Quest’anno l’Earth Overshoot Day (EOD) è caduto pochi giorni fa, precisamente il 29 luglio. Di cosa si tratta?
L’Earth Overshoot Day segna oramai una triste ricorrenza per la nostra Terra: è infatti la data (calcolata matematicamente) nella quale noi esseri umani esauriamo le risorse che il pianeta ci ha dato per l’anno corrente. In pratica siamo in debito con la nostra stessa casa. Basta fare una breve ricerca per trovare dei dati agghiaccianti: è dal 1971 che siamo in debito con la Terra e se inizialmente i giorni di Overshoot erano “solamente” dieci, ora sono centocinquantacinque.
Ma come siamo arrivati a questa situazione così critica? Sono uno o più i “colpevoli” contro cui possiamo puntare il dito?
In situazioni come queste dovremmo fare tutti un esame di coscienza, ma allo stesso tempo è necessario analizzare il contesto storico in cui viviamo: sicuramente è più facile puntare il dito contro chi butta le bottiglie di plastica per terra, ma dobbiamo anche tenere a mente che, dal 1988, le organizzazioni responsabili del 70% delle emissioni di gas serra sono solamente un centinaio1. Questo non significa però che possiamo ignorare la crisi climatica e continuare a inquinare, nel nostro piccolo. Cosa fare dunque? Ecco tre consigli di un attivista per il clima:
1. “Disinvestire”
È vero che sono cento le compagnie responsabili del 70% delle emissioni, ma se tutti smettessimo di acquistare i prodotti e/o i servizi che offrono, lanceremmo un messaggio fortissimo. Al giorno d’oggi, grazie al web, basta una breve ricerca per scoprire se la propria banca investe in una o più di queste aziende, ed esistono altrettante banche molto più etiche e green. Per ulteriori informazioni su questo argomento si può dare un’occhiata alla campagna di Extinction Rebellion Italia #PERILCLIMACAMBIOBANCA.
2. “Tanti piccoli cambiamenti fanno la differenza”
Non bisogna per forza rivoluzionare la propria vita da un giorno all’altro: apportare piccole modifiche alla routine quotidiana è davvero rivoluzionario (e vi farà stare bene con voi stessi). Evitare di comprare tante bevande in bottiglia, preferendo piuttosto una borraccia e delle posate riutilizzabili, riciclare e riutilizzare la plastica che si è costretti a comprare, ma anche diminuire (o eliminare del tutto) il consumo di carne, pesce e prodotti animali e, soprattutto, evitare di comprare cose che non servono solo perché costano poco, investendo piuttosto in meno cose, più costose ma più durature: sono solo alcune delle tante piccole azioni che contribuiscono ad un mondo più ecosostenibile. E se non si sa da dove partire, c’è un gran numero di creators che condividono consigli per essere più sostenibili, basta cercare su Instagram o YouTube! (tra gli altri, vi consiglio @climatediva per consigli generali in inglese, @dionysustainability per consigli in italiano @emmasditto per ricette vegan, @dilettabellotti per un quadro generale della situazione italiana e @veganbeautygirl per consigli “beauty” sostenibili).
3. “Unirsi ad un movimento locale”
Fridays For Future, Extinction Rebellion, Climate Save, Legambiente… informarsi sulle iniziative in corso nella propria città è un ottimo punto di partenza! Ogni movimento ha le sue tattiche e i suoi approcci: è un mondo molto variopinto e bellissimo, non bisogna avere paura di provare, chiedere, sperimentare! Oramai tutti questi movimenti hanno anche una presenza social, quindi è molto più facile mettersi in contatto con qualcuno.
Ognuno dovrebbe fare comunque solo quello che si sente, e bisogna prendere in considerazione, come accennato all’inizio, che non tutti hanno le risorse necessarie o il privilegio di potersi permettere di vivere in maniera 100% ecosostenibile. Bisogna quindi fare attenzione a non cadere nel Guilt Tripping, ovvero non dobbiamo forzare le persone a cambiare stile di vita puntando sui loro sensi di colpa.
La salvaguardia dell’ambiente riguarda tutti noi, e ognuno dovrebbe fare qualcosa, sì, ma sempre secondo le proprie possibilità.
1(fonte: Carbon Majors Report 2017, citato su The Guardian).
di Oscar Benedetti
Hello There! Mi chiamo Oscar Benedetti e frequento la facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Bicocca di Milano.
Le mie competenze comprendono il saper citare a memoria interi musical di Broadway, gestire 5 pagine Instagram in contemporanea, suonare (male) svariati strumenti musicali, sfornare dolci vegani bruttissimi ma buonissimi e il non prendermi troppo sul serio.
Sono un attivista presso Extinction Rebellion, un movimento di disobbedienza civile non violenta per sensibilizzare sulla crisi climatica (provate a ripeterlo tre volte).
Vorrei chiudere questa presentazione senza né capo né coda con una citazione di Once On This Island, un musical (e te pareva) che amo molto:
«Our lives become the stories that we weave».