Perché l’ItalVolley è la vera speranza dello sport italiano e perché il calcio non ne sta seguendo il solco
Guardando attentamente le dinamiche presenti nelle federazioni sportive italiane, si può osservare una varietà sterminata di approcci alle evoluzioni negli sport, così collegati ai progressi della società. Il nostro fiore all’occhiello, lo sport olimpico, è sempre di più un bacino di soddisfazioni sul campo ed extra-campo, un esempio di altruismo, spirito di corpo e valori positivi dello sport: queste pratiche si stanno diffondendo anche in altri sport, come la pallavolo, mentre il calcio rischia di rimanere un mondo a parte, in cui gli interessi economici e di potere prevalgono sul resto.
Vediamo insieme la genesi recente di queste situazioni.
L’11 settembre 2022, a Katowice, l’ItalVolley vince il suo quarto mondiale, schiacciando in casa, dopo una cavalcata trionfale, la Polonia con un 1-3 (25-22, 21-25, 18-25, 20-25) che rimarrà impressa nella storia. Il CT Ferdinando “Fefè” De Giorgi, ex palleggiatore della generazione di fenomeni che vinse tre Mondiali e un Europeo, inanella il suo quarto titolo mondiale (il primo da allenatore) e si congratula con la sua squadra, un gruppo compatto e giovane che ha un futuro roseo di fronte a sé e che ha vinto anche un Europeo. A questo punto, è naturale chiedersi “com’è nata questa vittoria così spettacolare di una Nazionale che ci ha tenuti incollati ai teleschermi partita dopo partita”?
Facciamo un salto nelle puntate precedenti, dove, premuto il tasto del rewind, si torna alla Nazionale della prima metà degli anni 2010: le stelle della squadra erano Ivan Zaytsev e Dragan Travica, allenati dal CT Mauro Berruto; i due senatori, insieme ad altri due campioni del calibro di Giulio Sabbi e Luigi Randazzo, vengono cacciati dal ritiro di Rio de Janeiro per le Final Six della World League per motivi disciplinari1. Quel momento, unito al fatto che il successivo allenatore, Gianlorenzo Blengini, non convocherà Travica e Randazzo per il successivo ritiro della Nazionale e metterà definitivamente fuori rosa Zaytsev nel 2017 per polemiche legate agli sponsor del campione2, è un forte segnale di mancanza di coesione nello spogliatoio, tra allenatore e giocatori, ma anche tra i giocatori stessi.
Questo fenomeno è assimilabile al comportamento dei giovani giocatori, che, in spogliatoio, non trovavano più i senatori di un tempo – stelle con una lunga esperienza sportiva e umana, che diventavano figure di riferimento per i nuovi arrivati e collanti dell’intero gruppo squadra – per cui tendevano a vivere la pratica sportiva, anche in nazionale, con una certa leggerezza, privi dei collanti umani e professionali così utili per un ciclo vincente.
Nell’attuale gruppo, invece, la figura di De Giorgi è stata una novità provvidenziale: il CT, con un coraggioso ricambio generazionale che ha posto nuove fondamenta per la squadra, ha creato il giusto retroterra di un numero ragionevole di senatori nel senso più ampio del termine (in primis Anzani e Giannelli, che qualche anno fa erano le giovani promesse del gruppo squadra) e di un buon numero di ragazzi con la passione della prima esperienza (come la rivelazione Alessandro Michieletto).
Questo gruppo nuovo, che si è dimostrato coeso sia sul campo che fuori, ha potuto completare definitivamente il percorso verso la vittoria iniziato dalle precedenti compagini, che, a causa di problematiche nella meccanica di gruppo che riguardavano la bravura e la messa in evidenza dei singoli, piuttosto che il lavoro e l’effettiva coesione del gruppo, hanno sempre mancato “l’ultimo passo”. in questo 2023, i ragazzi di De Giorgi si sono inoltre posizionati al quarto posto della Volleyball Nations League, fornendo prestazioni spettacolari contro le grandi del mondo e facendo sperare in un futuro ulteriormente roseo.
Al contrario, lo sport più seguito dello Stivale, ossia il calcio, non sta riuscendo a proseguire nello stesso solco tracciato dalla squadra di De Giorgi: dopo la seconda umiliante eliminazione dalle qualifiche al campionato del mondo, per mano della Macedonia del Nord e della sua punta Trajkovski, il CT Mancini ha messo in atto una vera e propria rivoluzione nella compagine azzurra. La Nazionale che, solo un anno prima, aveva vinto in maniera spettacolare, ma anche un po’ sofferta, l’Europeo che la nostra nazione ha vissuto come una festa, è stata rimodellata a immagine e somiglianza del Mancio, che ha provato a sopperire alle sue mancanze croniche3: il gruppo si è arricchito di figure giovani “in prova”, a partire dal giovanissimo Simone Pafundi, classe 2006 in forza all’Udinese, in lista pur non avendo ancora esordito nella massima serie.
Un altro stratagemma del tecnico marchigiano è stato quello del ritorno alla convocazione degli “oriundi”4, cioè i giocatori di nazionali straniere con cittadinanza italiana o antenati italiani: dai precursori del secolo scorso Altafini e Sivori, passando per il campione del mondo Mauro Camoranesi e i ricordi in chiaroscuro di Jorginho, Eder ed Emerson, gli ultimi convocati sono stati il bomber brasiliano ex Cagliari Joäo Pedro, che ha ottenuto la cittadinanza dopo un decennio in Italia, e l’argentino Mateo Retegui, militante nel Tigre in lega messicana e appena acquistato dal Genoa5. La particolarità di quest’ultimo è il fatto che non conosca l’italiano e, come ha detto lui stesso, non sia mai stato in Italia, tanto che, nelle sue interviste, risponde in spagnolo con a fianco un traduttore.
Questa situazione singolare ha scatenato l’ira del web, a causa della riemersione di precedenti dichiarazioni in cui il tecnico aveva fortemente contestato la convocazione di oriundi6 e con molti commentatori che avevano pesantemente criticato le scelte di Mancini, definendolo spesso come “incapace di selezionare i veri e meritevoli talenti per la nostra rappresentativa”, “troppo irrealistico”7 o “ottimista” nei confronti di un sistema calcio fallato e già criticato da alcuni dei suoi più grandi prodotti, come Alessandro Nesta8, che ne individua le cause già a partire dal protagonismo e dalle imposizioni degli allenatori delle giovanili, rei di imporre tattiche e schemi “dei grandi” a piccoli talenti, che devono esprimere al meglio la loro individualità nel gruppo per poter sviluppare al massimo le loro capacità. Mancini stesso, il 4 agosto, è stato assegnato dalla FIGC come coordinatore, oltre che della nazionale maggiore, anche dell’Under21 e Under209, diventando un vero e proprio comandante in capo per le nostre rappresentative, con l’aiuto delle bandiere ella Nazionale e della Juventus Gianluigi Buffon, capo delegazione dopo la morte di Gianluca Vialli, e Andrea Barzagli, preparatore della difesa10: anche queste decisioni sono state pesantemente questionate, poiché considerate non meritocratiche e collegate alla contestata convocazione di Leonardo Bonucci in Nazionale11, fortemente osteggiata dal poi licenziato collaboratore di Mancini, Alberico Evani 12.
Il CT marchigiano, in rotta con la Federazione a causa di questo licenziamento, ha sorpreso il calcio italiano annunciando, il 13 agosto, le dimissioni dal suo incarico13. Si ipotizza che ci siano altri motivi che abbiano portato a una tale conclusione, come la pesantissima clausola del contratto rinnovato nel 2021, che dà la possibilità alla FIGC di licenziare Mancini in caso di mancata qualificazione al Mondiale 2024, oppure le voci di un faraonico contratto da 40 milioni di euro in quattro anni per allenare la nazionale araba, decuplicando abbondantemente lo stipendio da 3 milioni di euro annuali per la panchina azzurra14.
