NaturART
Nella nostra cultura, la natura – e di conseguenza l’ambiente – giocano un ruolo imprescindibile per la nostra vita. I fattori ambientali, d’altronde, hanno sempre influenzato direttamente la vita umana, anche se, con il progresso tecnologico e l’espansione capitalistica di città e fabbriche, l’uomo è stato pervaso da un irrefrenabile bisogno di controllare la Natura, sbilanciando quel rapporto di equilibrio che si era creato con il tempo, dimenticando le tradizioni e le pratiche, che permettevano una convivialità tra i due.
La storia, però, ci profila un’immagine della natura nettamente diversa: l’uomo si sarebbe adattato, con il passare delle decadi, ad una natura più o meno matrigna ed ostile, che era legata in senso stretto con l’esperienza umana e con le sue caratteristiche emotive e fisiche.
Prima dell’ondata tecnologica, questo rapporto natura-uomo era ben diverso: la prima assumeva i contorni di una divinità da rispettare ed assecondare. Nel corso della storia del pensiero umano, questo ruolo si è affievolito, rendendo colei che un tempo era la Madre di tutto, un’espressione dei nostri sentimenti: abbiamo quadri che ritraggono il sublime durante il periodo romantico, mari tempestosi e prati in fiore.
Basti pensare al brano musicale “November Rain”: queste due parole hanno fatto sicuramente tornare alla luce quei magici anni Novanta a tutti i nostalgici, quando i Guns and Roses pubblicarono il brano, facendolo conoscere al mondo intero, capace di incantare il pubblico attraverso la rievocazione molto suggestiva della fredda pioggia di novembre (“in the cold November rain”). La fine dell’autunno, che s’appresta a diventare inverno, è sempre stata dipinta come triste e piovosa, ma anche evocativa, quasi nostalgica. La pioggia fredda, le foglie che penzolano dagli alberi prima di atterrare al suolo, la condensa del nostro respiro che rimane appesa nell’aria per qualche secondo, prima di sparire per sempre.
La natura, con i suoi colori, i suoi profumi e le magiche atmosfere che crea, ha ispirato l’intero mondo artistico, tanto da diventare titoli di canzoni, romanzi e opere d’arte figurativa. L’ambiente e le sue numerose atmosfere hanno ispirato notevolmente la sfera artistica nel panorama culturale mondiale sin dai secoli più antichi.
Vediamo alcuni esempi di come la natura ha consigliato cantanti e poeti.
José Bispo Clementino dos Santo, conosciuto anche come Jamelão, è stato un cantante brasiliano di Samba, un genere musicale quasi dimenticato ed esclusivamente danzato. Egli ha composto una canzone dedicata alla natura e ai suoi aspetti, il Cântico à Natureza, che descrive le sensazioni e l’atmosfera che le quattro stagioni creano con il loro arrivo, mostrandone le caratteristiche principali e i pregi di ogni periodo.
Brilha no céu o astro rei com fulguração - la stella reale (Sole) brilla nel cielo abraçando a terra anunciando o verão - abbracciando la Terra e annunciando l’estate outono estação singela e pura - autunno, stagione semplice e pura é a pujança da natura - è la forza della natura dando frutos em profusão - dando frutti a profusione Inverno - inverno Chuva, geada e garoa - pioggia, gelata e fine Molhando a terra - bagnando la terra Preciosa e tão boa - preziosa e così buona

Non è solo questo il caso in cui le stagioni vengono utilizzate per creare suggestivi scenari. Vivaldi, ad esempio, compositore italiano vissuto a cavallo tra Seicento e Settecento, è conosciuto in tutto il mondo per i concerti delle “Quattro Stagioni”: quattro componimenti che, per l’appunto, ruotano attorno al nucleo tematico nella natura e di come il suo cambiamento nell’arco dell’anno abbia potenzialità decisamente differenti.
Nonostante la musica di Vivaldi (come d’altronde è la musica strumentale) sia priva di parola sintattica, è ricca dal punto di vista del significato. Nonostante non ci sia un testo comprensibile per tutti coloro che ascoltano, la sua musica indirizza l’ascoltatore in una determinata direzione interpretativa, facendogli effettivamente riconoscere nei temi melodici una descrizione delle stagioni, più o meno precisa, lasciando anche un margine per la libera interpretazione, seppur non così ampio.
La Primavera apre su un panorama in fiore, dove un pastore riposa in compagnia del suo cane. Si ode, nel frattempo, il richiamo degli uccelli che cantano dinanzi alle vallate in fiore; l’Estate, che contrasta con il clima gioioso della stagione che la precede, viene descritta a partire dalla sua calura, quando, all’improvviso, scoppia un violento temporale , che ne dimostra la forza. Segue l’Autunno, dove il compositore ci propone la scena della vendemmia, alla quale si succede l’ebbrezza causata dal vino, portando ad un clima sereno e calmo, che riprende l’immagine dei dormienti ubriachi. L’Inverno, ultima delle quattro stagioni, viene descritto dalla musica come un gelo spietato, che produce una pioggia quasi impercettibile e che cade lentamente sul terreno ghiacciato.
Édith Piaf, celeberrima e amatissima cantante francese, conosciuta per la sua canzone La vie en rose, crea un tipo di musica sentimentale che, spesso, lega il tema dell’ambiente a quello delle sensazioni umane, come se il primo fosse inconsciamente legato ai nostri sentimenti.

