Sulla rilevanza della letteratura nella musica
Alla creazione di un brano musicale (soprattutto se si parla di musica cantata) concorre una serie di fattori quasi inquantificabile; indefinibile forse anche dalla prospettiva di chi la scrive, una canzone può sintetizzare una gamma di elementi emotivi, formali e artistici talvolta impossibili da scindere ed elencare. Sospesa fra spiriti quasi contrastanti, la forma d’arte musicale mescola e confonde tendenze liriche e poetiche a esercizi di stile ed elementi narrativi, nell’eterno tentativo di fissare un istante sospeso nel tempo e con la speranza di renderlo immortale.
Forse anche per questo suo particolare status, la musica ha da sempre avuto un rapporto particolare con i suoi riferimenti culturali: nell’infinita ed interessante riflessione sulle correlazioni che legano l’arte alle sue fonti d’ispirazione, si potrebbe infatti dire che essa occupi un ruolo di primaria importanza. La dimensione “effimera” del suono e la sua predominante istantaneità portano infatti a pensare a quale possa essere il legame che unisce la composizione musicale alla sua sconfinata lista di rimandi estetici, melodici e, nel caso di questo articolo, testuali.
Credo infatti fermamente che sia la letteratura, o più in generale il testo scritto, a costituire uno dei più influenti fattori di contaminazione capaci di dare forma alla musica; non si può del resto fare a meno di affrontare il discorso in un’epoca come quella odierna, in cui la musica strumentale è sovrastata da quella cantata – o almeno così accade per quanto riguarda le dinamiche economiche che ne determinano la percezione collettiva. Non facciamoci però ingannare: il fatto che larga parte del mercato musicale sia ad oggi costituito da testi musicati non deve (e non può) farci dare per scontata la forte connessione tra suono e scrittura. Riassumendo centinaia di anni di studio, le radici di questa correlazione possono essere fatte risalire all’antichità: numerose sono, ad esempio, le testimonianze1 di un accompagnamento musicale nel contesto della recitazione pubblica di poesie e poemi greci dell’epoca classica. Con l’andare del tempo, e soprattutto con la nascita e la cristallizzazione dei “generi” musicali, il riferimento alla letteratura e al testo scritto in generale ha portato alla nascita di fenomeni culturali importantissimi e tutt’ora di enorme rilievo: ne sono un esempio il teatro d’opera e il musical, ma anche sperimentazioni di grandissima attualità, come il poetry slam. Il legame fra musica e parola, insomma, è ormai profondamente radicato nella cultura popolare e comunitaria.
Quali sono allora, ad oggi, le forme in cui questa connessione si manifesta?
Nel presente e nell’immediato passato la lista di esempi concreti è ampia e di grandissimo valore; ci si limiterà, in questo caso, ad elencare alcuni casi nella musica italiana che sottolineino come composizioni musicali totalmente diverse tra loro possano essere accomunate dalla stessa forte dipendenza dalle fonti letterarie.
Una citazione
Fulmini/Il fu Venerus – Venerus, 2019
Contenuto nell’EP “Love Anthem”, questo brano del cantautore milanese Venerus rende chiaro il suo riferimento chiave già dal titolo, la cui netta scissione è riscontrabile anche a livello musicale. Dopo la prima frazione, infatti, la sonorità del pezzo cambia radicalmente in concomitanza della metà della sua durata. Parallelamente, l’artista sceglie di rivelare subito l’aggancio con il titolo della seconda parte, che si apre infatti con questi versi:
Scappo da una city come “Il fu Venerus”//Mi fingo morto e poi risorgo, questo è tutto vero
La citazione a Il Fu Mattia Pascal di Pirandello è diretta, perfettamente riconoscibile e proprio per questo iconica: attraverso il paragone con il protagonista dell’arcinoto romanzo, sembra costruirsi un tormento profondo attorno al sé artistico e, in questo caso, “narrativo”. Del resto, però, pochi versi dopo Venerus scrive di sentirsi “più persone in una, e ognuna ha i suoi problemi“: allo stesso modo, l’intero brano e l’EP dimostrano una volontà di indagare tutti i lati del proprio ego, senza nasconderne le contraddizioni. Del resto, anche in Pirandello l’intento del romanzo è quello di indagare le scissioni interne dell’Io umano; utilizzando la figura del Mattia Pascal, l’autore cerca infatti di cristallizzare l’immagine dell’umanità contemporanea, dilaniata da dubbi e dilemmi morali. Ecco allora che la citazione assume profondità e riesce con grande facilità a conferire personalità alla canzone, tramite un processo di risignificazione immediato ed estremamente accessibile.
