Domicidio
La casa non è solamente un luogo fisico dove vivere, ma anche luogo di memoria, ricordi e calore. Distruggere deliberatamente interi quartieri e città ha come obiettivo colpire la popolazione civile, sperando in un suo collasso completo. In guerra, la tattica dello strategic bombing1 ha quindi come obiettivo quello di far arrendere il nemico bombardando città o quartieri altamente popolati in modo da distruggere il morale della popolazione civile.
Questo approccio apertamente terroristico, teorizzato, nel primo dopoguerra anche dal generale e teorico della guerra aerea Giulio Douhet, veniva implementato a fini di deterrenza: lo scopo era quello di far crollare il fronte interno nemico colpendo i civili, prima di mobilitare totalmente le forze armate. Molto spesso, però, la devastazione provocata dai bombardamenti non faceva altro che rafforzare il supporto dell’opinione pubblica delle popolazioni colpite nei confronti dei propri governi e regimi. Questa tattica fu sperimentata dal regime nazista sia durante l’invasione della Polonia che durante la Battaglia di Inghilterra sulla città di Londra (1941), e fu anche sposata dal Regno Unito e dagli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale. L’Operazione Gomorrah ne è l’esempio più famoso: nel luglio del 1943, Amburgo fu bombardata da più di ottocento aeroplani in soli otto giorni: molte abitazioni si incendiarono e si creò rapidamente una tempesta di fuoco che rese impossibile alla popolazione civile ripararsi nei rifugi. Gli Alleati bombardarono anche la città di Dresda nel febbraio del 1945 e poi la città di Tokyo a marzo dello stesso anno, provocando più di 100.000 morti. Nessuno di questi bombardamenti provocò il crollo dei due regimi: la Germania nazista fu sconfitta solamente nella primavera del 1945 a seguito dell’invasione sovietica e il Giappone si arrese solamente a seguito di due bombe nucleari.
Negli scorsi decenni, la distruzione intenzionale di intere città o quartieri ha preso il nome di domicidio. Il vocabolario Treccani definisce il domicidio come «la distruzione deliberata e sistematica di case, palazzi e infrastrutture civili in un insediamento abitato, in una città o in una zona circoscritta». Il domicidio ha come conseguenza diretta quella di costringere i civili a spostarsi o non avere più un luogo sicuro in cui condurre una vita dignitosa. In un report del 2022, Balakrishnan Rajagopal, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto a un alloggio adeguato, ha sottolineato come «c’è un’allarmante continuità di gravi violazioni del diritto a un alloggio adeguato in periodi di conflitto». Rajagopal ha anche sottolineato come il diritto internazionale debba riconoscere il domicidio come un crimine contro l’umanità poiché «perdere una casa è un lutto profondo che ci può far perdere la nostra umanità»2. Per il momento, il diritto internazionale proibisce la distruzione di alloggi, la deportazione, lo sgombero e lo sfollamento forzati. Il Relatore speciale Rajagopal ha anche proposto di vietare l’utilizzo di armi esplosive ad ampio raggio in zone particolarmente popolate. Viene infatti sottolineato come la distruzione sistematica di case e infrastrutture civili non è solamente una perdita materiale ma anche psicologica ed emotiva: le abitazioni sono luoghi che rappresentano il passato, il presente e il futuro di milioni di persone e famiglie. Bombardare intere città distrugge i luoghi considerati sicuri e di protezione: sono un luogo di appartenenza e di dignità della popolazione e molto spesso rappresentano anche i sacrifici di una vita intera.
Nel report viene riportato che circa un terzo di tutte le abitazioni in Siria nel 2017 siano state completamente o parzialmente distrutte. Come conseguenza, circa 13 milioni di cittadini siriani sono rifugiati o sfollati internamente nel Paese. In un interessante articolo per The Conversation, il ricercatore di Oxford Amar Azzouz, ha raccontato come metà dei quartieri della città di Homs, al confine con il Libano, siano stati completamente distrutti, poiché la città è stata centro degli oppositori del regime di Bashar Al-Assad. Secondo Azzouz, metà della città è stata completamente distrutta mentre un quarto ‘solo’ parzialmente.
