Ambiente e filosofia dal 1973
L’ambiente e la filosofia sono due ambiti che si sono intrecciati innumerevoli volte nel corso della storia. Già i presocratici, ossia i fisiologi che vengono prima di Platone, parlano della natura con il termine physis. Questo concetto si riferisce alla totalità delle cose e all’insieme dei processi che le riguardano. Dal punto di vista filosofico, si tratta di physis dal VI secolo a.C. con sfumature diverse e tali da non poter essere esaminate in un breve scritto.
L’atteggiamento degli esseri umani nei confronti dell’ambiente è cambiato radicalmente negli ultimi decenni del XX secolo. In questo senso si è iniziato a riflettere riguardo come l’uomo stia influenzando ciò che lo circonda in modo negativo, considerando i limiti delle risorse e dello sviluppo. Il 1973 è l’anno cruciale per il rinnovamento del pensiero, sia in ambito ambientalista che in quello animalista. A proposito di quest’ultimo, che verrà trattato in modo sintetico, è decisivo Peter Singer con il suo scritto “Animal Liberation”, in cui per la prima volta si estende la considerazione etica agli animali non umani. Il filosofo australiano si schiera contro lo specismo, cioè l’attribuzione agli esseri umani di uno status superiore rispetto alle altre specie animali. Difatti Singer segue il consequenzialismo di stampo utilitarista: l’azione moralmente giusta è quella che massimizza la soddisfazione delle preferenze del maggior numero di esseri senzienti. In questo discorso si inseriscono anche gli animali non umani, in quanto capaci di provare piacere e dolore, quindi della preferenza di non soffrire.
Per quanto concerne invece il versante ambientalista, l’autore di riferimento è Arne Næss, il quale pubblica l’articolo “The Shallow and the Deep, Long-Range Ecology Movement: A Summary”. Qui, il filosofo e alpinista norvegese delinea una prima macro-classificazione delle diverse inclinazioni allo studio del problema ambientale, introducendo i concetti “ecologia profonda” ed “ecologia superficiale”. Quest’ultima è definita come il “movimento” che da una parte “lotta contro l’inquinamento e l’esaurimento delle risorse”, dall’altra guarda “alla salute e alla ricchezza delle popolazioni dei paesi sviluppati”. Næss si serve di questo concetto per tracciare i confini generali dell’approccio ecologico più diffuso, cioè quello che vede gli esseri umani in condizione di superiorità e la natura come uno strumento. Questo approccio che viene rovesciato con la nozione di “deep ecology”, la quale mette in crisi i valori su cui si basa la società, in particolare quella di stampo occidentale. Osservare questa problematica in maniera profonda significa scavare alla radice delle ragioni che hanno portato alla crisi ecologica.
Paolo Vicentini, brillante studioso di etica ed ecologia, è lucido nell’individuare tre modi di procedere “profondamente”:
- “Interrogazione profonda”, ossia l’essere capaci di individuare le domande adeguate ancor prima di dare risposte (simile al metodo socratico). Bisogna infatti problematizzare, cioè mettere in discussione ogni aspetto della nostra vita interrogandosi sul perché ed il come delle cose.
- “Premesse profonde”, con cui Næss si riferisce ad una intuizione che contenga un valore. Il termine “intuizione” non è di facile analisi: si può considerare come un qualcosa che giunge alla mente in modo immediato e in maniera chiara e distinta. Così si creano le premesse, le quali hanno il compito di dare una visione generale del mondo e si basano sull’ontologia (la cui etimologia significa “discorso intorno l’essere”).
- “Cambiamento profondo”, che ha come obiettivo quello di mettere in discussione comportamenti ed interessi che sono consolidati nella società. Questo discorso non vale solo per i fattori che stanno portando a cambiamenti climatici irreversibili, ma si tratta di un atteggiamento critico (fondamentale in filosofia) che si intreccia con temi quali la pace, la giustizia sociale e se sia accettabile pagare un certo prezzo per la felicità (connessa al diletto).
Il tema de “l’essere profondo” si collega anche con “l’essere pubblico”. Questo significa che, una volta essersi informati adeguatamente su un argomento, si deve riflettere e sviluppare un proprio pensiero. In questo senso, dal 1973 si è sviluppata una bibliografia sterminata riguardo l’ambiente in ambito filosofico, con l’auspicio di giungere ad un radicale cambiamento prima che il nostro pianeta vada incontro alla fine per mano nostra.
Bibliografia:
- Peter Singer, “Animal Liberation”. HarperCollins, 1975, United States.
- Arne Næss, “The Shallow and the Deep, Long-Range Ecology Movement: A Summary”. Inquiry, 1973, Norway.
- Paolo Vicentini, “Unità e pluralismo del movimento dell’ecologia profonda”. Arianna editrice, 2006, Italia.
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