Tra circa un anno, tutti i cittadini dei 27 Stati membri saranno chiamati ad eleggere il Parlamento europeo. Le elezioni si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024 in tutti i Paesi membri. Questa sarà la prima elezione dopo la Brexit (avvenuta nel 2020 a seguito del referendum del 2016) e la decima elezione dalla prima elezione diretta nel 1979.
Come funzionano le elezioni europee?
Innanzitutto, le elezioni europee si svolgono ogni cinque anni e si vota per eleggere l’unico organo direttamente eletto, per l’appunto il Parlamento europeo. Vengono eletti 705 deputati e ogni Stato ne può eleggere minimo 6 e massimo 96, proporzionalmente alla popolazione. L’Italia, per esempio, ne elegge 73 a differenza della Germania che ne elegge 96, e la Francia 79. La legge elettorale che regola il funzionamento delle elezioni non è unica per tutti gli Stati membri: ogni Paese segue la propria con alcuni accorgimenti. Il sistema elettorale deve essere proporzionale seguendo il sistema delle liste oppure il voto unico trasferibile (gli elettori, quindi, possono assegnare preferenze numerando i candidati). In Italia utilizziamo un sistema elettorale puro con la divisione in cinque circoscrizioni e una soglia di sbarramento del 4%. Inoltre, avremo la possibilità di esprimere la preferenza di al massimo tre candidati della propria lista di circoscrizione. Nonostante ogni Paese sia libero di scegliere il giorno (tra quelli indicati dal Consiglio UE), lo spoglio inizia in contemporanea, incondizionatamente da quando si è votato. Quindi, se uno Stato decide di tenere le elezioni il 6 giugno, potrà iniziare lo spoglio solo il 9 giugno a seguito della fine delle elezioni in tutti gli altri Paesi membri.
Se guardiamo al passato, le elezioni non si sono sempre svolte così. L’organo legislativo europeo che oggi conosciamo ha come antenato l’Assemblea comune della Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) istituita nel 1951, la quale però aveva solamente un ruolo di sorveglianza. Nel 1958, l’Assemblea comune della CECA diventa l’Assemblea parlamentare europea, la quale comprendeva anche la CEE (Comunità Economica Europea) e l’EURATOM (Comunità Europea dell’Energia Atomica). L’Assemblea era composta da 142 membri e la sessione costitutiva si è tenuta a Strasburgo il 19 marzo 1958. I parlamentari venivano eletti dai parlamenti degli Stati membri, quindi si veniva a creare un doppio mandato dei deputati: uno nel loro Paese e l’altro a livello europeo.
Robert Schuman, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, fu presidente dell’Assemblea dal 1958 al 1960. Pochi anni dopo, nel 1962, l’Assemblea prese la denominazione di Parlamento europeo, mentre solamente nel 1974 si prese la decisione di rendere le elezioni dirette. Negli anni, il numero dei deputati è aumentato a seguito dei molti allargamenti della comunità, mentre recentemente è diminuito come conseguenza della Brexit. Il politico Antonio Tajani (Forza Italia) è stato il primo presidente italiano dell’europarlamento da quando ci sono state le elezioni dirette.
La Presidente dell’attuale Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha invitato i cittadini UE ad andare a votare e ha dichiarato in seguito che “l’Unione europea non è perfetta, è in costante evoluzione. Il mondo cambia e noi dobbiamo tenere il passo. Abbiamo anche bisogno di riforme. Non dobbiamo temere i cambiamenti, ma accoglierli e continuare a restare in ascolto, a dare chiarimenti e a mantenere gli impegni”1.
Cinque anni fa, si era registrata un’affluenza del 50,66% – la più alta dal 1994 – e quindi sarà importante per i partiti cercare di superare, o almeno raggiungere, lo stesso risultato. La maggioranza di Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea (organo esecutivo), è in calo a favore della destra e degli euroscettici2. In Italia, le elezioni saranno sicuramente molto importanti perché rappresenteranno un primo “test” elettorale al governo Meloni: potrà servire come conferma delle preferenze degli italiani oppure come spartiacque se si dovessero registrare preferenze diverse dalle elezioni politiche del settembre 2022.
