Ricordo ancora, come se fossero pochi giorni fa, l’ultima edizione pre-pandemica degli Oscar. In quell’ignaro febbraio di due anni fa, l’Academy regalò al mondo una delle edizioni più clamorose della sua storia: Parasite, film sud-coreano del regista Bon Joo-Ho, passato ormai agli annali di storia del cinema, vinse ben quattro Oscar (sceneggiatura originale, regia, film internazionale e miglior film). In questo modo, la kermesse di cinema1 più celebre al mondo si apriva completamente al cinema oltreoceano e ribaltava tutti i pronostici.
Nell’aprile 2020, spente le luci del palco, dell’intrattenimento e del cinema, giunse l’oscurità totale. In un anno, si passò da una delle migliori serate dei premi a, forse, la peggiore. Quella del 2021 fu un totale disastro a causa delle modalità (fortemente colpite dal virus), dei modi (senza presentatore e filo conduttore tematico della serata) e del discutibile utilizzo della scomparsa di un attore per accrescere lo share2, mettendo come categoria finale non “Miglior film”, bensì “Miglior attore” (Chadwick Boseman, scomparso nell’agosto precedente, fu superato dall’eterno Anthony Hopkins). In un anno in cui i film in gara erano per lo più, a mio avviso, dimenticabili, lo share fu il peggiore di sempre, sfiorando solamente il 10%3.
Il 2021, però, ha visto anche il ritorno delle sale, dei grandi blockbuster e dei successi al botteghino4. L’anno ormai passato ha donato un panorama sempre più variegato di opere, visioni del mondo e di storie con cui l’Academy5 ha deciso di “condire” l’edizione prossima all’arrivo (27 marzo 2022). Come vedremo in seguito, analizzando le varie categorie e nomination, gli Oscar hanno spalancato le porte (percorso ormai iniziato da anni) ai racconti delle minoranze (Lunana), alle registe donne (Il potere del cane di Jane Campion, La figlia oscura di Maggie Gyllenhaal) e hanno finalmente riconosciuto i meriti del cinema asiatico (Drive my Car di Ryusuke Hamaguchi). Insieme a queste novità, rimangono i grandi pilastri del cinema americano (Steven Spielberg con il suo West Side Story), i grandi kolossal ad alto budget (Dune di Denis Villenueve) e gli autori più espressivi degli ultimi anni (Guillermo del Toro con Nightmare Alley e Paul Thomas Anderson con Licorice Pizza).
I primi della classe sono il western sensuale de Il potere del cane (12 nomination) e il biblico Dune (10 nomination). Nell’anno dei ritorni di Spielberg e Ridley Scott (House of Gucci), l’Academy, per ovviare al flop dell’anno scorso, ha deciso di reinserire la figura del presentatore, invitando tre attrici (Regina Hall, Amy Schumer, Wanda Sykes), e di snellire la serata premiando alcune categorie prima della messa in onda, facendo esplodere la furia di registi e attori. La scelta di scegliere tre donne come presentatrici della serata ha scatenato un plauso da parte del mondo dello spettacolo: non c’era una donna a condurre la serata dal 20146.
Montaggio, make-up, suono, colonna sonora e corti saranno premiati prima della serata: scelta sicuramente condivisibile dal punto di vista televisivo, ma deprecabile da quello artistico. Ormai da anni, l’Academy sta cercando il modo di richiamare gli spettatori davanti agli schermi: dalla riduzione della durata della serata, all’idea poi accantonata di creare un Oscar “popolare” (cioè, dove a scegliere il vincitore fosse il pubblico da casa) fino all’accorpamento di montaggio sonoro e sonoro. Il 2022 sarà la prova del nove per capire se gli Oscar possano essere ancora un evento acchiappa pubblico.
Come ogni degno articolo sulla celebre notte delle statuette dovrebbe fare, anche noi cercheremo di fare dei pronostici. Premetto che, in vista della scrittura dell’articolo, non siamo riuscitǝ a vedere tutte le pellicole in tempo (alcuni film non sono ancora usciti in Italia, né in sala né in streaming), quindi potremmo fare qualche buco nell’acqua, ma è proprio questo il bello dei pronostici.
I pronostici riguardano unicamente le categorie principali e quelle tecniche, lasciando senza risposta (il che non significa che non abbiano eguale importanza) le categorie dei corti e dei documentari, di cui non abbiamo visto ancora nulla.
