Il 13 novembre 2023, Brahim Ghali, il comandante supremo delle forze armate sahrawi e il segretario generale del Fronte Polisario, ha inaugurato una nuova base militare per commemorare i tre anni dalla ripresa del conflitto con il Marocco. Questa base servirà soprattutto per la preparazione e l’addestramento delle truppe sahrawi per la causa del Sahara Occidentale, della quale il Fronte Polisario ne è il rappresentante. La data scelta da Brahim Ghali non è casuale: corrisponde al terzo anniversario della ripresa del conflitto1.
Il Sahara Occidentale è una zona del Nord Africa, tra il Marocco e la Mauritania, che si affaccia sull’Oceano Atlantico. È una ex colonia spagnola che da diversi decenni viene contesa tra il Marocco e il Fronte Polisario, il quale ha dichiarato nel 1976 la Repubblica Democratica Araba del Sahrawi. La storia più recente di questo territorio è iniziata poco più di cinquant’anni fa: nel 1970 vi fu l’Intifada di Zemla (letteralmente, la rivolta di Zemla), organizzata con l’obiettivo di chiedere l’indipendenza e un trattamento più dignitoso del popolo sahrawi al governatore spagnolo della colonia. La rivolta fu sedata con la forza ma la volontà di autodeterminazione del popolo sahrawi non fu fermata e solamente tre anni dopo nacque il Fronte Polisario (l’abbreviazione di Frente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro) con a capo El Oulai Mustapha Sayed. Il Fronte si organizza secondo il principio della lotta armata contro le tre potenze invaditrici: Spagna, Mauritania e Marocco.
Nel 1975 furono firmati gli Accordi di Madrid – secondo i quali il Sahara Occidentale fu spartito tra Marocco e Mauritania, rispettivamente acquisendo due terzi e un terzo del territorio – e, l’anno dopo, la Spagna decise di lasciare la regione. Il Sahara Occidentale fu spartita tra il Marocco (a nord) e la Mauritania (a sud). Il 27 febbraio 1976 il Fronte Polisario proclamò la nascita della Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi, oggi comunemente conosciuta come Sahara Occidentale. L’indipendenza fu dichiarata in concomitanza con l’abbandono della zona da parte delle truppe spagnole. Nel 1979, l’Assemblea Generale dell’ONU sollecitò il Marocco ad unirsi ai trattati di pace a seguito del ritiro delle truppe mauritane e di lasciare i territori occupati2.
Ad oggi, il Sahara Occidentale è stato riconosciuto da 87 Paesi membri dell’ONU, dalla Unione Africana (di cui è membro), ma non gode ancora del riconoscimento da parte della Lega Araba e dell’ONU, il quale ha inserito la regione nella lista dei territori non autonomi.
Dal momento della dichiarazione unilaterale al cessate-il-fuoco del 1991 sono passati circa quindici anni di guerra civile. Agli inizi degli anni Novanta fu promesso, sempre nel contesto degli accordi del cessate-il-fuoco, un referendum per stabilire lo statuto del territorio; tuttavia, tale referendum non si è ancora tenuto nonostante siano passati più di trent’anni. Vent’anni fa, nel 2004, le Nazioni Unite prolungarono il proprio mandato nella regione (MINURSO 3) con il fine di avviare delle efficaci trattative di pace e di tenere il referendum. Secondo l’ONU, l’area sarebbe stata posta sotto il controllo dell’Autorità del Sahara Occidentale, formata da un esecutivo eletto dalla popolazione sahrawi. Secondo i leader del Fronte Polisario e i sostenitori della causa sahrawi, il Sahara Occidentale dovrebbe godere del riconoscimento formale come Stato basandosi sul principio di intangibilità dei confini coloniali e della conservazione dello status quo ante bellum. Tale principio “indica la volontà delle parti, non di mantenere la situazione presentemente esistente, bensì di ripristinare la situazione che esisteva prima della guerra”4: la popolazione sahrawi vuole quindi ottenere l’indipendenza dal Marocco, il quale controlla la maggior parte del territorio.
Nel 2020, il Presidente Donald Trump riconobbe la sovranità marocchina come l’unica legittima nel territorio del Sahara Occidentale, sottolineando l’importanza del “sostegno alla proposta di autonomia seria, credibile e realistica del Marocco come unica base per una soluzione giusta e duratura della disputa sul territorio del Sahara Occidentale”5. Ad oggi, il governo della Repubblica Araba Sahrawi si trova in un campo profughi a Tindouf, in Algeria, anche se la sede formale risiede a El Aaiún.