Il a chanté le clair printemps - lui ha cantato la chiara primavera Les oiseaux, les prés éclatants - gli uccelli, i prati luminosi Les taillis verts, les fleurs nouvelles - i boschetti verdi, i fiori appena spuntati (Il a chanté)
In fondo, chi non si è mai emozionato davanti ad un albero in fiori, chi non ha mai sospirato sotto la pioggia e chi non è mai stato rapito da un cielo tempestoso, ove lampi fulgenti si dileguano nell’atmosfera cupa e maestosa?
Un’altra canzone altrettanto celebre che utilizza elementi della natura e del paesaggio per decifrare delle sensazioni umane è Feeling good, di Anthony Newley e Leslie Bricusse, resa celebre dalla famosissima interpretazione di Nina Simone.
Birds flying high - uccelli che volano alti You know how I feel - sai come mi sento Sun in the sky - il sole nel cielo You know how I feel - sai come mi sento Breeze driftin' on by - canne trascinate dalla corrente You know how I feel - sai come mi sento
Per molti, invece, la natura diventa uno spunto per il pensiero e la riflessione. L’Infinito di Leopardi, in uno spot of time, concetto introdotto dal poeta inglese William Wordsworth per indicare un evento raro e molto breve, capace di creare una connessione profonda tra natura e uomo, si proietta al di là della siepe, che impedisce la visione, stimolando la sua immaginazione a tal punto da dare all’autore un sentimento di tensione verso l’infinito. Il poeta si immerge in una profonda meditazione, che possiamo considerare come un viaggio, i cui punti di partenza sono proprio quei pochi elementi naturali che utilizza nella sua descrizione, che ci mostrano il distacco dalla Terra e dalla realtà.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Leopardi non è l’unico ad aver intravisto nella natura una via di accesso ad una riflessione filosofica e poetica. Un altro elemento ricorrente nell’opera leopardiana è la Luna, alla quale altre sue poesie, come Alla Luna e Tramonto della Luna, si ispirano. Anche altri grandissimi artisti sono stati affascinati dal pallido chiarore della Luna, capace di innescare processi meditativi profondi. In musica, un esempio eclatante di questo procedimento è rappresentato da Claude Debussy, noto compositore francese nato nella seconda metà dell’Ottocento, il quale, nel 1890, compone “Clair de lune” – ispirata dai versi dell’omonima poesia di Verlaine – successivamente pubblicato nel 1905 nella “Suite bergamasque”. Il verso della poesia, che ha ispirato l’intera composizione e il compositore stesso, paragona l’anima umana con il paesaggio:
“Votre âme est un paysage choisi” - la tua anima è un paesaggio scelto.

La natura è anche una ricca fonte di comunicazione, come può mettere in luce, ad esempio, l’Ikebana, termine che si riferisce all’arte giapponese dell’accostamento dei fiori recisi, divenuto un vero e proprio linguaggio: attraverso particolari e “imperfette” composizioni floreali, si può percorrere un vero e proprio viaggio interiore, finalizzato alla comunicazione di messaggi e idee. Seguendo la cosiddetta via dei fiori, è possibile percorrere il cammino di elevazione spirituale, secondo i principi dello Zen. In un certo qual modo, attraverso l’utilizzo della natura, si riescono ad esprimere concetti profondi, descrittivi di una certa società e di certe correnti di pensiero.
Si può dunque affermare che la natura, oltre ad essere il territorio che ospita la nostra specie e una fonte di sostentamento, sia parte integrante della nostra espressione artistica ed emotiva. Infatti, la rielaborazione artistica della natura può descrivere società, epoche e sentimenti vissuti dagli esseri umani. La natura ispira l’anima umana a produrre arte e scienza, diventando così le fondamenta della cultura umana e delle società che abitano il pianeta, sebbene sia concepita in modo diverso da ognuna di loro. Questa riflessione, argomentata con esempi concreti, ha voluto mostrare questo legame indissolubile tra uomo e natura che tendiamo a dimenticare. Anziché sostare in un atteggiamento avverso alla natura, dobbiamo ricordare che senza di essa non potremmo esistere.
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