Questo termine è stato poi utilizzato soventemente per riferirsi alla distruzione della Striscia di Gaza dall’ottobre 2023. Nel corso degli ultimi 15 mesi, infatti, sono morti oltre 47.000 palestinesi gazawi uccisi dai raid israeliani e sono più di 111.000 i feriti3; secondo un report dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), il 92% delle unità abitative sono state distrutte o danneggiate. Diversi quartieri sono stati severamente colpiti – come Al Karama a nord di Gaza City o il campo profughi di Jabalia – e innumerevoli scuole e luoghi di preghiera sono andati distrutti4. In aggiunta, il Sudafrica ha citato la distruzione deliberata di infrastrutture nella presentazione delle prove a sostengo delle accuse di genocidio davanti alla Corte Internazionale di Giustizia. Non è stata solamente Gaza a essere stata sotto attacco durante questi mesi: solamente a gennaio 2023, «132 strutture palestinesi in 38 comunità nella Cisgiordania occupata sono state demolite dalle autorità israeliane»5, rappresentando un aumento del 135% rispetto al gennaio dell’anno precedente.

Un altro importante esempio di domicidio è stato l’assedio di Mariupol in Ucraina tra il 24 febbraio e il 20 maggio 2022, terminato con la resa delle ultime truppe ancora presenti nell’acciaieria Azovstal. In più di ottanta giorni di bombardamenti continui e assedio, la città è stata rasa al suolo: circa il 46% delle infrastrutture della città sono state completamente distrutte o danneggiate6 durante gli scontri militari. Per settimane la città è stata logorata dai combattimenti, che hanno privato la popolazione civile di risorse necessarie alla sopravvivenza come elettricità, acqua e riscaldamento7. Il Teatro d’arte drammatica, dove centinaia di persone si erano rifugiate, è stato bombardato dai russi, nonostante fossero state realizzate due scritte sugli spiazzi davanti al teatro – ben visibili ai piloti russi – indicando la presenza di minori all’interno.

La distruzione sistematica e deliberata di infrastrutture e edifici civili ha quindi come chiaro obiettivo quello di rendere le città inagibili e incompatibili con la vita. Colpire deliberatamente la popolazione civile attraverso il bombardamento e la completa distruzione delle città è una strategia di guerra utilizzata ormai da circa un secolo: anche se il suo obiettivo è colpire il morale della popolazione, spesso questa tattica porta solamente a distruzione e crisi umanitarie.
Note
- B. Heuser, The Evolution of Strategy. Thinking War from Antiquity to the Present, Cambridge, Cambridge University Press, 2010, p.313.
- N. Ahituv, Amid Israeli Destruction in Gaza, a New Crime Against Humanity Emerges: Domicide, in “Haaretz”, 2024. https://www.haaretz.com/israel-news/2024-01-04/ty-article-magazine/.highlight/amid-israeli-destruction-in-gaza-a-new-crime-against-humanity-emerges-domicide/0000018c-d585-d751-ad8d-ffa5965e0000. Consultato il 19 gennaio 2025.
- Al Jazeera, More than 100 people killed in Gaza since ceasefire agreed, in “Al Jazeera”, 2025. https://www.aljazeera.com/gallery/2025/1/17/more-than-100-people-killed-in-gaza-since-truce-deal#:~:text=Israel’s%20war%20in%20Gaza%20has,110%2C453%20since%20October%207%2C%202023.. Consultato il 20 gennaio 2025.
- N. Ahituv, Amid Israeli Destruction in Gaza, a New Crime Against Humanity Emerges: Domicide, in “Haaretz”, 2024. https://www.haaretz.com/israel-news/2024-01-04/ty-article-magazine/.highlight/amid-israeli-destruction-in-gaza-a-new-crime-against-humanity-emerges-domicide/0000018c-d585-d751-ad8d-ffa5965e0000. Consultato il 19 gennaio 2025.
- Scuola Superiore Sant’Anna Master HRC, Domicidio: la situazione a Gaza riaccende il dibattito, in “Osservatorio Diritti”, 2024. https://www.osservatoriodiritti.it/2024/04/30/domicidio-gaza/. Consultato 19 gennaio 2025.
- J. Yerushalmy, Mariupol before and after: updated Google maps reveal destruction in Ukraine city, in “The Guardian”, 2023. https://www.theguardian.com/world/2023/apr/28/mariupol-before-and-after-updated-google-maps-reveal-destruction-in-ukraine-city. Consultato il 19 gennaio 2025.
- Il Post, Cosa resta della battaglia di Mariupol, in “Il Post”, 2022. https://www.ilpost.it/2022/05/18/mariupol-battaglia-resa-azovstal/. Consultato il 21 gennaio 2025.