Come ogni tradizione che si rispetti, eccomi nuovamente qua a parlare della serata degli Oscar. Quella del 10 marzo è stata la 96esima edizione del premio cinematografico più glamour del mondo, ma anche il più discusso e polemico. Quest’ultima serata però, a differenza delle ultime, si conclude quasi con nessuna controversia.
Dopo alcune scelte che hanno fatto molto discutere, come la vittoria di Rami Malek nel 2018 per Bohemian Rhapsody, o l’en plein di Everything everywhere all at once dello scorso anno, l’edizione 2024 sembra far contenti quasi tutti. Il premio più discusso della serata è indubbiamente la vittoria di Emma Stone per la sua pittoresca interpretazione in Povere Creature. Stone (seconda vittoria per lei) ha spodestato la rivale Lily Gladstone, prima nativa americana candidata nella categoria, facendo tornare a casa Martin Scorsese e il suo Killers of Flower Moon a mani vuote (come con The Irishman nel 2020).
A mio modo di vedere, entrambe le interpretazioni erano meritevoli di riconoscimento, ma mi trovo d’accordo con la decisione dell’Academy di premiare la prima.
Il resto dei premi erano già annunciati da tempo: il trionfo assoluto di Oppenheimer si è compiuto. Il film di Christopher Nolan se ne porta a casa sette: attore (Cillian Murphy), regia, attore non protagonista (Robert Downey Jr.), montaggio, fotografia, colonna sonora, film. Indubbiamente sin dalla sua uscita lo scorso luglio, il film sul creatore della bomba atomica era visto come uno dei grandi favoriti alla corsa per le statuette e il vantaggio si è consolidato con il passare del tempo. Nonostante Povere Creature e Barbie sembrassero inizialmente essere i due contendenti maggiori al film di Nolan, con la stagione dei premi e le vittorie di Golden Globe, SAG e BAFTA, Oppenheimer ha dominato in lungo e largo la cerimonia di pochi giorni fa. Si chiude così un cerchio per il regista britannico che, dopo vent’anni di onorata carriera, viene finalmente premiato per la sua filmografia, la quale ha raggiunto il suo apogeo con Oppenheimer.
Povere Creature di Yorgos Lanthimos si piazza al secondo posto con quattro meritate statuette (attrice, costumi, make up e scenografia), mentre al terzo posto con due vittorie il film di produzione polacco-britannica La zona di interesse (storia della famiglia di Rudolph Hoss, capo del campo di sterminio nazista di Auschwitz). Nel ritirare il premio a miglior film internazionale, il regista Jonathan Glazer ha citato gli spargimenti di sangue in Medio Oriente come sintomo di un’umanità che non riesce a liberarsi dalle sue brutture. Discorso politico è stato anche quello di Mstyslav Chernov, regista del documentario 20 giorni a Mariupol che mostra le prime settimane dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio-marzo del 2022. L’impronta politica viene ribadita dalla presenza del discorso del dissidente russo Alexei Navalny (deceduto poche settimane fa in una prigione siberiana) che apre il momento In memoriam.
Oltre alle dichiarazioni politiche, ci sono stati momenti divertenti: i più memorabili sono John Cena quasi completamente nudo sul palco a presentare la categoria dei costumi e Ryan Gosling che si esibisce in una fantastica performance dell’ormai canzone-meme I’m just Ken. Proprio Barbie verrà premiato per la miglior canzone originale (What was I made for di Billie Eilish). Il film campione d’incassi del 2023 esce un po’ a mani vuote rispetto alle aspettative di mesi fa, ma rimane il successo commerciale più importante dell’edizione.
Torna a casa senza statuetta anche Io capitano di Matteo Garrone, che però ha reso degna la partecipazione dell’Italia a questa edizione. Il film sulla tratta dei migranti è stato infatti sconfitto dal già citato film di Jonathan Glazer. Altra presenza italiana è stata quella di Andrea Bocelli e suo figlio Matteo che hanno accompagnato il momento In Memoriam sulle note di Con te partirò (quarta classificata a Sanremo 1995).
Commossa al ritiro è Da’vine Joy Randolph (The Holdovers), che ottiene meritatamente il premio come miglior attrice non protagonista. Clamorosa l’impresa del nipponico Godzilla: Minus One (37esimo film del franchise sul lucertolone di Tokyo) che scalza film come Mission: Impossible, Napoleon e Guardiani della Galassia Vol.3, nella categoria dei migliori effetti speciali. La sceneggiatura non originale va ad American Fiction, film inusuale per questo tipo di serate: una critica feroce e ironica alla società americana di oggi, tra le sue ipocrisie antirazziste e pro-minoranze che scadono nel puro business editoriale. C’è poi chi in Francia si è mangiato le mani per non aver scelto come film da presentare all’Academy Anatomia di una caduta. Il film della regista Justine Triet torna in terra francese con la statuetta di miglior sceneggiatura originale. Senza ombra di dubbio, se i cugini francesi avessero proposto il film per la miglior pellicola internazionale, avrebbero vinto.
Nota di merito all’Oscar come miglior film animato a Hayao Miyazaki per Il ragazzo e l’airone, probabilmente ultimo film del regista giapponese.
Ormai da anni in crisi, la notte simbolo del cinema americano tenta di tirarsi su, senza esagerare nei proclami e nello spettacolo. I membri dell’Academy hanno capito dopo tempo che la gloria degli Oscar di un tempo si è ormai dissolta. Resta solo raccogliere qualche briciola.
Iniziata con due ore di anticipo rispetto alla norma, questa edizione degli Oscar è stata noiosamente standard, salvata dall’alta qualità dei film in gara: dopo anni di serate turbolente, quella del 2024 sembra più classica, tenendo conto anche delle scelte fatte con i premi e dei tipi di film in gara. Sufficiente la trasmissione della Rai che ha accompagnato questa edizione; rispetto alle premesse qualitative della nostra emittente statale ci si poteva aspettare di peggio. Matano e i suoi ospiti hanno cercato di fare da cornice alla cerimonia, qualche volta riuscendo meglio, altre peggio. Disabituata a questo tipo di serate, la Rai dovrà sicuramente abituarsi e ripensare un poco lo svolgimento della trasmissione.
Sono passate solo poche ore, ma c’è chi già sta facendo pronostici sulla prossima edizione. Tra Dune Parte 2, il nuovo film in uscita di Coppola e molto altro, ci auguriamo un anno cinematografico ricco come quello passato.
Anche questa edizione volge al termine e io, con un po’ di dispiacere, vi ridò l’appuntamento a tra un anno!
di Marcello Monti
Romagnolo di nascita, ormai bolognese di adozione, studio lettere moderne all’Alma Mater. Appassionato di letteratura e cinema, ormai da due anni nell’Eclisse, amo scrivere di vari temi (da quelli più pop a quelli più ricercati e filosofici). Ho collaborato con radio web, scritto brevi racconti e procrastinato innumerevoli volte. Seguendo le lezioni di Woody Allen e Chaplin, cerco di vivere la vita come una grande commedia. Vi aspetto tra le righe e in live su Twitch, dove qualche volta cerco di dire cose intelligenti.