La sovranità territoriale marocchina sopra l’area è però stata contestata più volte a livello internazionale. Già nel 1975, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) – il principale organo giudiziario dell’ONU – “escluse qualsiasi forma di sovranità territoriale sul Sahara occidentale da parte del Marocco o della Mauritania”6, riconoscendo come il territorio del Sahara Occidentale non potesse essere considerato terra nullius7 prima della colonizzazione spagnola. Ad oggi, l’Algeria rimane uno dei principali alleati della Repubblica Sahrawi, anche a seguito del suo passato coloniale e della lunga lotta per l’indipendenza. Tuttavia, l’interesse per il territorio non è dettato solamente da motivi politici o per mera solidarietà anticoloniale: già nel 1974, la Banca Mondiale indicò il Sahara Occidentale come un territorio ricchissimo di fosfati, probabilmente ricco anche di gas e petrolio e cruciale per la pesca nella regione del Maghreb9.
Nel 2003, 135 Stati votarono a favore di una risoluzione ONU in cui si parlava di autodeterminazione e decolonizzazione del Sahara Occidentale: tra i principali leader mondiali e regionali ad astenersi furono la Francia e il Regno Unito, mentre furono contrari Israele e gli Stati Uniti10. L’Unione Africana – di cui il Sahara Occidentale è membro – ha aspramente criticato l’occupazione marocchina nel territorio e tutte le attività economiche che il Marocco porta avanti nel territorio, auspicando l’osservanza del diritto internazionale11. L’Unione Europea, invece, non ha una posizione netta rispetto alla questione sahrawi: al suo interno vi sono Stati che sarebbero pronti a sostenere la causa dell’indipendenza, mentre altri – come la Francia e la Spagna – sono contrari, in virtù dei legami storici con la regione. Infatti, se da un lato l’UE ha partecipato alle missioni umanitarie inviando aiuti ai campi profughi, dall’altro non ha tagliato i rapporti commerciali e le relazioni economiche con lo Stato marocchino12. Anche secondo il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha dichiarato che “la situazione in Sahara Occidentale è significativamente peggiorata tra il 2020 e il 2021”13.
Quattro anni fa, precisamente il 13 novembre 2020, il conflitto riprese a causa della penetrazione marocchina nella “zona tampone”, in cui l’accesso ai militari è vietato. Il Marocco ruppe così gli accordi del cessate-il-fuoco del 1991 e gli accordi militari stipulati tra il 1997 e il 1998 sotto la missione MINURSO. In questa zona, larga cinque chilometri, è “vietato l’ingresso di personale o attrezzature militari dei due eserciti sia via terra che via aerea, nonché l’uso di armi”14. L’esercito marocchino entrò in questa zona – vicino alla città di El Guerguerat – con l’obiettivo di interrompere il blocco stradale organizzato da manifestanti sahrawi. Nel marzo del 2021 alcune unità dell’Esercito di liberazione popolare sahrawi attaccarono, tramite bombardamenti, alcune basi strategiche lungo il muro marocchino, una struttura costruita per dividere i territori occupati dal Marocco da quelli controllati dal Fronte Polisario. Pochi giorni dopo, il capo di stato maggiore del Fronte, Addah Al-Bendir, fu ucciso da alcuni droni marocchini a Tifariti (un piccolo insediamento nella zona liberata dal Fronte Polisario).
È chiaro che la questione sahrawi, oltre che essere politica e avere radici coloniali, è dettata da principi economici di controllo di vie commerciali dall’Africa subsahariana verso il Marocco. La costruzione del muro marocchino, lungo più di duemila chilometri, fu spinta dall’interesse del Marocco di mantenere lontano il Fronte Polisario dalla costa atlantica, la quale è ricca di giacimenti di petrolio, risorse minerarie e di pesca. La popolazione sahrawi è divisa tra chi risiede nelle zone liberate dal Fronte Polisario e chi vive nei campi profughi in Mauritania e Algeria, dove vivono circa 200.000 sahrawi15.
La storia del popolo sahrawi può essere descritta come una storia di resilienza: è ormai da secoli che subiscono una condizione paragonabile a quella del colonialismo. La rottura del cessate-il-fuoco da parte del Marocco quattro anni fa è sintomo di una questione ancora fortemente aperta e lontana da una conclusione, soprattutto da quella auspicata dal Fronte Polisario e dal popolo sahrawi. In Marocco, la stessa questione viene considerata un grande tabù, di cui è meglio evitare di parlare: ciò non fa altro che mantenere incerta e irrisolta la questione territoriale, costringendo migliaia di persone sahrawi a vivere in condizioni di povertà in campi profughi e negando loro il diritto all’autodeterminazione.