Le elezioni europee sono fondamentali non solo perché è un modo per i cittadini UE di eleggere direttamente dei rappresentanti, ma anche perché ogni partito propone uno Spitzenkandidat, ovvero un candidato alla presidenza della Commissione europea. Il candidato che poi otterrà la fiducia del Parlamento europeo sarà alla guida della Commissione europea come Presidente. È quindi chiara l’importanza della partecipazione al voto: eleggendo gli europarlamentari, deleghiamo a loro anche il voto di fiducia all’organo esecutivo dell’Unione Europea. È questo il modo in cui il potere legislativo ed esecutivo sono collegati, ed è molto importante delegare il voto a chi rappresenta al meglio le nostre idee. Nel 2014 fu eletto Jean-Claude Juncker, del Partito Popolare Europeo (PPE), con molto successo. Al contrario, l’attuale Presidente Ursula von der Leyen (PPE), la quale non era in origine una Spitzenkandidatin, fu eletta a causa dei veti incrociati sui nomi dei capilista proposti dai vari partiti con solamente 383 voti a favore, 327 contrari e 22 astensioni. La pratica dello Spitzenkandidaten è stata voluta fortemente negli ultimi anni dagli eurodeputati per avere un processo più trasparente per l’elezione alla carica di presidente della Commissione.
Un elemento che potrebbe influenzare le elezioni europee del prossimo anno è il Qatargate, lo scandalo di riciclaggio di denaro e corruzione che ha colpito diversi deputati nel dicembre del 2022. Al centro dello scandalo vi è la ex-vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, insieme ad altri esponenti del gruppo socialista (S&D). Gli eurodeputati sono accusati di aver ricevuto ingenti somme di denaro in cambio del supporto alle politiche e agli interessi del Qatar. Anche il Marocco è indagato nello scandalo, accusato di aver pagato gli europarlamentari in cambio di silenzio verso il mancato rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale.
Nel novembre 2022, Eva Kaili si reca in Qatar per incontrare Ali bin Samikh Al Marri, il ministro del lavoro qatariota, e al suo ritorno elogia il Qatar al Parlamento europeo in quanto leader in materia di diritti del lavoro3. Il 9 dicembre, la polizia belga fa diverse irruzioni a Bruxelles e arresti sia in Belgio che in Italia per presunta organizzazione criminale. Viene arrestato anche il padre di Eva Kaili, Alexandros Kaili, mentre scappava con una valigetta con all’interno del denaro. Gli agenti irrompono anche in casa della vicepresidente Kaili, la quale, avendo perso la sua immunità parlamentare, viene arrestata. Insieme a lei, viene arrestato anche il suo compagno Francesco Giorgi, il quale era stato assistente parlamentare di Antonio Panzeri e Andrea Cozzolino. Giorgi si è dichiarato colpevole di aver ricevuto soldi dal Qatar al fine di influenzare le decisioni al Parlamento europeo, però ha sempre sostenuto l’innocenza della compagna. Inoltre, viene arrestato Antonio Panzeri (ex eurodeputato PD e Articolo 1): la polizia belga ha trovato 600.000€ ed è stata perquisita anche la sua ONG Fight Impunity, la quale si occupa di giustizia transnazionale contro la violazione dei diritti umani. Panzeri si è dichiarato colpevole a seguito di un patteggiamento con la polizia belga. Tra gli arresti, c’è stato anche quello di Andrea Cozzolino, eurodeputato PD presidente della delegazione con i Paesi del Maghreb, accusato di aver ricevuto soldi e regali dall’ambasciatore del Marocco in Polonia in cambio di politiche favorevoli.
Come saranno le prossime elezioni?
Se guardiamo i sondaggi di Politico.eu, al 28 agosto 2023, vediamo il Partito Popolare Europeo in testa. Da un lato, la tendenza al ribasso per i socialisti e democratici (S&D) è dovuta allo scandalo di corruzione, dall’altro anche a uno spostamento ideologico verso destra negli ultimi anni. Europeelects, un aggregatore di sondaggi relativi all’Unione Europea, ha fatto una proiezione di come potrebbe essere composto il parlamento europeo nell’eventualità di un voto sostenuto domani (ossia, con le preferenze di oggi). La proiezione di luglio 2023 (con i dati aggiornati il 28 luglio) vede in testa il Partito Popolare Europeo (PPE) – il centro destra – con 157 posti, un trend al ribasso del 25% rispetto alle scorse elezioni. Anche l’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici (S&D), il gruppo di centro-sinistra, registra una diminuzione di preferenze del 11% rispetto al 2019. Anche Renew Europe (RE), il gruppo liberale e terzo gruppo al Parlamento europeo, potrebbe perdere diverse preferenze con un ribasso del 18% secondo Europeelects. Il gruppo parlamentare che, invece, vede un aumento è Il gruppo della Sinistra al Parlamento europeo (GUE/NGL): secondo le proiezioni di giugno, passerebbero da 41 posti a 45 (+4%). Anche Il Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti (ECR), i quali si definiscono euroscettici e contro il federalismo europeo, registrano un aumento delle preferenze del 20%. È quindi chiara la tendenza generale europea di spostarsi sempre di più verso tendenze nazionalistiche e conservatrici: i tre partiti maggiori (PPE, S&D e Renew) perdono sempre più posti – e quindi voti – a favore di estremismi, soprattutto di destra. Le tendenze politiche europee si stanno spostando sempre di più verso questa direzione a causa del rafforzamento della destra nei vari Paesi membri e grazie ai deputati di destra non affiliati a partiti.
