Attenzione! Contiene accenni a violenza sessuale, violenza fisica e disturbi alimentari.
0. Di che bene mi amerai?
Di malamore
Sì, di malamore1
È passato quasi un anno dalla prima volta che ho sognato di essere stuprata.
Nei miei sogni, l’atto in sé non è mai rappresentato, forse perché ho la fortuna di non averlo mai subito coscientemente. No, generalmente sogno gli attimi immediatamente precedenti, impregnati di una paura atavica e paralizzante, oppure sogno le conseguenze, le allusioni, la vergogna, la sensazione che il mio corpo non mi appartenga più.
I sogni sono una novità, ma la paura di essere violata mi accompagna almeno da quando ho scoperto le teorie freudiane dei ricordi rimossi ed è sorta in me la paranoia di aver subito violenza da bambina e di aver nascosto il ricordo nell’inconscio.
Ci si aspetterebbe, da una persona ragionevole, che queste paranoie tirino il freno alle esperienze eterosessuali: assolutamente no. Perché lo stupro mi spaventa, quindi, per estensione, anche un po’ gli uomini, ma non riesco a rinunciare alla sensazione di potere che mi dà il sapere di attrarre un uomo.
Il potere logora chi non lo ha.
Il mio corpo non è mio, forse non lo è mai stato. È sempre appartenuto all’uomo che lo sta guardando. Solo con la sua approvazione riceve dignità di esistere e muoversi nel mondo.
Mi perdonino le mie sorelle femministe.
1. I hate you for what you did
And I miss you like a little kid2
Ho imparato a plasmarmi secondo quello che volevano gli uomini quando ero bambina.
In estate mio padre passava più tempo con il mio cugino maschio coetaneo, quindi ho imparato a essere maschio. Ho tagliato i capelli cortissimi, lo odiavo (a lui piaceva). Seguivo tutti i suoi interessi, che cambiavano costantemente. La pesca. Il tiro con l’arco. Il sassofono. Le moto. Flashdance. Formiche di Bernard Werber. Grand Theft Auto V, Boris Vian e poi Scarabeo. Mi avrebbero poi detto che ero una bambina molto colta per la mia età.
Il problema degli uomini è che non si capisce mai veramente che cosa vogliano. Nel mio caso, dedussi, un figlio maschio che sapesse stare zitto in un angolo, a leggere, non imprecasse e portasse con sé una dote di grazia.
«Ti farà bene, magari imparerai a muoverti in modo più elegante» mi rispose mio padre quando, il capo chino per la vergogna di una scelta personale, gli comunicai che avrei iniziato le lezioni di danza classica. Imparai a muovermi in silenzio e per il resto del mese tentai di tenere la schiena il più dritta possibile.
È un giochino divertente, rendere contenti tutti cambiando qualcosa: la mia calligrafia, la pronuncia di una parola. Ti dicono che sei una stronza, tu ti sforzi di essere gentile con tutti finché non diventa automatico. Senti di avere il controllo su te stessa, quindi sugli altri. Ma l’opinione di alcuni non vale come quella di altri.
I am a part of all that I have met3.
Quando cresci tuo padre non può più essere l’unico uomo che vuoi compiacere. (Lui non la prenderà bene, ti farà capire che non potrai più avere il suo affetto se non essendo chi vuole lui, ti farà desiderare il suo affetto, dirà che hai un carattere di merda perché non vuoi dargli ragione sul film da vedere dopo cena, ti chiamerà stronza e puttana e stringerà le nocchie sulle tue tempie fino a farle sanguinare).
Lì iniziano i problemi. Qualcuno se ne andrà: quando hai speso anni della tua vita ad esistere secondo il suo sguardo, cosa resta di te quando chiude gli occhi?
Chi sa se il ragazzo che ha un’erezione, quando gli sorridi come piace a lui, ha la risposta.
2. Girls will walk in moving air
The sun hangs low, the girls don’t care
As they paint themselves at dusk
I want the world to stop (I want the world to stop)4
Non sei l’unica ad esistere per gli uomini. Le tue amiche saranno i tuoi modelli e le tue rivali.
Conta le sere in cui torni a casa piangendo perché il barista ci ha provato con tutte tranne che con te: vergognatene, perché è un comportamento misogino e perché nessun uomo vorrà una ragazza che si piange addosso e non ha stima di sé.
Le tue amiche ti insegneranno la disciplina. Consolandole imparerai che cosa non va in te, così potrai cambiarlo.
