Riuscire a raccontare la grandezza di un personaggio come Franco Battiato nel poco spazio di un articolo è difficile.
La maggior parte di noi lo ricordano solo come cantante, ma nel corso della sua vita, Battiato ha esplorato diversi campi dell’arte e non solo: è stato un pittore, ma anche un regista, un politico e uno scrittore. Tuttavia, è soprattutto con la sua musica che ha saputo osservare e immaginare evoluzioni e involuzioni della nostra società, poiché le sue canzoni rappresentano un’attenta analisi di come va il mondo, di come la storia dell’umanità si sta evolvendo.
Gran parte dei libri – o degli articoli – che trattano della vita e della carriera di Franco Battiato si concentrano esclusivamente – o quasi – sugli album pubblicati dal ‘79 in poi, quando il cantautore ha abbandonato la fase dello sperimentalismo elettronico per affrontare tematiche più mistiche, religiose e ascetiche. Dalla pubblicazione de L’era del cinghiale bianco (1979) le canzoni di Battiato si concentrano sulla ricerca di un contatto con un essere superiore, come ne La Cura che rappresenta un dialogo di amore e devozione nei confronti di un’entità ultraterrena. Gli album risentono delle letture di Gurdjieff, del sufismo, dei salmi biblici e successivamente, anche degli scritti di Sgalambro, che sarà autore, insieme a Battiato, di alcuni brani interpretati dal cantante. Gli album successivi allo sperimentalismo non sono solo i più analizzati dai critici, ma anche i più conosciuti dal pubblico.
Poco si parla, invece, dei primi dischi dell’artista (e ancora meno dei singoli pubblicati prima del 1972. Questo è dovuto, probabilmente, al fatto che lo stesso Battiato sminuiva quegli album, dichiarando:
«Il valore da dare a quei primi dischi è diverso se lo contestualizziamo ad allora perché le cose che proponevo erano completamente nuove. La parte più valida del mio lavoro però, secondo me, è quella mistica». 1
Ciononostante, il rapporto tra Battiato e lo sperimentalismo non si esaurisce nel 1979: il cantante, infatti, riprenderà la fase sperimentale nel 2014 con l’album Joe Patti’s Experimental Group.
Già da questi primi album, che appartengono alla fase dello sperimentalismo, in particolare nei primi due – Fetus e Pollution – emerge la capacità del cantante di Ionia di anticipare tempi, tendenze, mode e stili della società con un atteggiamento quasi profetico. Entrambi sono ispirati ai romanzi fantascientifici di Huxley: Il mondo nuovo e Ritorno al mondo nuovo. Inoltre, Battiato, in quel periodo, era affascinato dalle materie e programmi scientifici come la biologia e la trasmissione televisiva Destinazione uomo (una sorta di antenato di Super Quark).
Da un punto di vista tematico, Battiato riprende i temi dei due romanzi, dove viene immaginata una società del futuro in cui gli esseri umani vengono generati in provetta e sono divisi in gruppi: la classe α, dominante, e le classi β, γ, δ, e ε, classi inferiori e sottomesse. I romanzi, così come i due album, rappresentano una critica della società contemporanea in cui i due autori scrivono e compongono (il periodo compreso tra gli anni ‘30 e gli anni ‘60 e gli anni ‘70), ma anche una previsione di realtà future.
Fetus (1972) è “dedicato alla persona e all’opera di Aldous Huxley”2e ripercorre le fasi di evoluzione di una cellula dal momento del concepimento alla sua nascita. L’evoluzione della cellula dovrebbe terminare con la nascita, e quindi la vita, ma nell’album il venire al mondo corrisponde alla morte, all’inizio di un percorso di dolore e sofferenza. Già dalla prima traccia, Energia, Battiato sottolinea la casualità della vita: durante l’atto sessuale si sviluppa un embrione a partire da migliaia di possibilità, per cui ogni individuo nasce per frutto del caso: la fecondazione diventa un processo freddo, privo di amore e meccanico. Anche nei brani successivi viene messo in luce il processo di trasformazione da esseri umani a macchine. Giunto all’ultima fase della sua esperienza come cellula, il nascituro si trasforma in un essere con poteri sovrumani, molto più simile a una macchina che a una persona.
Quella di Battiato è una critica alla modernizzazione e alla società del consumismo, in cui ogni individuo ha un proprio ruolo e una propria funzione: il progresso e la meccanizzazione del lavoro ci illudono di vivere in una società perfetta . L’altra faccia della perfezione è, però, la mancanza di amore e di sensibilità, una sorta di assuefazione alla vita per cui trasformiamo da viventi a morenti.
