Tra i titoli originali che il catalogo di Netflix propone per novembre, quello che forse coglie meno l’attenzione è Tick, Tick…Boom! , film prodotto dalla piattaforma e tratto dall’omonimo musical di Jonathan Larson. Tuttavia, quest’opera si meriterebbe molta più attenzione.
Il musical narra la storia di Jon, artista e compositore squattrinato, che affronta una serie di difficoltà, mentre cerca di scrivere uno spettacolo di successo: tra i vari inconvenienti, troviamo problemi relazionali e crisi esistenziali con lo spettro della crisi dell’AIDS, che si aggira per le strade di New York.
Se la trama vi sembra familiare, è perché è davvero avvenuta: infatti, lo spettacolo è un’autobiografia musicale dello stesso Larson e del processo creativo che lo ha portato a scrivere RENT.
Ma facciamo un passo indietro o avanti, a seconda dei punti di vista.
Il 25 Gennaio 1996, RENT debutta off-Broadway, riscuotendo un successo strepitoso sia dal punto di vista di incassi al botteghino, sia da quello del parere della critica teatrale (riceverà il Premio Pulitzer per la drammaturgia lo stesso anno), diventando un cult in poco tempo, restando in cartellone per dodici anni (con 5,123 repliche) e vincendo quattro Tony Awards. Inoltre, nel 2005, la maggior parte del cast originale si è riunita per l’omonimo adattamento cinematografico, diretto da Chris Columbus (Fonte: IMDb). La trama riprende a grandi linee quella della Bohème di Puccini, narrando un anno nella vita di un gruppo di artisti squattrinati della Alphabet City di New York, a partire dalla Vigilia di Natale del 1989. Una delle particolarità dello spettacolo è che si tratta di una delle prime opere rock della storia, che, trattando tematiche come la dipendenza da eroina e la crisi dell’AIDS – e di come questa abbia colpito principalmente membri della comunità LGBTQ+ -, le porta all’occhio del pubblico mainstream. Inoltre, il cast originale comprendeva persone di tutte le etnie e generi, il che, all’epoca, non era scontato, ma forse neanche ora.
Tuttavia, c’è una nota amara: la mattina precedente al debutto dello spettacolo, Jonathan Larson muore a causa di un malore dovuto alla mancata diagnosi e cura della sindrome di Marfan, di cui soffriva. Non assisterà mai al successo globale della sua opera, ma si lascerà alle spalle un’eredità immensa, che avrà un impatto culturale molto importante.
Il teatro è sempre stato anni luce più avanti della televisione e del cinema sulla tematica dei diritti civili, basti pensare a spettacoli come Il Risveglio Di Primavera, A Chorus Line, The Rocky Horror Show, The Normal Heart e Falsettos, tutti debuttati prima degli anni ‘90, o, nel caso de Il Risveglio Di Primavera, addirittura nel 1906. Da sempre, è stato usato come strumento di critica sociale, cambiando le tematiche a seconda dell’epoca e delle lotte sociali. Sin da subito, RENT si guadagna un posto in questo Olimpo degli Dei, grazie al suo impatto sulla cultura pop dovuto alla sua colonna sonora originale e alle critiche che lo spettacolo pone alla società.
Se vi state chiedendo perché io mi stia dilungando su tutto ciò, pensate a questo: il 27 ottobre 2021, il Senato italiano ha preso, forse, quasi con leggerezza, una decisione che, purtroppo, avrà conseguenze su intere comunità di minoranze: hanno affossato il DDL Zan. Non mi dilungherò, anche se vorrei, su quanto mi faccia rabbia vedere uomini privilegiati prendere decisioni sulle teste di chi certi privilegi non ne ha. Non mi soffermerò sull’amarezza che provo ogni volta che guardo un video di Meloni, Salvini, Pillon e “politici” simili, che strumentalizzano l’ignoranza e i pregiudizi delle persone per portare avanti campagne altamente discriminatorie. Non passerò il tempo a ribollire nella rabbia che provo nel vedere un gruppo di persone, che dovrebbero rappresentarci, esultare perché possono continuare a discriminare ed effettuare veri e propri crimini d’odio nei nostri confronti, senza subire alcuna conseguenza. Non voglio dare loro questa soddisfazione.
Voglio chiudere questo articolo con un messaggio di speranza, perché è proprio quando si tocca il fondo che poi ci si rialza.
Le ultime strofe del finale di RENT recitano proprio: “There’s only now, there’s only here. Give in to love or live in fear. No other path, no other way, NO DAY BUT TODAY!” (RENT, “Finale B”, J. Larson)