Si può quindi prevedere il tipo di riforme e politiche che potranno essere portate avanti dalla nuova composizione parlamentare. Per quanto riguarda le politiche economiche, ci si può aspettare un orientamento sempre più marcato verso il mercato libero; mentre, per quanto riguarda il cambiamento climatico e le energie rinnovabili, c’è da aspettarsi una transizione graduale e minima. Sicuramente, vedremo politiche sempre più restrittive nei confronti dell’immigrazione e per quanto riguarda il controllo dei confini europei.
Se guardiamo ai risultati dei sondaggi della primavera 2023 condotti dall’Eurobarometro per conto della Commissione europea, si nota un maggiore interesse dei cittadini UE: il 56% dei cittadini si dice interessato alle prossime elezioni, un aumento quindi di sei punti percentuali rispetto ai sondaggi precedenti le elezioni del 20194. Inoltre, il 67% dei cittadini dice che andrà a votare, rispetto al 58% del 2018. Bisogna vedere se questo interesse verrà mantenuto fino al prossimo giugno e analizzare poi il tasso di affluenza rispetto a queste proiezioni. Per quanto riguarda l’Italia, secondo i sondaggi dell’Eurobarometro, l’interesse degli italiani per le prossime elezioni è addirittura maggiore di due punti percentuali rispetto alla media UE. Il 58% della popolazione italiana si dice interessata alle elezioni contro un 42% di disinteresse.
Ciò di cui si è discusso nella politica italiana negli ultimi tempi è il diverbio tra Antonio Tajani e Matteo Salvini: si è infatti venuto a creare un problema nell’alleanza del governo di maggioranza di destra. I tre partiti che oggi governano in Italia appartengono tutti a gruppi parlamentari europei diversi: Forza Italia è nel PPE, Fratelli d’Italia in ECR e la Lega in Identità e Democrazia (Id), insieme a Rassemblement di Marine Le Pen e Alternative für Deutschland. Il segretario della Lega Matteo Salvini sta cercando di far avvicinare Tajani e FI al suo gruppo parlamentare: vuole infatti usare la stessa formula utilizzata nelle scorse elezioni politiche del 2022 anche per le elezioni europee. Anche per gli europarlamentari leghisti l’unica strada possibile da percorrere è quella indicata dal ministro Salvini. Tajani, ospite ad Agorà Estate su Rai3, ha risposto così a Matteo Salvini: “Per noi è impossibile fare qualsiasi accordo con AfD e con il partito della signora Le Pen. Io personalmente ho dato vita, quando sono stato eletto presidente del Parlamento europeo, a un accordo tra Conservatori, Popolari e Liberali. Quello è l’accordo, secondo me, sul quale puntare”5. Il coordinatore di Forza Italia ha voluto precisare che il problema non è Salvini e la Lega – anche perché una tale dichiarazione sarebbe deleteria per l’alleanza di governo – ma Alternative für Deutschland e Le Pen. Ha inoltre sottolineato che FI correrà con il PPE e dopo il voto saranno pronti ad eventualmente allearsi con Salvini.
Nei prossimi mesi sarà quindi importante osservare cosa succederà nei vari Paesi europei e come i partiti al governo e all’opposizione reagiranno alle sfide presenti, come la guerra in Ucraina e le politiche migratorie, ma anche alle potenziali sfide future.
Note
- https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20230424IPR82001/elezioni-europee-2024-metsola-votate
- https://www.money.it/elezioni-europee-2024-quando-data-Italia-legge-elettorale-sondaggi
- https://www.youtube.com/watch?v=WRLyBmC5oP4
- https://europa.eu/eurobarometer/surveys/detail/3093
- https://www.rainews.it/articoli/2023/07/elezioni-europee-tajani-a-salvini-impossibile-fare-accordi-con-afd-e-le-pen-0381ad01-0ca0-47dd-9049-5038d4e7c552.html
di Bianca Beretta
Mi chiamo Bianca e frequento International Politics, Law and Economic all’Università degli Studi di Milano. Mi interesso in particolare di geopolitica e diritti. Nel tempo libero amo leggere, fotografare e fare canottaggio.