Un brano
Carmina XVII – Bluem, 2023
Nato da una collaborazione fra la cantautrice sarda Bluem e il duo spagnolo Tarta Relena, questo singolo segna un caso più unico che raro nella musica contemporanea. Le autrici decidono infatti di utilizzare come principale fonte un poemetto le cui origini si perdono nelle radici delle antiche civiltà europee. Il “carmina” (canto, in latino) a cui il titolo si riferisce è un poema in versi legato alla tradizione della cosiddetta “letteratura sibillina”; la Sibilla, creatura mitologica legata in ambito romano all’oracolo e alla predizione del futuro, è infatti la figura di riferimento che sorregge la composizione (nonostante, in questo caso, si tratti di un’opera probabilmente risalente al V secolo d.C., il che farebbe pensare ad una rilettura cristiana). Quel che stupisce, in questo caso, è l’incredibile precisione con cui la fonte testuale è stata individuata, ribaltata su sé stessa e messa in musica: ciò che ne deriva è infatti un brano dalle sonorità elettroniche e movimentate. La permanenza di elementi tradizionali come il canto corale e il testo in lingua latina, però, rimettono in discussione la natura della canzone, creando un dinamismo che unisce passato e presente e generando un’aura di mistero che dona fascino a questo singolare esperimento.
Un Album
Ghettolimpo – Mahmood, 2021
Cantautore italiano di origini egiziane, Mahmood decide – per il suo secondo album in studio – di attingere dalla mitologia antica per creare un concept sospeso nel tempo. Mescolando riferimenti alle divinità egizie e alla tradizione greca classica, il cantautore riporta in vita dei topos culturali non più propri della nostra cultura di riferimento, creando un universo parallelo privo di norme e di limiti imposti. Abbinando un cantato sinuoso a delle produzioni elettroniche; l’artista crea un sound etereo che trova il suo completamento in una scrittura originale, che utilizza un immaginario ormai divenuto “pop” cambiandone totalmente il significato. Dardust, principale produttore del disco, modella infatti intorno all’immaginario testuale creato da Mahmood un sistema di sonorità che mescolano arcaico e contemporaneo, sospendendo i brani in equilibrio perfetto fra strumenti analogici e procedimenti digitali. I continui riferimenti testuali ed estetici alle divinità dell’oltretomba egizio e alle figure del mito greco diventano dunque parte di un immaginario totalmente rinnovato, ma non per questo privo di quel carattere “mistico” che lo ha reso appetibile alla cultura contemporanea. Si tratta, in questo caso, non di un preciso studio di una fonte scritta effettiva, quanto più di un’operazione dalla visione più ampia, che mira a ricreare un mood ben preciso per dare corpo ad un progetto musicale davvero validissimo.
Per approfondire il tema
Come già esplicitato, questo articolo limita il suo sguardo a un ristrettissimo numero di esempi che evidenziano la forza e l’importanza della connessione che lega musica e letteratura; sono però moltissimi i casi in cui è possibile riscontrare questa connessione.
Per questo, ho creato una playlist Spotify all’interno della quale ho inserito una serie di brani italiani e internazionali che, in qualche modo, fanno del riferimento alla letteratura un elemento centrale della propria struttura. Sia che si tratti di testi direttamente ispirati a opere scritte o di pezzi più vagamente riferiti a un’atmosfera letteraria, l’intera raccolta vuole essere il prosieguo di un discorso impossibile da esaurire attraverso le parole. La libertà nell’ascolto e l’interpretazione soggettiva delle canzoni contenute nella playlist lasciano a chi legge la possibilità di cogliere spunti sempre nuovi, rinnovando l’intento iniziale.
1. da D’Onofrio, J. LA MUSICA DIONISIACA NELLA LETTERATURA GRECA.
Copertina di Matteo Capra

di Matteo Capra
Nato a Concorezzo (andate pure a cercare su Google, vi giuro che esiste) nel 2002 e mai davvero cresciuto, mi divido tra mille interessi diversi senza mai saper scegliere. 24 ore al giorno con le cuffie nelle orecchie, salgo e scendo dal mio skateboard mentre scrivo poesie e cerco l’opera cinematografica definitiva. Mi diverto a fare l’esteta; colleziono qualsiasi oggetto o ricordo in cui io possa riconoscermi, vantandomi di possedere qualsiasi disco o libro che si possa ritenere “vecchio”. Emotivo al 200%, con la mia scrittura cerco di fissare la bellezza che trovo intorno a me. Ah, nel tempo libero studio Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano.