Attraversare la linea d’ombra
Nel corso della propria esistenza, ognuno di noi si trova a dover attraversare un momento di passaggio che lo porterà dalla giovinezza all’età adulta. Questo processo, costituito da dubbi, incertezze, ansie, ma anche da speranze ed eccitazioni, viene descritto da Conrad ne La linea d’ombra, romanzo di formazione scritto all’inizio del Novecento. Il titolo originale è The Shadow Line: A Confession, dove il termine “confessione”, eliminato nel titolo italiano, sottolinea l’aspetto personale ed individuale del racconto del protagonista e la dimensione introspettiva del romanzo. Come scrive lo scrittore inglese:
«Solo i giovani hanno di questi momenti. Non intendo i giovanissimi. No. I giovanissimi, per essere esatti, non hanno momenti. E privilegio della prima giovinezza vivere in anticipo sui propri giorni in un ininterrotto flusso di speranza che non conosce pause né introspezione. Ci chiudiamo alle spalle il cancelletto della fanciullezza ed entriamo in un giardino incantato. (…) Andiamo avanti eccitati, divertiti, riconoscendo i segni lasciati intorno a noi da chi ci ha preceduti, accettando insieme la buona e la cattiva sorte (…). Si. Andiamo avanti. E anche il tempo va avanti - fino a quando distinguiamo di fronte a noi una linea d'ombra che ci avvisa che bisogna lasciarsi alle spalle anche la regione della prima giovinezza. Questo è il periodo della vita in cui è più facile che capitino quei momenti di cui ho parlato. Quali momenti? Be’, momenti di noia, di stanchezza, di insoddisfazione. Momenti avventati. Momenti, intendo, in cui chi è ancora giovane è portato a compiere gesti avventati, come sposarsi all'improvviso o abbandonare un lavoro senza alcun motivo.»1
La linea che ci divide dal diventare adulti è sottile e impalpabile, la attraversiamo senza quasi accorgercene e, soprattutto, senza la possibilità di tornare indietro. In questo processo, siamo costrettə a fare i conti con noi stessə, le nostre paure, i nostri limiti e le nostre capacità. Il passaggio dall’infanzia alla fanciullezza è netto, tanto che Conrad utilizza la figura del cancello per rappresentarlo, mentre, per diventare adulti, si attraversa un limite immateriale e indefinito. Per oltrepassarlo ci si prepara a lungo, giorno dopo giorno, costruendo, fin da ragazzə, gli adulti che saremo.
Da sempre la letteratura ha dato grande importanza al periodo che precede il passaggio di questa, al punto da creare un vero e proprio genere letterario: il romanzo di formazione. Convenzionalmente, il romanzo di formazione nasce tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento in Germania, prendendo il nome di Bildungsroman. Il romanzo che fa da apripista al genere è Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister di Goethe, pubblicato nel 1976.
In realtà, fin dall’antichità diversi autori si sono occupati di descrivere il processo di formazione che porta all’età adulta: basti pensare alla Telemachia contenuta nell’Odissea, in cui il protagonista, ossia Telemaco, figlio di Ulisse e Penelope, compie un viaggio alla ricerca del padre. Anche l’Ars Oratoria di Quintiliano, sebbene non sia considerato come un vero e proprio romanzo di formazione, ma piuttosto un trattato pedagogico, si concentra sulla preparazione dell’oratore ideale, facendo riferimento anche alla formazione dell’individuo in maniera più generale. L’innovazione di quest’opera pedagogica risiede nell’introduzione di un metodo educativo, che esclude le punizioni corporali, e nell’idea che ogni individuo possa diventare ciò che desidera a prescindere dalle sue origini.
I racconti di formazione si sono diffusi anche durante il Medioevo. Nella novella di Andreuccio da Perugia, Boccaccio descrive il cambiamento del protagonista che, nel corso di una notte, si trasforma da ragazzo ingenuo e facilmente ingannabile a ragazzo furbo, capace di acquisire una ricchezza maggiore di quella che gli era stata rubata, anche se la vera ricchezza acquisita non è tanto quella materiale, quanto quella che deriva dalle esperienze fatte che lo hanno aiutato a crescere.