Al liceo, quando la pubertà aveva ormai deciso che non avrei mai avuto i fianchi stretti, ho provato a smettere di mangiare, o a mangiare solo una mela a pasto, come tante ragazze intorno a me facevano. Non ha mai funzionato: nella notte mi svegliavo con la fame, mi dicevo “solo un biscotto” o “solo un cracker”, finivo per mangiare più di quanto avrei fatto in una normale cena.
Ho cominciato ad essere consapevole di ogni angolo di grasso e carne: odiavo restare seduta, perché sentivo le cosce sprofondare e allargarsi, il seno crollare. Col pennarello disegnavo le zone del mio corpo che avrei voluto eliminare, come l’illustrazione di una mucca o di un maiale che evidenzi i tagli più pregiati. A ogni abbuffata mi sentivo peggio: “la metà delle tue coetanee è anoressica e tu non sei neanche capace di trattenerti per un giorno”. Allora ho tentato di indurre il vomito con le dita, ma all’inizio neanche quello mi riusciva, ma ho continuato a provare e riprovare. Quando finalmente ci sono riuscita, ho pianto, non so bene perché. Ogni tanto, quando non so come gestire una situazione, ho ancora la tentazione di ficcarmi due dita in gola.
I am the least difficult of men. All I want is boundless love.5
Gli uomini non ti ascoltano mai davvero se non sono almeno un po’ attratti da te. Magari non sul piano erotico (di solito sì), ma dev’esserci qualcosa in te che continua a tenere viva la loro attenzione. Quando quel qualcosa si affievolisce, se ne andranno di sicuro, per quello è importante sapere cosa vogliono.
Non importa che tu lo ami, ma ti è vitale che lui ami te.
La cosa non vale solo per gli interessi romantici, ma anche per le amicizie. Se necessario, bacia un ragazzo che pensi possa diventare un ottimo amico, anche se sei fidanzata. (Sei ubriaca, ma sai benissimo quello che stai facendo).
Lui ti consolerà e, anche se mentre le parole lasciano le tue labbra ti odi, l’unica cosa che saprai chiedergli è se è vero che ti trova bella.
3. I struggle with some demons
They were middle class and tame
I didn’t know I had permission
To murder and to maim6
A volte non avere mai il totale controllo del proprio corpo è estenuante.
Durante ogni rapporto sessuale saprai sempre esattamente come cade ogni tuo arto e come suona ogni tuo respiro, come se ti vedessi ripresa da cento cineprese diverse. Dopotutto, hai imparato come essere scopata dai film, dalle menti e dagli sguardi degli uomini. Sai che cosa gli piace meglio di quanto lo potranno mai sapere loro stessi.
Ci sono brevi momenti, quei secondi rapidissimi in cui capisci di aver sedotto un uomo, in cui senti un brivido lungo la schiena. Sai che potresti fare qualsiasi cosa. Sei quasi spaventata dall’esaltazione che ti pervade.
Ma ci saranno molte più istanze, periodi molto più lunghi, in cui l’angoscia di un fallimento ti perseguiterà. Hai fallito, non sei riuscita ad avvicinare o tenerti stretta le persone a cui tenevi di più. Non hai un gran fascino, in fin dei conti.
Ci sono dei periodi in cui non voglio neanche uscire di casa, solo perché ripenso a quanto non sia stata all’altezza di molte persone che ho ammirato e amato, nella mia vita. Ho perso la capacità di interagire con le persone, se non riesco a capire come vogliono che io sia. È sempre più difficile capirlo.
Ultimamente penso spesso a tutte queste cose. Confuse e deprimenti. E sotto un certo scoramento, credo di aver scoperto qualcosa di nuovo. Ero al supermercato, stavo pensando a come organizzare queste sensazioni per farne un testo coerente, e l’ho sentita. Forte, ustionante. Rabbia.
E scusa se ti dico certe cose
Ma a qualcuno devo dirle
E l’unico qualcuno che conosco sei tu7
Illustrazioni di Maria Traversa
Note
- Enzo Carella, Malamore (1977)
- Phoebe Bridgers, Motion Sickness (2017)
- Alfred Tennyson, Ulysses (1833)
- Belle & Sebastian, I Want the World to Stop (2010)
- Frank O’Hara, Meditations in an Emergency (1957)
- Leonard Cohen, You Want It Darker (2016)
- Pinguini Tattici Nucleari, Tetris (2017)
L’autorə di quest’articolo preferisce rimanere anonimə.
“L’altra faccia della Luna” è la nuova rubrica de L’Eclisse, una rubrica personale, in cui vogliamo mettere a nudo le ansie e la vita quotidiana di noi giovani.