Ascoltando l’album si ha l’impressione di compiere un viaggio interstellare, all’interno di un universo parallelo: il risultato è quello di vivere un’esperienza psichedelica all’interno di una realtà straniante, una percezione possibile solo grazie alla musica di Battiato. L’aspetto della composizione musicale è interessante perché sembra mettere in luce una contraddizione tra i testi e le musiche: i primi si concentrano sugli effetti negativi che le macchine hanno sull’umanità, mentre le musiche sono realizzate attraverso l’ausilio dei sintetizzatori, VCS3 e la drum machine, che producono suoni impossibili da realizzare dagli strumenti musicali classici. Il risultato è un album contro le macchine, realizzato attraverso l’ausilio delle macchine. Per rendere l’esperienza dell’ascolto ancora più straniante, Battiato inserisce brani di altre composizioni e suoni, come le voci di bambini, il dialogo degli astronauti durante la missione dell’Apollo 11 o brani di musica classica. Tra i suoni inseriti, compare quello di un battito cardiaco. Si ottiene un parallelismo in negativo con la canzone dei Pink-Floyd Embryo: il battito cardiaco nella canzone del gruppo britannico viene riproposto in Fetus, ma con un significato contrario: in Embryo rappresenta la vita, mentre nell’album di Battiato è un suono meccanico che prefigura la morte.
Già da questo primo album emerge la tendenza del cantante a mescolare stili e musiche diverse, non solo ispirandosi ad altre composizioni musicali e letterarie, ma citandole in maniera esplicita (basti pensare a Frammenti in Patriots (1980) il cui testo è composto interamente da citazioni). Battiato non si limita a provocare attraverso le parole e le musiche: la copertina stessa e la campagna pubblicitaria dell’album sono del tutto innovative. Il davanti della copertina presenta l’immagine di un feto, Valerio Puntointerrogativo, conservato in formalina. Il retro presenta una foto di Battiato con occhiali trasparenti, baffi a manubrio e un completo da tecnico nucleare. All’interno viene mostrata l’opera di Niki de Saint Phalle Hon-en katedral. Nella campagna pubblicitaria dell’album viene utilizzata una foto realizzata per la pubblicità di un divano, in cui il volto di Battiato è ricoperto da cerone bianco. Il cantante indossa dei pantaloni con la bandiera americana e accanto compare la scritta: “Che c’è da guardare? Non avete mai visto un divano”.
Finardi ha descritto Fetus come “un viaggio nel futuro”3. Sin dalle sue prime produzioni, emerge in Battiato una tendenza all’infinito, all’andare oltre il tangibile. Lo stesso feto, in una delle tracce dell’album – Anafase – compie un viaggio nello spazio. La ricerca di una dimensione ultraterrena, che sia spaziale o metafisica, accompagna tutta la musica del cantante. Considerando anche la sua vicenda biografica, come i lunghi periodi di isolamento nella sua casa in Sicilia, si nota in Battiato la ricerca di una pace interiore e di un’astensione dai turbamenti che affliggono l’uomo moderno. Questa tendenza dell’artista all’ascetismo lo ha portato a realizzare brani che suonano come un monito per l’umanità, un avvertimento e una profezia per il futuro. Tornando all’affermazione di Finardi, il futuro assume un duplice significato: da un punto di vista musicale, le composizioni di Battiato sono un’assoluta innovazione nel panorama della musica italiana; da un punto di vista tematico, Battiato ha descritto una situazione verso cui l’umanità sta effettivamente andando, infatti, l’uso delle macchine nella vita degli esseri umani è sempre più pervasivo.
Questa aspirazione all’infinito si ritrova anche nel secondo album, Pollution, che sembra essere ancora più premonitore, visti anche i disastri ambientali a cui la Terra sta andando incontro. Se oggi parlare d’inquinamento è all’ordine del giorno, nel 1973 non era così scontato. Più che di inquinamento, l’album parla di inquinamenti: ambientale, sociale ed emotivo. L’inquinamento ambientale è solo un riflesso dell’inquinamento emotivo e sociale del nostro tempo, sempre più caratterizzato dalla sovrapproduzione di immagini e suoni, dallo spreco e dalla necessità continua di fare acquisti. Il tema è annunciato dalla copertina stessa, che mostra, in modo meno impattante rispetto all’album precedente, un limone con un bullone conficcato, su alcune mattonelle che riproducono un terreno. Le mattonelle erano state esposte alla mostra Pollution, per una nuova estetica dell’inquinamento, in piazza Santo Stefano a Bologna, che venne completamente ricoperta da mattonelle che riproducevano zolle di terra con qualche filo d’erba. Il retro dell’album raffigura sempre il cantante, che questa volta indossa una pelliccia rossa e porta i capelli lunghi, mentre all’interno compare una foto del gruppo che ha lavorato all’album. Riprendendo le tematiche e le atmosfere di Huxley, Battiato ambienta l’album dopo la fine del mondo che avverrà il 31 dicembre 1999 alle ore 9.00, circa trent’anni dopo l’uscita del suo album (fortunatamente, non è avvenuta). Oltre al romanzo di Huxley, altre fonti d’ispirazione sono il comunicato dell’assemblea dei Centri Internazionali Studi Magnetici e gli studi sul magnetismo di Pierluigi Ighina, infatti, il disco viene definito dall’artista stesso come “Gesto sonoro in sette atti dedicato al Centro Internazionale Studi Magnetici.”.