Categorie Tecniche e musicali
Miglior Canzone originale
I bookmakers (tutti gli esperti di “Gold Derby”7) danno quasi certa la vittoria di Billie Eilish con “No Time To Die” (titolo dell’omonimo film). In questo caso, seguiamo la corrente e confermiamo la statuetta, probabilmente l’unica, per l’ultimo film di Daniel Craig in veste di James Bond (agente 007). Attentǝ, però, a “Dos Oroguitas” di Encanto, l’ultimo classico Disney uscito a novembre 2021.
Miglior Colonna Sonora Originale
Categoria molto interessante e variegata, in quanto passiamo dalla musica western de Il Potere del cane alle note spagnoleggianti di Madres Paralelas. Anche in questo caso, però, dovrebbe vincere a botta sicura Hans Zimmer, dirigendosi verso il suo secondo Oscar, dopo quello per Il Re Leone (1994), grazie alle stupende musiche di Dune. Quest’ultimo, come vedremo, dovrebbe essere il vero “asso pigliatutto” di questa edizione: con 10 nomination, difatti, Dune dovrebbe sbaragliare gli avversari nelle categorie tecniche.
Miglior Sonoro
La sfida è tra West Side Story, No Time To Die e Dune. La “fiche” che scommettiamo è tutta sulla vittoria della pellicola fantascientifica di Villeneuve. Se dovessi scegliere un elemento che mi ha colpito maggiormente dell’ultimo film del regista canadese, sarebbe sicuramente la sublime qualità del sonoro. Si passa dalle astruse lingue aliene, elaborate a partire dai libri, ai bassi profondissimi provocati dalle navi spaziali e dalle esplosioni, facendo risuonare lo spettatore come una grancassa.
Miglior Effetti Speciali
Come accade ogni anno, la categoria degli effetti speciali è quella dei grandi blockbusters. Quest’anno troviamo il video ludico Free Guy, Bond con No Time To Die, Dune e i due grandi successi di casa Marvel, Shang-Chi e Spider-Man: No Way Home. Quest’ultimo ha distrutto qualsiasi record, arrivando a quota 1.8 miliardi di dollari nel mondo, divenendo il sesto incasso più grande della storia della Settima Arte8. La candidatura del film sul tessiragnatele è stata data più per premio verso il botteghino che per la qualità degli effetti speciali (in certe scene per nulla sufficienti). Nonostante l’amore ricevuto dai fan, il “bimbo-ragno” del Marvel Cinematic Universe dovrà arrendersi al capolavoro visivo di Dune. Personalmente, non dimenticherò facilmente la bellezza di Arrakis, il pianeta sabbioso in cui viene ambientata la pellicola.
Miglior Trucco
Nella categoria in cui il disastroso House of Gucci trova la sua unica nomination, vincerà senza rivali Gli occhi di Tammy Faye, pellicola che narra la vita di due telepredicatori (Tammy Faye e Jim Bakker) dalla loro ascesa fino alla rovinosa caduta. Qui troviamo una brava Jessica Chastain, trasformata completamente grazie alla prostetica.
Miglior Costumi
In quanto italiani, non possiamo non citare il costumista Massimo Cantini Parrini che, dopo la nomination nella scorsa edizione con il Pinocchio di Garrone, tenta nuovamente di raggiungere la statuetta con Cyrano, dove troviamo Peter Dinklage (il Tyron Lannister del Trono di Spade) nei panni dello spadaccino. Ancora una volta, Parrini dovrà accontentarsi della nomination, perché i favoriti sono Crudelia (le origini del cattivo Disney) e Dune. Seppur ci siano altri due film (Nightmare Alley e West Side Story) che meriterebbero più considerazione, qui puntiamo ancora una volta sul film tratto dalle opere di Frank Herbert. Nonostante gli interessanti costumi di Crudelia, ancora una volta Dune regala un dono per gli occhi con i suoi particolarissimi costumi.
Miglior Fotografia
La categoria tecnica per antonomasia vede cinque film con bellissime fotografie. Seppur, personalmente, darei la statuetta allo stupendo Nightmare Alley in cui ho adorato i suoi scorci oscuri e inquietanti, e gli esperti virino verso Dune, in questo caso il pronostico va, invece, verso Il Potere del Cane. Il film di Campion dovrebbe iniziare a macinare statuette a partire da questa categoria. Del resto, il film della Campion riesce, tramite la fotografia, nel compito non semplice di rendere protagonista anche l’ambiente che circonda il ranch, vero e proprio fulcro della storia.
