muoviamo a letto, anche se non tutti smettono di muoversi una volta addormentati. […] Ad ogni modo, il gioco-app riconosce solo tre stili di sonno, e questo vuol dire che può essere difficile raccogliere Pokémon diversi, visto che non abbiamo di certo il controllo sul modo in cui dormiamo. Inoltre, l’applicazione può registrare tutti i rumori che si producono durante la notte»1.
Per consentire al dispositivo di captare agevolmente tutti i dati di cui ha bisogno, il “giocatore” (se così possiamo definirlo, dato che la principale azione a esso richiesta è la non-azione per eccellenza) deve tenerlo sul proprio materasso, con il display verso il basso. È consigliato anche di collegare il cellulare all’alimentazione, poiché la app consuma parecchia energia. Questa disposizione non ha convinto molto gli utenti di Pokémon Sleep, i quali l’hanno considerata abbastanza scomoda, soprattutto in mancanza di cavi per la ricarica non eccezionalmente lunghi. Inoltre, pare che alcuni telefonini avessero tendenza a surriscaldarsi durante la sessione di gioco, rendendo poco confortevoli le notti estive. Non pochi appassionati si sono interrogati a tal proposito: «incomprensibile anche la mancanza di supporto per Apple Watch e simili dispositivi, che consentirebbero una raccolta molto più agevole dei dati»2.
Altra nota dolente per alcuni è il discorso sulla raccolta dei dati personali, in un’epoca in cui le grandi aziende cercano di accaparrarsi quante più informazioni personali possibili su tutti noi. Tuttavia, The Pokémon Company ha assicurato che «alcuni dati verranno raccolti ma resteranno anonimi, anche se questi potranno essere utilizzati per stilare delle statistiche, come ad esempio il tempo medio di riposo delle persone negli Stati Uniti. Le registrazioni dei rumori notturni verranno cancellate automaticamente dopo 24 ore»3.
La “gamification”, ossia l’applicazione di meccaniche videoludiche ad un’azione totalmente sconnessa all’universo di console e tabelloni colorati, è una strategia ormai sempre più usata in disparati ambiti, ma si sposa particolarmente con gli intenti di stampo educativo. L’obiettivo dichiarato di Pokémon Sleep, infatti, è quello di spingere gli appassionati della saga – non sempre titolari di abitudini notturne sane e regolari, parlo per esperienza – ad aggiustare il proprio ritmo sonno-veglia, se non altro spinti dalla curiosità di sapere, al mattino, quanti e quali Pokémon sono comparsi sulla propria isola. Ancora una volta, la volontà di “catturarli tutti” si impossessa del giocatore senza esitazioni. L’applicazione, pur non essendo un dispositivo medico, è stata prodotta anche in collaborazione con ricercatori accreditati4. Scrive Joshua Yehl, nel suo divertente “diario di viaggio” alla conferenza stampa californiana di presentazione del gioco: «Ho riflettuto sul fatto che Pokémon ha già “gamificato” azioni come camminare e lavarsi i denti, quindi perché non aggiungere anche il dormire? L’idea alla base dell’esperienza è quella di divertirsi e, contemporaneamente, apprendere delle sane abitudini del sonno; in tal senso Pokémon Sleep può essere considerato un successo: i dati mi hanno segnalato che c’è un ampio margine di miglioramento per quanto riguarda il mio programma di riposo, e dimostrato come il fascino dei Pokémon possa tradursi anche in un’app per il benessere che sia comunque in grado di divertire. Non ci sono battaglie o squadre malvagie da contrastare, il che ha senso perché queste attività tendono a far salire l’adrenalina ed evitano che la mente si rilassi prima di andare a dormire»5.
Purtroppo, i sensori della app non sono infallibili: lo youtuber Gravier ha sottoposto il gioco a vari stress test nell’arco di due settimane e ha scoperto che Pokémon Sleep è tutto sommato molto ottimista rispetto alle nostre abitudini notturne, tendendo ad equilibrare i dati rilevati come insoliti (quali, ad esempio, quelli ottenuti lasciando il telefono in un’altra stanza durante la notte). Inoltre, forse poco sorprendentemente, alcuni giocatori sono riusciti a scovare quasi subito dei modi per barare6. Tuttavia, non sembra una cattiva idea avvalersi di animaletti colorati e rassicuranti in 2D, nonché del rilassante “effetto nostalgia” di alcune musichette interne al gioco, per abituarsi a dormire ogni notte le ore consigliate dai medici.
Inoltre, voglio troppo un Pikachu con il cappellino da notte alla Ebenezer Scrooge.
Note
- Georgina Young, “Pokémon Sleep, pregi e difetti dell’app che rende il sonno un gioco”, in Gazzetta dello Sport | eSport & Gaming, 24/07/2023, consultato in data 25/04/2024 all’indirizzo https://esports.gazzetta.it/gaming/speciali/24-07-2023/pokemon-sleep-pregi-difetti-90559
- Giorgio Melani, “Pokémon Sleep: dormire diventa un gioco, con Snorlax”, in Multiplayer.it, 28/07/2023, consultato in data 25/04/2024 all’indirizzo https://multiplayer.it/articoli/pokemon-sleep-speciale.html
- Joshua Yehl , “Ho ‘giocato’ a Pokémon Sleep e adesso ho voglia di andare a dormire”, in IGN Italia, pubblicato 23/07/2023 alle 08:59, aggiornato 13/07/2023 alle 09:05, consultato in data 25/04/2024 all’indirizzo: https://it.ign.com/pokemon-sleep-1/203820/feature/ho-giocato-a-pokemon-sleep-e-adesso-voglio-andare-a-dormire
- Ibidem
- Ibidem
- Francesco Corica (a cura di), “I fan hanno scoperto come giocare a Pokémon Sleep… senza dormire”, in SpazioGames.it, 21/07/2023, consultato in data 25/04/2024 all’indirizzo https://www.spaziogames.it/notizie/i-fan-hanno-scoperto-come-giocare-a-pokemon-sleep-senza-dormire