Da un punto di vista musicale, con questo album, Battiato si apre alle sperimentazioni del rock, senza abbandonare del tutto l’elettronica e, soprattutto, il citazionismo. L’inquinamento fa riferimento anche alla contaminazione musicale. La canzone di apertura , Il silenzio del rumore, è una sintesi dell’album stesso:
Il silenzio del rumore
Delle valvole a pressione
I cilindri del calore
Serbatoi di produzione
Anche il tuo spazio è su misura
Non hai forza per tentare
Di cambiare il tuo avvenire
Per paura di scoprire
Libertà che non vuoi avere
Ti sei mai chiesto
Quale funzione hai?
Lo spazio di movimento dell’uomo è asfittico e pressante, ridotto dalla presenza sempre più incombente delle macchine: l’uomo è completamente assuefatto ai continui rumori (inquinamento acustico) prodotti dal progresso e dall’industrializzazione che annientano le capacità riflessive dell’uomo.
La traccia presenta un assunto implicito: quando Battiato ci domanda “Ti sei mai chiesto quale funzione hai?”, sottintende che ognuno abbia necessariamente una funzione a cui rispondere. Più ambigua, però, è la riflessione sulla consapevolezza di avere questa funzione. La domanda si può sciogliere in due modi, “Ti sei mai accorto che hai una funzione?” oppure “Visto che tutti hanno una funzione, ti sei mai chiesto quale sia la tua?”.
Dopo la fine del mondo, descritta nel lato A del disco, il lato B racconta la vita dei sopravvissuti che si stanno trasformando in pesci. Nell’ultima traccia viene riproposta in maniera ossessiva, ripetuta e martellante la domanda “Ti sei mai chiesto quale funzione hai?”, la stessa della prima traccia. Alla fine nel brano si sente il pianto di Battiato, singhiozzi per la sofferenza del genere umano. Per questo l’album viene descritto come “un requiem per la fine dell’umanità”.4 L’atmosfera ha un effetto ancora più straniante rispetto al primo album: la musica riproduce una sorta di delirio e la completa perdita di orientamento, un presagio sul futuro dell’umanità. Che arrivi o meno la fine del mondo, Pollution anticipa di trent’anni non tanto il discorso sull’inquinamento quanto la sua gravità e, soprattutto, di come questo sia la causa – o l’effetto – di un malessere sociale e diffuso.
Le tematiche trattate in Fetus e Pollution ritornano negli album successivi: basti pensare a La voce del padrone e ancor di più a Orizzonti perduti, in cui il cantante sente la necessità di Un’altra vita per superare i propri malesseri speciali. Il tema della sovrapproduzione di suoni, non solo della musica ma anche della mente, ritorna della stessa canzone che si apre con “Certe notti per dormire mi metto a leggere/ E invece avrei bisogno di attimi di silenzio” e nella canzone La musica è stanca (Orizzonti perduti,1983), dove Battiato sottolinea come anche la musica stia diventando un rumore che contribuisce all’annientamento dell’uomo: “In quest’epoca di bassa fedeltà e altissimo volume/Il rumore allucinante delle radio non ci molla mai”
Come detto in precedenza, riuscire a descrivere tutta l’evoluzione artistica di Battiato in un solo articolo è complesso, per questo, mi sono concentrata sui primi due album, per raccontare i primi passi nel mondo della musica di un genio. Conoscere la musica di Battiato significa fare un viaggio enciclopedico attraverso il sapere dell’umanità. Ascoltando le sue canzoni, non emerge solo la cultura incredibile di quest’uomo, ma anche la sua straordinaria capacità di mettere in relazione discipline lontanissime tra loro, di far dialogare il sacro e il profano. È impressionante la capacità di Battiato di far convergere all’interno di uno stesso brano stimoli che rimandano a mondi solo apparentemente inconciliabili. La sua musica è il frutto di grande curiosità, attenta osservazione e profonda riflessione, della ricerca costante di giungere alla versione migliore di sé.
- https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/09/07/battiato34.html
- Scritta all’interno dell’album
- Battiato, 50 anni fa “Fetus” il suo primo album (avvenire.it)
- . Zuffanti, Battiato. La voce del padrone. 1945-1982: Nascita, Ascesa e consacrazione del fenomeno p. 99.
Marta Tucci
Mi chiamo Marta Tucci e studio Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi Roma3. Quando non sono immersa nei miei viaggi mentali mi piace leggere e scrivere. Mi occupo di musica, filosofia e comunicazione.
Fetus è del 1972 mentre The Dark Side Of The Moon è del 1973: il battito cardiaco presente in Fetus viene riproposto in Speak to me e non viceversa…
Ciao Francesco,
Grazie per la precisazione: abbiamo corretto le date. Per quanto riguarda la questione del battito cardiaco, la nostra autrice ha usato come fonte un testo universitario, che al momento non ha a disposizione per controllare – appena le sarà possibile rettificheremo anche quel punto dell’articolo, anche se a rigor di logica dovrebbe essere come dici tu.
Grazie ancora per il tuo commento: teniamo molto alla precisione dei nostri articoli.
Buona serata,
La Redazione