In fretta e furia, la Nazionale si è dovuta riparare con una trattativa difficoltosa per ingaggiare Luciano Spalletti, il tecnico toscano fresco di Scudetto con il Napoli, che potrebbe dover pagare di tasca sua un indennizzo alla società partenopea a causa di una sorta di clausola di non concorrenza presente nel suo contratto, ancora in corso di validità nonostante la decisione di Spalletti di lasciare la panchina del Napoli15.
In sintesi, le grandi difficoltà di un mondo così complicato e, purtroppo, troppo spesso extracalcistico, come quello del calcio, hanno radici profonde e non solamente imputabili ai grandi esponenti del sistema, nonostante anch’essi ne siano un tassello: ridurre le cause dei problemi dello sport italiano a figure singole, che, come nel caso dell’ItalVolley di De Giorgi, dimostrano di poter essere vere e proprie chiavi di volta per un futuro diverso, fa perdere all’osservatore l’elefante nella stanza e ristagnare la situazione.
Note
- http://www.corriere.it/sport/15_luglio_13/volley-caos-italia-cacciati-travica-zaytsev-motivi-disciplinari-a6427c98-296a-11e5-8a16-f989e7f12ffa.shtml
- https://www.gazzetta.it/Volley/20-07-2017/volley-zaytsev-italia-no-definitivo-blengini-tutelo-squadra-210427156047.shtml?cmpid=shortener_fc2064c2Xa
- https://www.eurosport.it/calcio/qualificazioni-mondiali-europa/2022/italia-fuori-dai-mondiali-cosa-e-successo-analisi-in-10-punti-della-sconfitta-con-la-macedonia-del-n_sto8859900/story.shtml
- https://www.eurosport.it/calcio/qualificazioni-euro-2020/2024/italia-mancini-pensa-a-nuovi-oriundi-dopo-retegui-chi-sono-capaldo-galoppo-prestianni-e-di-cesare_sto9533641/story.shtml
- https://www.rivistacontrasti.it/roberto-mancini-retagui-italia-nazionale-attaccanti-scelte/
- https://www.agi.it/sport/calcio/mancini_allenatore_nazionale-3874057/news/2018-05-09/
- https://www.rivistacontrasti.it/mancini-roberto-nazionale-dichiarazioni-bellingham-giovani/
- https://www.rivistacontrasti.it/nesta-gli-allenatori-delle-giovanili-pensano-a-se-stessi-non-al-talento-dei-calciatori-bobo-tv
- https://twitter.com/Azzurri/status/1687476539896610816?t=NJamN-V9rvhD__TeZPqT4A&s=19
- https://twitter.com/XtraAzzurri/status/1687886090470871041?t=ZWCcTM9hrAD-7WyVB90–w&s=19
- https://www.calciomercato.com/news/italia-dissidio-fra-mancini-ed-evani-a-causa-di-bonucci-il-ct-ca
- https://twitter.com/MilanSpace_03/status/1686357720297832448?t=xbnMoiXfLZV4P9jVqAPOjw&s=19
- https://www.google.com/amp/s/www.rainews.it/amp/articoli/2023/08/calcio-nazionale-roberto-mancini-dimissioni-la-sua-versione-verita-1a8b9c00-d602-406b-89fc-40b8b9573f83.htm
- https://www.fanpage.it/sport/calcio/svelato-lsms-della-moglie-di-mancini-a-gravina-ce-il-vero-motivo-delle-dimissioni-da-ct-azzurro/
- https://www.open.online/2023/08/20/perche-napoli-de-laurentiis-non-contesta-spalletti-nazionale/
di Michele Carenini
Nato nel giorno del pi greco (14/3) di un anno palindromo (2002), ma, ironicamente, profondamente ignorante in materia, mi chiamo Michele Carenini, vivo nelle vicinanze di “quel ramo del lago di Como” e frequento la facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università di Bergamo. Divoratore ossessivo-compulsivo di musica, specialmente metal e dintorni, amo la sensazione di caos in una vita apparentemente ordinata e tranquilla, che mi porta sempre, seppur introverso, a voler conoscere persone, leggere ed informarmi. Scrivo interviste, parlo di musica, ma posso anche reinventarmi: citando un capolavoro degli Iron Maiden, The Prisoner, “I’m not a number, I’m a free man/Live my life where I want to”.