Miglior Scenografia
Altra categoria aperta, dove rischiamo di nuovo: Dune è, secondo tantǝ, il favorito, ma la scenografia di West Side Story è talmente perfetta che non vogliamo lasciarla fuori dai giochi: la ricostruzione del West Side di New York degli anni ‘50 è sbalorditivo e completamente funzionale per i balli e coreografie (sia interni che esterni). Terzo incomodo, Nightmare Alley. Per questa volta, patteggiamo per il musical del buon vecchio Spielberg.
Miglior montaggio
Si palesano qui nuovi titoli: troviamo il musical “Made in Broadway” di Lin-Manuel Miranda, Tick,Tick…Boom con un favoloso Andrew Garfield e il discusso Don’t Look Up, la pellicola Netflix con Leonardo DiCaprio che ha spaccato in due l’opinione pubblica a causa della sua dissacrante critica sociale alla società odierna: tuttavia, si tratta di una critica che, personalmente, ho trovato geniale.
A rischio di sembrare ripetitivǝ, dobbiamo pronosticare ancora una volta la vittoria di Dune, dove il montaggio è un elemento centrale della pellicola.
Categorie attoriali, film e scrittura
Miglior Film D’Animazione
Se da un lato, negli ultimi anni, l’Academy sembra essersi aperta alla produzione estera, questo non concerne la categoria animata. Nonostante le candidature di altre nazioni e case di produzione, l’egemonia Disney, candidata con tre film (Encanto, Luca e Raya e l’ultimo drago), sbarra la porta ad altre uscite di grande pregio come il giapponese Belle, ora in sala. L’alternativa di Netflix (I Mitchell contro le macchine) e il crudo e adulto Flee non sembrano porre fine al regno Disney. Encanto è il super favorito, ma incrociamo lo stesso le dita per un colpo di scena.
Miglior Film Internazionale
Oltre a Giappone (Drive My Car), Norvegia (La persona peggiore del mondo), Danimarca (Flee) e Bhutan (Lunana: il villagio alla fine del mondo), quest’anno torniamo anche noi con È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino. Nonostante il meraviglioso film di Sorrentino, questa volta dovrebbe toccare al Giappone la vittoria della statuetta.
Miglior sceneggiatura non originale
Nonostante le candidature di Drive My Car e Dune, a mio avviso Il Potere del Cane merita decisamente il premio per il suo ottimo adattamento, senza però esagerare come gli innumerevoli elogi che si susseguiti in questi mesi.
Il potere del cane va verso un’altra statuetta, ma attenzione a Drive My Car, che potrebbe essere il “fattore Parasite” (la tendenza dell’Academy a prediligere le pellicole asiatiche si è vista nel 2020 con Parasite e, in maniera meno clamorosa, con Minari nel 2021) di questa edizione.
Miglior Sceneggiatura originale
Paul Thomas Anderson, snobbato per anni dall’Academy, dovrebbe raggiungere la sua prima statuetta per il suo anarchico Licorice Pizza (uscito il 17 marzo in Italia). Personalmente, credo che Don’t Look Up abbia veramente degli spunti geniali, ma capisco la volontà di premiare un regista che, da anni, insegue questo obiettivo.
Un’altra alternativa potrebbe essere il piacevole Belfast, pellicola del nordirlandese Kenneth Branagh (il nuovo Hercule Poirot cinematografico).
Miglior attrice non protagonista
Finalmente, giungiamo alle categorie attoriali. Di tutte le quattro categorie, quella per la miglior attrice non protagonista è la più chiusa: la DeBose, forte di Golden Globe e Bafta8 ha la strada maestra aperta per la vittoria della statuetta. Senza nulla togliere alle altre attrici candidate, l’interpretazione di Arian DeBose è uno degli aspetti migliori di West Side Story.
Miglior attore non protagonista
In questo caso, invece, la sfida è a due: Troy Kotsur, attore sordo, per il suo ruolo in I segni del cuore (CODA) e il giovane Kodi Smit-Mcphee (classe ‘96) nei panni del taciturno Peter Gordon in Il Potere del Cane. Seppur Mcphee abbia tante chance, l’apertura verso le minoranze dell’Academy fa vertere il nostro pronostico verso l’ottima interpretazione di Kotsur.
Miglior Attrice
In questa categoria, troviamo tre attrici ormai rodate, come Nicole Kidman (A proposito dei Ricardo), Penelope Cruz (Madres Paralelas) e Olivia Colman (La figlia Oscura). Tuttavia, la grande favorita è la bravissima Jessica Chastain che riveste i panni di Tammy Faye (Gli occhi di Tammy Faye).
