Se la chiusura estiva è stata un periodo di preparazione e di stasi per le gallerie d’arte e i musei, settembre ha portato con sé l’inaugurazione di una serie di eventi e mostre da non perdere. Qui vi propongo cinque mostre gratuite che ho avuto l’occasione di visitare, per combattere la noia ottobrina e l’uggiosità autunnale della Pianura Padana.
1. Monumental
Cardi Gallery (Milano)
dal 18 settembre al 21 dicembre 2024
Gli spazi della Cardi Gallery accolgono un’esposizione dedicata agli artisti dell’Arte Povera, con opere che datano tra il 1972 (Ogni ordine è contemporaneo d’ogni altro ordine. Quattro modi di esaminare la facciata del SS. Redentore a Venezia (Palladio) di Luciano Fabro) e il 2006 (Spine d’acacia – Contatto di Giuseppe Penone). La selezione è stata compiuta sulla base delle loro dimensioni monumentali, come indicato dal titolo.
Perché investire del tempo per recarsi in galleria?
I già esperti della materia avranno un’ottima occasione per vedere riunite opere emblematiche di una corrente artistica centrale per la storia dell’arte italiana contemporanea; mentre i profani potranno approcciarsi a una materia sconosciuta e rimanerne sedotti. Entrambi sperimenteranno lo stesso senso di inferiorità nell’essere accolti dalle enormi barre d’acciaio accumulate da Jannis Kounellis (Untitled, 2004): una riflessione sul consumismo imperante caratterizzato dall’accumulo di materiale industriale, a fronte del quale l’uomo si riduce a un cappotto e a un cappello abbandonati come per caso.
Giuseppe Penone, invece, accumula sulla tela spine d’acacia in Spine d’acacia – Contatto, giugno 2006, una riflessione sull’importanza della ripetitività del gesto di vincolare metodicamente con le proprie mani la natura all’opera, in uno scambio continuo tra vita e arte.
2. Gut di Talia Chetrit
10 Corso Como (Milano)
dal 18 settembre al 17 novembre 2024
Le fotografie di Talia Chetrit sono provocatorie, esplicite ed estremamente intime al tempo stesso. La mostra raccoglie opere realizzate nell’arco di trent’anni tra il 1994 e il 2023, proponendo un percorso che si svolge tra gli autoritratti più irriverenti dell’artista e i momenti della sua vita intima. Chetrit si rappresenta nuda in posizioni provocatorie che agitano lo spettatore, costringendolo a riflettere sulla rappresentazione del corpo femminile nella propria volontà di affermazione.
Il corpo della donna è il corpo che dà vita, che si relaziona con i propri familiari: momenti di vita intima colti nella più piena spontaneità dalla macchina fotografica che ci catapultano nella vivacità e vitalità delle relazioni umane.
Visitare questa mostra implica porsi domande sul valore che attribuiamo ai rapporti umani, grazie all’inatteso senso estetico che scopriamo nell’intimità dei momenti fotografati.
3. Katherine Bradford – Humankind
Kaufmann Repetto (Milano)
dall’11 settembre al 31 ottobre 2024
Entrare alla Kaufmann Repetto implica entrare a far parte del mondo onirico di Katherine Bradford: una serie di tele dai colori accesi, i cui protagonisti sembrano far parte della stessa materia labile di un sogno. Anche qui l’umanità è protagonista, un’umanità fatta di rapporti reciproci e di rapporti con l’ambiente, in particolare quello acquatico.

Swimmers in Blue, Horizontal (2023) rappresenta a pieno questa sensazione ineffabile: i protagonisti sembrano in qualche modo cercarsi l’un l’altro, rimanendo tuttavia isolati nella propria individualità. Eppure, questa individualità è un tutt’uno con l’acqua in cui sono immersi, ritrovandosi ad occupare il medesimo spazio.
