Breve Storia delle madri nell’arte
Madre: una parola dal significato nobile e degno di venerazione nella storia, figura rappresentata in vari modi lungo il corso della Storia dell’arte.
Non è immaginabile proporsi di esaminarli tutti, tuttavia è possibile esporne alcuni.
Tra i primi esempi di raffigurazione materna si riscontrano le celebri statuette propiziatorie del Paleolitico, il cui esemplare più noto è certamente la Venere di Willendorf (a lato).
Lo scopo di tali statuette era principalmente rituale, ovvero auguravano la fertilità della terra e delle donne della comunità. Per questo motivo, solitamente, le piccole sculture avevano corpi dalle forme volutamente accentuate ad indicare fecondità e benessere fisico.
Per tutta l’epoca antica, dai mesopotamici all’arte romana, la figura della madre si divide tra rappresentazioni famigliari, in cui è presentata in tutta la sua dolcezza e dedizione, e raffigurazioni religiose, incentrate su divinità disparate, ma facenti capo ad un culto che possiamo riunire sotto un nome unico: il culto della Grande Madre, volto a propiziare la fertilità.
Per quanto riguarda l’arte mesopotamica, tra gli Assiri e i Babilonesi si ritrova la dea Ishtar, corrispondente della dea sumera Innana, simbolo di maternità, amore, pietà, ma anche di violenza e guerra. In particolare, le sue raffigurazioni la ritraggono come una donna dai fianchi e dal seno abbondanti, spesso circondata da vivande, animali e, talvolta, anche da figure di infanti. A questa dea è dedicata la celebre Porta di Ishtar, in origine collocata nella città di Babilonia, oggi restaurata, ricostruita e conservata al Pergamonmuseum di Berlino.
Anche in Egitto veniva venerata e rappresentata una divinità associata alla maternità, ovvero la dea Mut, il cui nome significa, appunto, “madre”. Tra i suoi epiteti, infatti, si ricordano: «madre del mondo», «madre degli dèi», «colei che partorisce ma che non è mai stata partorita». Diverse sono le iconografie in cui può essere riconosciuta: le più usuali sono quelle che la ritraggono come una donna con piume di avvoltoio o come un vero e proprio avvoltoio. Tuttavia, al suo culto si riferiscono anche le figure del cobra, del gatto, della vacca, della leonessa oppure di una donna, vestita in abiti rossi e blu, recante in capo le corone unite di alto e basso Egitto e in mano la chiave della vita.
Inoltre, iniziano ad essere dipinte, soprattutto sulle pareti delle tombe in cui riposano bambini, immagini domestiche di madri che accudiscono i piccoli.
Spostandosi nell’antica Grecia e, quasi di riflesso, nell’antica Roma, pur resistendo l’iconografia di divinità strettamente legate alla maternità (come per esempio Gea, Demetra o la Magna Mater), si fanno sempre più frequenti i dipinti raffiguranti scene di maternità quotidiana, sia su vasi (in Grecia), che in pitture murali (principalmente nell’ambiente romano) e, addirittura, si possono riconoscere diverse ceramiche, gemme e steli, nonché numerosi rilievi con la rappresentazione di scene di parto.
In questo senso, l’arte continua per tutta l’epoca bizantina e barbarica, ma la vera svolta si verifica con la nascita del cristianesimo. Infatti, il sorgere della nuova religione fa acquisire rilevanza a quella che, per secoli, sarà la madre per eccellenza: Maria, madre di Cristo. Gli artisti, tra le loro iconografie, inseriscono questa figura, variamente ritratta sia nei panni di giovane madre del Cristo appena nato, sia come dolente genitrice del figlio morto sulla croce. Gli esempi sono innumerevoli, sia per quanto riguarda la pittura, che per la scultura e, spesso, le iconografie si ripetono con modifiche impercettibili. Diverse sono le varianti della scena rappresentante la Madonna con il bambino, prima fra tutte la Sacra Famiglia, nella quale è presente anche Giuseppe: un esempio si può riconoscere nel Tondo Doni di Michelangelo (a lato). Inoltre, si possono citare scene che rappresentano la Madonna con il Bambino e con San Giovannino, che gioca con Gesù, come quella dipinta nell’opera La Madonna del Cardellino di Raffaello (1506) oppure le varie Maestà, dove Maria siede su un trono. Altrettanto sfruttata è l’iconografia che prende il nome di “Madonna del Latte”, in cui Maria è ritratta nell’atto di allattare il piccolo Gesù: tra tutti, un esempio si può trovare nella Madonna Litta di Leonardo da Vinci (1490).
Altro soggetto ampiamente proposto da diversi artisti è la Pietà: in scultura è celeberrima quella michelangiolesca, che stupisce per il pathos delle espressioni e la cura nella lavorazione dei marmi, anche se esempi non meno importanti si ritrovano anche in pittura (tra essi la Pietà realizzata da Tiziano tra il 1575 e il 1576).
Per molti secoli, anche nelle raffigurazioni che non sembrano avere una diretta attinenza con la religione, la figura materna è quasi sempre strettamente legata alla suddetta simbologia.
A partire dal XVII secolo, invece, la figura della madre si distacca progressivamente dal significato religioso fino ad arrivare, addirittura, ad assumere un valore politico.
Soprattutto a partire dal periodo impressionista, si fanno sempre più frequenti gli esempi di pittori che ritraggono comuni e tenere madri con i piccoli stretti al petto o intenti a giocare, come si può vedere nelle opere di Gustave Klimt, il quale dipinge una donna stretta al suo bambino, tra fiori colorati e leggeri, e di Picasso (Maternidad, a lato), che rappresenta una delicata donna vestita in rosa che allatta il suo piccolo. Inoltre, gli artisti iniziano a ritrarre frequentemente le loro stesse madri in atteggiamenti dolci, protettivi ed estremamente umani, ma anche nella loro vecchiaia e debolezza, dimostrando visioni sempre più moderne ed emancipate. Esempi di questa attitudine si ritrovano nelle opere di Pissarro, Van Gogh, Renoir e molti altri.
Ancora ai giorni nostri, la figura della madre è imprescindibile ed essenziale, per questo continua ad essere illustrata, mitizzata e discussa sempre sotto una nuova luce, come si nota nell’opera Momme di LaToya Ruby Frazier (2008), che consiste in un sobrio ritratto della donna, dietro le cui spalle si rifugia la figlia, come per fingersi la sua ombra e quasi cercando protezione da un passato di oppressione.
Nonostante i cambiamenti, le diverse visioni e interpretazioni, resta una costante legata a questa figura: la sua importanza, non solo per quanto riguarda il figlio e la famiglia, ma soprattutto per l’intera comunità.
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[…] A maggio 2021, abbiamo deciso di dedicare l’editoriale mensile alle madri e alla maternità: Madre Natura, le rappresentazioni artistiche della Vergine, la figura della drag Mother e gli imperituri dibattiti socio-politici sul ruolo della donna, soprattutto della donna-madre, hanno riempito le pagine del nostro Mater. […]