
Premessa
A marzo pubblicavamo Éire, il nostro editoriale dedicato all’Irlanda. Dopo qualche mese torniamo a parlare di un Paese straniero, avvicinandoci ai nostri confini nazionali: la Francia.
Pare che tra Francia e Italia non scorra buon sangue, sicuramente per via dei tanti territori che, nella Storia, sono stati contesi dai due Paesi, ma, forse, anche per un filo di complesso di inferiorità dello stivale nei confronti del cugino più forte, più grosso, più potente – e sicuramente non ha aiutato il carattere non sempre amabile dei suoi abitanti.
Tuttavia, la Francia è innegabilmente uno dei Paesi europei più importanti, su tutti i piani (storico, politico, economico, militare, culturale…), tant’è che per secoli il francese, ancora oggi tra le seconde lingue più studiate al mondo, è stata lingua franca tra i capi di Stato e diplomatici, come ci spiega Gioele Sotgiu a pagina 3. La lunga storia coloniale del Paese, poi, lo porta ad essere ancora oggi un membro fondamentale dello scacchiere internazionale, nelle ex-colonie (dove la sua influenza è ancora più forte di quanto si potrebbe immaginare), ma anche in casa propria, nella gestione dell’immigrazione, spesso problematica: ne parla Bianca Beretta a pagina 4.
Luglio è, ovviamente, un mese particolarmente legato alla Francia, che festeggia la festa nazionale proprio il 14, in ricordo dell’episodio scatenante della sua Rivoluzione, la Presa della Bastiglia. Luglio 2024, però, è particolarmente rilevante per questo Paese, che nel giro di poche settimane ha fatto parlare di sé più del solito, tra i Giochi Olimpici di Parigi – la cui cerimonia di apertura si è svolta il 26 – e le elezioni amministrative, in cui Rassemblement National, il partito di estrema destra di Marine Le Pen e del suo “delfino” Jordan Bardella, ha subito una battuta d’arresto forse inaspettata. Bardella, tuttavia, era riuscito a raccogliere non poco consenso, anche tra i giovani, nelle elezioni europee dello scorso giugno, grazie a un lavoro egregio di comunicazione politica, analizzato (insieme a quello di Sarkozy, Hollande e Mitterand, tra gli altri) da Eugenia Gandini a pagina 2.
Infine, non abbiamo potuto dimenticare, in questo editoriale, il contributo dato dall’Esagono all’arte e alla cultura. Poesia, letteratura, musica, pittura, architettura, teatro e fotografia hanno tutte degli enormi debiti nei confronti dei nostri cugini. Ma c’è un’arte, nata come cadetta e diventata in breve tempo la dominatrice del tempo libero nel Novecento, che è profondamente francese (e questo i francesi non lo dimenticano): il cinema. Nato nel 1895 grazie agli esperimenti dei fratelli Lumière, mai morto ma nato nuovamente nel 1960 grazie ai critici-registi della Nouvelle Vague, movimento rivoluzionario (al Paese delle rivoluzioni), per il quale Valentina Oger ha preparato una breve guida per non iniziati, a pagina 5.
Allonsanfàn, forse l’incipit d’inno nazionale più conosciuto al mondo, tanto da trascendere il senso delle parole e diventare solo suono ripetuto e cantato, è il titolo del nostro editoriale di luglio. Questo mese, abbiamo cercato di ripensare una nazione complessa, alle cui invenzioni e grandezza corrisponde una storia di violenza e oppressione, ai cui grandi pregi storici, culturali e scientifici corrispondono tragici e vergognosi crimini. Era impossibile riassumere tutte le luci e le ombre della lunga storia di Francia in queste poche pagine, ma abbiamo cercato di fare del nostro meglio. Come sempre, e per l’ultima volta prima di settembre, vi auguriamo una
Buona lettura,