Ad oggi, credo che il romanzo di formazione più diffuso tra i giovani sia Harry Potter. In sette romanzi, J.K. Rowling ci descrive l’evoluzione del protagonista da quando entra ad Hogwarts a soli 11 anni, fino alla sconfitta definitiva del suo nemico, Voldemort. La saga non racconta solamente lo scontro tra il bene e il male, ma le evoluzioni che tutti i personaggi – e non solo del protagonista – compiono durante i sette anni nella scuola di Hogwarts, descrivendoci i pensieri, le emozioni, i rapporti, le amicizie e le difficoltà dei giovani maghi. Ogni anno, Harry e i suoi amici Ron e Hermione, che lo aiutano e lo accompagnano, si troveranno ad affrontare prove sempre più difficili, che rappresentano un’occasione di crescita e maturazione, fino ad arrivare alla battaglia finale contro il Signore Oscuro. Sapere di essere il “Prescelto” rappresenta per Harry un motivo di insicurezza e fragilità, in quanto sente su di sé il peso di responsabilità più grandi di lui. Soprattutto nell’ultimo romanzo della saga, ovvero Harry Potter e i doni della morte, in cui i tre ragazzi, diventati ormai giovani adulti, si trovano ad affrontare sfide sempre più difficili, emergono nuove paure, ma anche nuove capacità e caratteristiche che dimostreranno la loro evoluzione e che sono pronti ad attraversare la linea d’ombra.
Cruciale nel romanzo di formazione è il punto di rottura dell’equilibrio: affinché ci sia un cambiamento o una crescita da parte del protagonista, è necessario che ci sia un ostacolo, una difficoltà da superare. Nel romanzo di Conrad, il protagonista è il comandante di una nave che, da tempo, è ferma in mare a causa della bonaccia: le provviste stanno finendo e tra la ciurma dilaga un’epidemia. L’unica speranza è che il vento ritorni a soffiare. Quando però tutto sembra perduto, scoppia una tempesta: un evento generalmente considerato negativo, si trasforma nell’opportunità per il protagonista di dimostrare le proprie abilità di marinaio e le sue capacità di compiere le scelte giuste al momento giusto, portando l’equipaggio in salvo. Metaforicamente, la tempesta rappresenta la linea d’ombra e la possibilità di attraversarla.
In alcuni romanzi di formazione, come ne L’Alchimista di Paulo Coelho, il protagonista è mosso dalla ricerca di un tesoro, per questo intraprende un viaggio di due anni. Ogni tappa del viaggio rappresenta un nuovo livello di conoscenza. Al termine del viaggio, il protagonista non solo troverà un tesoro inaspettato, molto diverso da quello che cercava, ma sarà diventato finalmente adulto. Il tema della quest rappresenta il fulcro centrale, non solo ne L’Alchimista, ma anche in altri romanzi che appartengono al genere di formazione. Nel corso del romanzo, il protagonista ha sempre l’impressione di essere alla ricerca di qualcosa o di qualcuno, in realtà, però, la vera ricerca consiste nel viaggio che compie, al termine del quale scopre di essere cresciuto, e che la vera ricerca era quella orientata verso se stessi e la propria vera essenza.
Da I dolori del giovane Werther a Harry Potter, passando per Jane Eyre, Piccole donne, I Malavoglia e David Copperfield, dunque,i romanzi di formazione ci aiutano a identificare chi siamo e a costruire chi vorremmo essere.
Attraversare la linea d’ombra è faticoso, occorre una lunga preparazione, ma la letteratura ci viene incontro. Nei romanzi troviamo modelli ed esempi da imitare, personaggi nei quali ci identifichiamo, altri a cui non assomigliamo, anche se vorremmo; altri ancora che sentiamo distanti da noi, ai quali non vorremmo mai avvicinarci. Rispetto ai libri per l’infanzia o alle favole, i romanzi di formazione ci spiegano le scelte e i sentimenti che spingono i protagonisti ad agire in un modo, spesso anche commettendo errori, ma l’approfondimento psicologico è maggiore. Identificarsi nei personaggi è facile, perché si tratta di persone comuni, lontane dai modelli di perfezione tipica degli eroi antichi. Hanno un’identità che si sta formando, non sanno chi sono, né dove stanno andando: ogni esperienza rappresenta per loro l’occasione di crescere e di imparare. Si chiama romanzo di formazione perché ha l’obiettivo di aiutare chi legge a plasmare la propria identità, aiutarlo a crescere.
di Marta Tucci
Note
- Conrad, J. La linea d’ombra, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, VI, p. 13-14