“Sono diventato Lumen per necessità, perché il mio cognome è abbastanza pesante, anche se non ci sono gradi di parentela con l’omonimo Marco”, così esordisce Luca Mengoni, in arte Lumen. A soli 20 anni con tre singoli all’attivo, Luca è un giovane milanese pieno di potenzialità e tanta voglia di creare.
Incontro Luca una mattina al Bar Magenta di Milano, curiosa di sentire come si sta evolvendo il suo percorso artistico: fa un certo effetto se penso che abbiamo frequentato lo stesso liceo avendo un solo anno di differenza. Ricordo di averlo visto per la prima volta alle prove del concerto della scuola con una chitarra in mano e la sua fidata loop station1.
“Adesso faccio un po’ di tutto, dal busking2 alla produzione musicale.”
Mi racconta che la sua passione per la musica è iniziata da piccolo con i karaoke in casa (“cantavo sempre Laura non c’è di Nek”) e un corso di chitarra alle elementari. “In realtà, in famiglia nessuno fa musica, però in casa ho sempre sentito il loro supporto e anche dagli amici che vengono sempre a sentirmi quando suono in giro. A volte, credono in quello che faccio più di me e questo sicuramente mi spinge a continuare”.
Inoltre, Ed Sheeran è stata un’ispirazione molto presente nel suo percorso artistico: il cantautore britannico ha contribuito nell’orientamento del sound di Lumen. Con l’affermarsi della scena indie italiana, lo sguardo si è spostato verso gli artisti giovani del momento, tra i quali Ultimo, Random e Alfa. Dopo anni di scrittura e tentativi, adesso Lumen può affermare di aver trovato un suono “tutto suo” con determinati meccanismi che riconosce come propri.
L’ESORDIO
“Ho iniziato a fare busking a 14 anni dopo aver letto di così tanti artisti che scappavano di casa e vivevano di quello. Allora, mi sono comprato la cassa a batterie più economica che c’era su Amazon e mi sono messo abusivamente in Porta Venezia a suonare. Ero totalmente ignaro del fatto che forse c’era bisogno di avere un permesso: sono andato e basta (ride) e infatti le forze dell’ordine me lo hanno caldamente fatto notare.” Infatti, a Milano è necessario avere 18 anni per potersi iscrivere alla piattaforma di Informagiovani e ottenere il permesso. In questo modo, è possibile prenotare una postazione sul sito per un paio d’ore, purché lo spazio occupato rientri nei nove metri quadri. “Almeno qui non devi pagare come a Venezia, ma rispetto all’estero è una follia. A Londra ti metti in fila alle postazioni e quando arriva il tuo turno, suoni: è più nello spirito del busking, meno istituzionale”.
Luca compie un ulteriore passo avanti nel mondo della musica nel marzo 2018 nello studio del produttore di Toto Cutugno, con il quale lavora per tre anni fino all’aprile del 2021. In questo periodo (settembre 2020) esce il suo primo singolo, Quattro e Venti, scritto due anni e mezzo prima, divenuto il risultato finale di decine di versioni, ripensamenti e di un duro lavoro. Il pezzo ha una produzione potente, aggressiva fin dal primo secondo, alternando un ritornello incalzante a strofe rap. Assieme ad un video musicale dall’atmosfera cupa e un testo che evoca un paesaggio urbano notturno pieno di insidie, così Lumen inizia il suo cammino nel cantautorato. Ripensando a Quattro e Venti, sorride e si dichiara soddisfatto di essere partito con quel singolo, che ha avuto un buon riscontro per essere il primo.
I due singoli successivi, Il mondo che vedi e Normale, escono rispettivamente il 10 dicembre 2020 e il 12 agosto 2021. A questo proposito, Luca mi confessa: Quattro e Venti l’ho scritta apposta per essere il contrario di me, invece Il Mondo che vedi e Normale sono più commerciali e più orecchiabili, quindi sono andate meglio. Poi, lavorare con Matteo (UTENTE175, amico di Luca che, come lui, si sta facendo strada nella scena indie italiana con contaminazioni emo e punk) è stato bellissimo: era un progetto che avevamo in mente da un sacco di tempo e siamo contentissimi del risultato”.
Partendo da tre singoli, Lumen sta creando il suo angolino di mondo e il suo sound personale passo dopo passo, cercando di non lasciarsi incasellare in un genere fisso. “Sono d’accordo con Fedez quando dice che l’etichetta del genere musicale serve più a chi deve raccontare la musica che all’artista. Infatti, si finisce sempre per dire ‘non voglio etichette’. Però, se devo mettermi dalla prospettiva dell’ascoltatore, ti direi che rientro nel pop con tratti di rap. Adesso, però, mi sto spostando nell’R&B, tipo Cinquanta Sfumature di Grigio. Vorrei uno stile così, ma in italiano, che lavora più sui bassi e dà la carica.”