Note
- Rivista Africa, Sahara Occidentale, una nuova base militare a tre anni dal conflitto, in “Rivista Africa”, 16 novembre 2023. https://www.africarivista.it/sahara-occidentale-una-nuova-base-militare-a-tre-anni-dal-conflitto/223549/. Consultato il 9 settembre 2024.
- Assemblea Generale, Question of Western Sahara, 75esima sessione plenaria, 21 novembre 1979. https://www.securitycouncilreport.org/atf/cf/%7B65BFCF9B-6D27-4E9C-8CD3-CF6E4FF96FF9%7D/A_RES_34_37.pdf Consultato il 17 settembre 2024.
- MINURSO è la Missione delle Nazioni Unite per il Sahara Occidentale iniziata nel 1991. https://minurso.unmissions.org
- Treccani, Statu quo, Vocabolario Treccani, https://www.treccani.it/vocabolario/statu-quo/#. Consultato il 9 settembre 2024.
- D. Trump, Proclamation on Recognizing The Sovereignty Of The Kingdom Of Morocco Over The Western Sahara, 10 Dicembre 2020, https://trumpwhitehouse.archives.gov/presidential-actions/proclamation-recognizing-sovereignty-kingdom-morocco-western-sahara/. Consultato il 9 settembre 2024. [TdA].
- M. Zupi, La questione del Sahara occidentale: origine e sviluppi, in “Osservatorio di Politica internazionale”, Febbraio 2021. https://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/affariinternazionali/osservatorio/note/PI0089Not.pdf. Consultato il 12 settembre 2024.
- In diritto internazionale, questa locuzione individua un territorio che non è mai stato sottoposto alla sovranità di uno Stato. Nel corso degli secoli è stata spesso utilizzata per giustificare progetti colonialisti.
- Editori dell’Enciclopedia, Algerian War, in “Encyclopedia Britannica”, 24 luglio 2024. https://www.britannica.com/event/Algerian-War. Consultato il 14 settembre 2024.
- M. Zupi, La questione del Sahara occidentale: origine e sviluppi, in “Osservatorio di Politica internazionale”, Febbraio 2021. https://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/affariinternazionali/osservatorio/note/PI0089Not.pdf. Consultato il 12 settembre 2024.
- ibid
- The Office Of The Legal Counsel And Directorate For Legal Affairs Of The African Union Commission, Legal Opinion On The Legality In The Context Of International Law, Including The Relevant United Nations Resolutions And Oau/Au Decisions, Of Actions Allegedly Taken By The Moroccan Authorities Or Any Other State, Group Of States, Foreign Companies Or Any Other Entity In The Exploration And/Or Exploitation Of Renewable And Non-Renewable Natural Resources Or Any Other Economic Activity In Western Sahara, 2015. Consultato il 12 settembre 2024.
- M. Zupi, La questione del Sahara occidentale: origine e sviluppi, in “Osservatorio di Politica internazionale”, Febbraio 2021. https://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/affariinternazionali/osservatorio/note/PI0089Not.pdf. Consultato il 12 settembre 2024.
- A. M. Storto, Altissima tensione tra Algeri e Marocco, dopo l’uccisione di camionisti algerini, in “Euronews”, 4 novembre 2021. https://it.euronews.com/2021/11/04/altissima-tensione-tra-algeri-e-marocco-dopo-l-uccisione-di-camionisti-algerini. Consultato il 12 settembre 2024.
- F. Correale, Sahara Occidentale: la lunga marcia dei Sahrawi, in “ISPI”, 13 gennaio 2021. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/sahara-occidentale-la-lunga-marcia-dei-sahrawi-28894. Consultato il 12 settembre 2024.
- S. K. Dehghan, The art of resistance: desert film festival showcases stories of the Sahrawi people, in “The Guardian”, 16 maggio 2024. https://www.theguardian.com/global-development/article/2024/may/16/art-film-western-sahara-fisahara-festival-algeria-stories-sahrawi-people. Consultato il 12 settebre 2024.
di Bianca Beretta
Nata a Milano nella torrida estate del 2003 e cresciuta a cubotti della Stockmar e bilinguismo. Ora studio International Politics, Law and Economics all’Università degli Studi di Milano. Ho iniziato a scrivere sul diario segreto alle elementari e ora mi occupo di attualità e (geo)politica. Tra un articolo e l’altro scatto foto e ogni tanto mi ricordo di andare a canottaggio.