Outsider della categoria è Kristen Stewart, definitivamente emancipata da Twilight (come il suo collega Robert Pattinson, nuovo Batman), per la sua versione di Diana Spencer nel film omonimo (dal 24 marzo nelle sale nostrane). Il cuore, in questo caso, dice Cruz, il pronostico Chastain.
Miglior Attore
Sfida a tre sarà quella tra Andrew Garfield (Tick, Tick…Boom), Will Smith (King Richard) e Benedict Cumberbacth (Il potere del cane). Mentre Javier Bardem (A proposito dei Ricardo) e Denzel Washington (Macbeth) resteranno fuori, i tre si daranno battaglia sul filo del rasoio. Nonostante i vari premi vinti da Smith, a mio avviso in un ruolo modesto in un film dimenticabile, e la bravura di Cumberbatch, il vincitore deve essere (senza se e ma) Andrew Garfield: la sua interpretazione favolosa non può non essere premiata.
Miglior Regista
Kenneth Branagh (Belfast), Steven Spielberg (West Side Story), Paul Thomas Anderson (Licorice Pizza) e Ryusuke Hamaguchi (Drive My Car) dovranno mangiare la polvere a favore di Jane Campion (Il potere del cane). Campion potrebbe avere la grande fortuna di diventare la terza donna ad aver vinto la statuetta come miglior regista per il secondo anno consecutivo, dopo la vittoria di Zhao con Nomadland nel 2021.
Miglior Film
A sorpresa, questa è la categoria più impronosticabile di tutte. Dei dieci film in corsa, ben cinque potrebbero raggiungere il premio più ambito: Drive My Car, Il potere del cane, West Side Story, Dune e Belfast. In questo caso, noi vogliamo buttarci e pronosticare West Side Story di Spielberg. Da anni, la categoria più importante non era così aperta: sebbene già nel 2020 tra gli otto film candidati ben tre si giocavano la vittoria (1917, Parasite e C’era una volta a…Hollywood), era da tempo che più di tre pellicole fossero tutte in gara con quasi la stessa probabilità di vincere la statuetta più desiderata.
Giuntǝ alla fine di questo lungo articolo, ci rendiamo conto di come quest’anno la notte degli Oscar possa regalare tante sorprese. Sperando che una delle serate più importanti per la Settima Arte possa risollevarsi dopo la disastrosa e soporifera uscita del 2021, vi salutiamo consigliandovi di recuperare i film di questa ricca edizione, dandoci appuntamento alla mattina post-statuette per scoprire quanti granchi abbiamo acciuffato o se, invece, ci abbiamo visto giusto.
Preparate snack e bibite: buona notte degli Oscar a tuttǝ!
Note
1 La kermesse cinematografica è una rassegna di appuntamenti dedicata al cinema. Si svolge tipicamente in più giorni e anche in più sedi di proiezione nella città in cui viene tenuta.
2 Cioè la percentuale di telespettatori sintonizzati su un canale in una determinata fascia oraria.
3 Oscar Viewership Rises To 10.4M In Final Numbers; Remains Least Watched & Lowest Rated Academy Awards Ever – By Dominic Patten.
4 Incassi Cinema Italia 2021, la classifica dei film più visti al Box Office – Blog di Alberto Fuschi
5 I premi vengono conferiti dall’Academy, un’organizzazione professionale onoraria costituita da personalità che hanno portato avanti la loro carriera nel mondo del cinema quali attori, registi, produttori e tanti altri.
6 L’ultima donna a presentare la notte degli Oscar fu Ellen DeGeneres.
7 Sito web che tratta dei vari pronostici cinematografici
8 ‘Spider-Man: No Way Home’ Takes Down ‘Avatar’ to Become Third-Biggest Movie Ever at Domestic Box Office by Rebecca Rubin.
9 Il primo è un premio dato da un’associazione di giornalisti cinematografici. Il secondo è l’equivalente degli Oscar nel Regno Unito.
di Marcello Monti
Studente all’Università di Bologna, romagnolo di nascita, da anni coltivo le mie passioni (letteratura e cinema in primis). Dal 2016 faccio parte di una radio bolognese dove dal 2019 presento un programma dedicato alla letteratura indipendente. Tra un film, un libro e (ahimè!) un esame scrivo per l’Eclisse. Cari lettori vi aspetto tra le righe!