Da maggio 2021, Lumen sta lavorando con un nuovo produttore e manager, cimentandosi nella produzione di lavori sia personali che altrui. Avendo da sempre lavorato come autodidatta, confrontarsi con esperti lo sta spingendo a migliorarsi ogni giorno e a ricercare la sua “luce”, perché sì, il suo nome d’arte ha un significato: ispirandosi ad uno dei suoi cantanti di riferimento (Ultimo), Lumen ha afferrato il concetto di rivalsa sociale, di prendere il bene dal male, e ne ha tirato fuori una “luce interiore”, al punto tale che uno slogan che appare spesso sui suoi social è “Tieni Accesa La Tua Luce”.
Quindi, cosa ci riserva il futuro di Lumen?
Aveva partecipato ai casting di Amici nell’estate del 2021, ma non voleva andare oltre. In comune accordo col suo manager, hanno concluso che i talent possono diventare un’arma a doppio taglio: se da una parte danno grandissima visibilità, essi diventano anche un’etichetta difficile da scrollarsi di dosso, con il rischio di essere definiti “quello di Amici”. Quindi, Lumen preferirebbe tentare la strada di Sanremo Giovani, come i suoi due amici Matteo Romano (esordito su TikTok con “Concedimi” e poi sul palco di Sanremo 2022 con Virale) e senza_cri (pseudonimo di Cristiana Carella, che ha partecipato a Sanremo Giovani 2022 con A Me e che Luca considera come una sorella). “Grazie al loro esempio, anche mia madre vede che è fattibile, quindi mi spinge molto a procedere nel mio percorso. Ovviamente, continua a dire le classiche cose da genitori, come “devi avere un piano b” e così via, ma so che ha fiducia in me, come tutti i miei amici”.
Insomma, ci dobbiamo aspettare grandi cose. Grazie al busking, il suo talento è stato riconosciuto anche da Random, cantante e rapper napoletano della classe 2001, divenuto famoso grazie alla sua hit doppio disco di platino Chiasso.
Mentre chiedo a Luca di raccontare questo particolare episodio, sorrido e ripenso al giorno in cui ho visto la vicenda dispiegarsi attraverso le sue Instagram stories. “Era settembre 2020 e stavo cantando un pezzo di Random. Noto che una ragazza mi sta filmando e fin qui tutto normale. Tuttavia, a fine canzone, si avvicina per dirmi che è dell’ufficio stampa di Random e che gli ha mandato il video. Io già in quel momento ero euforico, ma non è finita lì. Un ragazzo mi ha lasciato 10 euro nella custodia della chitarra, chiedendomi di suonare Chiasso: non ho fatto in tempo ad iniziare a cantare che dalla folla di Piazza Duomo è uscito Random, che ha preso il secondo microfono (collegato alla loop station) e abbiamo cantato insieme. In un attimo, si è radunato davanti a noi un centinaio di persone e sono finito anche nelle sue stories. Mi ha anche ringraziato, è stato proprio surreale!”.
Un consiglio per chi vuole intraprendere questo percorso nell’industria musicale?
“Circondatevi di persone che vi mentono (ride). Sto scherzando: circondatevi di amici che vi vogliono bene, ma che vi mentono per il vostro bene. Riascoltando i pezzi che scrivevo prima di far uscire Quattro e Venti, penso che non fossero proprio il mio massimo. Eppure, i miei amici mi hanno sempre supportato a prescindere, dandomi la forza di migliorarmi continuamente. Ogni volta che facevo un passo avanti e mi auto incoraggiavo, subito dopo mi accorgevo di tanti altri difetti e mi buttavo giù. Perciò, in particolare a 14 anni, se mi avessero affossato subito, avrei mollato. Io stesso sono consapevole di essere migliorato e che dovrò migliorare ancora: sono ancora solo al 10% delle mie capacità! Ascoltate le critiche, ma soprattutto, buttatevi e uscite di casa. Se rimanete a scrivere pezzi nella vostra cameretta, nessuno li ascolterà mai; se invece uscite e agite, magari incontrerete solo persone che vi importunano oppure, magari, vi capiterà Random che canta una canzone con voi.
Uscire e fare: questo è il consiglio più grande che posso dare!”.
Buon ascolto, e tenete accesa la vostra luce!
Note
- La loop station è un particolare pedale che ha la funzione di mandare in loop i segnali audio che gli vengono trasmessi. In commercio, si trova sotto varie forme: un pedalino singolo, un rack o una pedaliera. Lo scopo è la riproduzione di brevi pezzi musicali in modo continuativo.
2. Chi pratica busking si esibisce per strada, solitamente cantando e suonando per guadagnare dei soldi.
di Vittoria Tosatto
Nata a Vimercate nel 2001 e cresciuta nei meandri della Brianza, frequento il corso di Lingue, Comunicazione e Media all’Università Cattolica di Milano, e ancora mi chiedo perchè ho scelto la vita da pendolare. Le mie “guilty pleasures” sono i musical, le aste e i libri che finiscono male. Assieme a Alessandro Orlandi gestisco la sezione di scrittura articoli, e spesso mi troverete a scrivere pezzi su letteratura, donne sconosciute della storia, e la cultura pop.