Premessa
L’Eclisse è per sua fondazione una rivista di studenti universitari e in quanto tale, volente o nolente, per la natura stessa della composizione anagrafica della popolazione universitaria, si trova spesso a riportare temi e punti di vista nelle corde della cosiddetta generazione Z, ovvero coloro nati dal 1997 al 2010, i giovani insomma. In questo editoriale, però, si è scelto di trattare a piene mani il tema della gioventù, di chi sono questi perennemente nominati “giovani”.
Ovviamente, non siamo i primi giovani e non saremo, crisi climatica permettendo, gli ultimi che potranno fregiarsi di tale titolo, testimone è l’uniforme diffusione del romanzo di formazione, che, come Marta Tucci ci illustra nel suo articolo, è un genere profondamente radicato tanto nella letteratura antica, vedasi ad esempio Quintiliano, quanto in quella contemporanea. Temi e modi di raccontare sono sicuramente differenti nell’Ars Amatoria dell’autore latino e in Harry Potter di J.K. Rowling, il più diffuso romanzo di formazione, e questa variazione di raccontare è specchio anche del mondo in cui i giovani del proprio tempo si trovano a crescere.
Anche Marta Urriani ci racconta di queste variazioni parlando del femminismo di quarta generazione, partendo da una riflessione su come e in che modo i precedenti moti di emancipazione abbiano forgiato le passate generazioni e di come il “femminismo da tastiera” sia presente nel mondo moderno. Continuando a spostarci per parallelismi storici, è interessante notare come sovente sia la componente più giovane della popolazione a sobbarcarsi l’onere e l’onore di essere la parte più attiva nelle proteste contro lo status quo, si pensi al ’68 citato da Marta nel suo articolo, ma anche alla più recente stagione delle primavere arabe, che Bianca Beretta analizza in L’urlo dei giovani arabi.
Articoli forse in apparente contrasto tra loro sono quello di Matteo Capra, ove tratta degli sport estremi come un prodotto della cultura giovanile, un prodotto che spesso fatica ad affermarsi al di fuori dell’ambiente in cui è stato pensato e creato, e l’articolo di Erika Pagliarini, che pone l’attenzione sul fascino che il Y2K, ossia ciò che era diffuso nell’anno 2000, esercita sulla nuova generazione di giovani, lungi da essere un proprio personale prodotto.
Articoli definiti forse in apparente contrasto perché, probabilmente, questo contrasto, se visto più in profondità, non sussiste. Da un lato si sente tutta l’esigenza di una generazione molto diversa da quelle precedenti, figlia della diffusione di massa della tecnologia e di internet, con un modo di pensare diverso da quello dei nostri genitori e che pertanto desidera dipingersi un’identità delineata. Dall’altro però si trova a compiere tutto ciò in un ambiente assolutamente ostile, forse come non mai. Dal punto di vista economico, con una capacità di spesa in declino, e dal punto di vista politico-sociale, con atti e intenzioni legislative volti al benessere della grande maggioranza della popolazione, una maggioranza già non più giovane e con interessi strettamente legati al corto o medio termine.
La redazione pertanto invita tuttǝ alla lettura di questo editoriale, sia i giovani che chi lo è stato in passato, per poter così comprendere meglio queste particolari creature che al giorno d’oggi signora mia non hanno voglia di fare più nulla.
Buona lettura,
La Redazione