Trovarci faccia a faccia con questi quadri ci permetterà di trovarci in una dimensione inaspettata, satura di colori e carica di umanità, con tutte le domande che essa porta con sé, nel momento in cui ci troviamo costretti a fronteggiare la nostra stessa interiorità.
4. Iryna Maksymova – Landscape’s Body
Antonio Colombo Arte Contemporanea (Milano)
dal 19 settembre al 9 novembre 2024
Altrettanto onirico sembra essere il mondo costruito dall’artista ucraina Iryna Maksymova negli spazi della galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea. Eppure, il legame con la contemporaneità si percepisce come impellente e imprescindibile. La mostra, infatti, rappresenta il corpo femminile come un tutt’uno con il territorio ucraino ferito dalla guerra, ed è a questo che fa riferimento il titolo dell’esposizione, che unisce in sé la componente umana a quella del territorio. Esse si ritrovano espresse in tele dal «linguaggio semplice e immediato di matrice neoprimitivista», e in maniera esemplare nel dipinto Muses realizzato nel 2023, nato «sia dalla fonetica femminile di parole come “Paese” (країна) e “Ucraina” (Україна), sia dalla personificazione, anch’essa femminile, della “Madre Patria”».
La visita alla mostra risulta perturbante: è impossibile rimanere indifferenti di fronte a questa danza apparentemente idilliaca che si scopre tuttavia allucinata, un groviglio di corpi nudi vestiti della guerra attuale. Ma se è il corpo femminile a soffrire, in quanto rappresentazione della terra e della nascita, soffre e muore tutto l’ambiente da cui è circondato.
5. La lunga arte
Horti di Pavia
dal 20 settembre al 30 ottobre 2024
Per chi volesse spostarsi da Milano per una gita fuori porta, Pavia ospita nei suggestivi spazi dello spazio Extra Art presso gli Horti del Collegio Borromeo una mostra nata in occasione del centenario della nascita di Francesco Leonetti. L’autore fu uno dei promotori della rivista Officina, nata nel 1956 insieme a Pier Paolo Pasolini e Roberto Roversi con l’intenzione di creare una nuova poesia in contrapposizione all’ermetismo e superamento del neorealismo. Tuttavia, la mostra si incentra sulla figura del poeta nella sua connessione con l’arte di Arnaldo Pomodoro, di cui grande amico dai primi anni Sessanta. Eppure, definire “grande amicizia” il loro rapporto risulta estremamente limitante, dato che esso si caratterizzò come proficua collaborazione artistica a partire dal loro incontro.
La mostra evidenzia questo aspetto collaborativo e sottolinea la centralità dello scambio tra poesia e scultura, un dialogo aperto che risulta esso stesso opera d’arte, come testimoniano i documenti e le opere in mostra. Il titolo stesso sottolinea l’elemento temporale che caratterizza l’amicizia e l’arte, facendo esplicito riferimento al libro del 1992 nato dalla collaborazione tra i due, L’arte lunga.
Visitare l’esposizione è un’occasione per approfondire aspetti dell’arte di entrambi gli artisti da una prospettiva poco nota, valorizzando tanto la componente artistica quanto quella poetica, attraverso documenti d’archivio, lettere, fotografie, progetti e due film.
Il percorso si conclude con disegni e bozzetti preparatori dell’opera situata nel cortile, Il movimento di crollo (1971). La scultura deriva dallo studio di Pomodoro sul concetto del movimento che culmina nel crollo: essa immobilizza l’attimo precedente alla frattura, nell’istante prima della separazione, eternizzandolo.

di Greta Beluffi
Laureata in Lettere classiche e studentessa di Storia e Critica d’Arte a Milano: mi chiamo Greta e ho 22 anni. Vivo di arte e di Spritz ma, si sa, “mens sana in corpore sano”, e lungo i moltissimi km di corsa giornalieri amo pensare al marxismo, alla psicanalisi lacaniana e alle letture post strutturaliste delle opere d’arte, di cui spero di poter scrivere senza far storcere il naso a chi, come me, non si intende di filosofia.