di Erika Pagliarini e Vittoria Tosatto
Il 2023 è un anno molto importante per la Disney, perché proprio ad ottobre festeggia i suoi cento anni di attività continuando a produrre nuove storie e intrattenerci. In questo secolo di esistenza, la Disney è stata soggetta a tanti cambiamenti, a partire dalle nuove tecnologie che hanno aiutato lo staff a semplificare il loro lavoro, fino all’espansione dell’azienda in ambito televisivo e musicale, non piú solo cinematografico, come ci dimostra la seconda golden era disneyana che ha segnato profondamente gli anni Duemila, regalandoci grandi star quali Miley Cyrus, Selena Gomez e molti altri ancora.
Tutto parte dai fratelli Disney che fondano la compagnia il 16 ottobre 1923 e riescono a farla emergere e splendere grazie al famosissimo personaggio di Mickey Mouse. Ci vuole circa un decennio prima che venga realizzato il primo film ufficiale, Biancaneve e i sette nani, dando inizio al primo periodo storico della casa di produzione: la golden era.
Disney guadagna fama internazionale, è come una boccata d’aria fresca nel panorama cinematografico e sembra pronta a proseguire in maniera inarrestabile, dandoci i classici piú amati di sempre: Bambi, Pinocchio, Dumbo, Fantasia.
Nemmeno l’arrivo della guerra sembra fermare l’ascesa Disney che, nella sua wartime era, produce altri titoli importanti come I tre caballeros, dove vediamo protagonista Paperino intento a festeggiare il proprio compleanno tra mille peripezie.
Tuttavia, il vero apice viene raggiunto alla fine del Novecento, quando, nel 1989, debutta nelle sale La Sirenetta, un film che segna la netta divisione tra antichitá disneyana e modernitá. La Sirenetta possiede uno stile narrativo differente e nuovo, mostrandoci attraverso le canzoni l’interioritá dei personaggi , possiamo indagarne le emozioni e, allo stesso tempo, godere di melodie iconiche come nel caso de La bella e la Bestia con ‘Ѐ una storia sai…’.
In questi anni, spopola il Mickey Mouse Club, che trasporta in tutte le televisioni del mondo il programma per ragazzi fatto da ragazzi: è il momento in cui nascono le babystar, vediamo una giovane Britney Spears, un piccolo Ryan Gosling e persino Christina Aguilera. Sono i primi nomi fra i tanti che saranno in grado di costruirsi una carriera esordendo in serie tv Disney nel bene o nel male, come ci dimosterá la sopracitata Miley Cyrus, che ha dato il volto alla famosissima Hannah Montana durante l’era definita experimental. Sfinita e prosciugata dall’azienda, riuscirà ad uscirne rinnovata e piú forte di prima con un futuro da musicista piú che prosperoso.
E mentre Hannah Montana faceva sold out ai concerti, continuavano ad uscire altri programmi tra cui I maghi di Waverly, ma anche film non solo animati, come, per esempio, Pirati dei Caraibi o Le cronache di Narnia. Chiunque sia cresciuto in questo periodo si ricorderá di tutti questi successi e molti altri, divenuti fenomeni globali memorabili.
Eccezionale è anche l’esordio della revival era, 2008-oggi, che vede l’arrivo de La principessa e il ranocchio, tra i titoli principali vediamo anche Rapunzel e l’intreccio della torre, Big Hero 6 e Frozen. Tutti film iconici sennonché, nonostante l’inizio promettente del periodo, è doveroso ammettere che, di questi ultimi tempi, sono stati parecchi i flop della Disney.
Senza concentrarsi sui live action di cui si è parlato senza sosta per anni, è sufficiente considerare il calo di interesse1 che ha portato la compagnia alla creazione di Disney+, piattaforma di rilancio delle vecchie e nuove produzioni, oggi fonte primaria di introiti Disney. Il fatto è evidente osservando anche solo gli incassi ai botteghini di quest’ultimo anno (2022-2023), che ci hanno fatto assistere a fallimenti cinematografici come quello di Strange World2 e Indiana Jones e il Quadrante del destino3.
Naturalmente, ci chiediamo che cosa abbia in programma la Disney e in che modo riuscirà ad uscire da questa incresciosa situazione? La risposta potrebbe risiedere nel nuovo film animato Wish.
Wish uscirà al cinema in Italia il 21 dicembre 2023 e dovrebbe arrivare su Disney+ nel 2024, dato che la maggior parte delle ultime uscite Disney passa per le sale per circa tre mesi e poi approda sulla piattaforma. La particolarità (per ora, visto che il trailer non rivela molto altro, se non un’idea generale della trama) è il mix di animazione 2D e 3D, un chiaro omaggio ai film che hanno fatto la storia della compagnia e un doppio invito, ad apprezzare il passato e a guardare al futuro con le sue nuove tecnologie e innovazioni. In moltә, sui social, hanno criticato questo nuovo stile, soprattutto per i colori, che risultano molto piatti, come se ci fosse stato un problema nella fase del rendering. Questa è una parte fondamentale dell’animazione a computer: il render prende un modello 3D (nel caso di un film, parliamo di modelli dei personaggi) e ne trae una serie di fotogrammi in due dimensioni, gli stessi che poi, messi in sequenza, danno l’illusione del movimento come in un qualsiasi film. L’altro fondamentale obiettivo del rendering è, appunto, rendere “fotorealistiche” le immagini ottenute, cioè il più simili possibile a una fotografia, quasi da non poterle distinguere dalla realtà (si capisce meglio ciò che intendo se si pensa ai capelli di Rapunzel e al fatto che è stato addirittura inventato un software a parte per poterli rappresentare a computer in modo realistico). Nel caso di Wish, l’effetto è (quasi) opposto e spesso confusionario: gli sfondi sembrano quasi dipinti e senza prospettiva, mentre i personaggi sono decisamente più tridimensionali e, allo stesso tempo, dai colori piatti. Ovviamente, queste critiche si basano esclusivamente sulle immagini promozionali e sui trailer che sono stati pubblicati di recente, indubbiamente un giudizio affrettato. Allo stesso modo era successo per Red ed Elemental, che invece hanno ottenuto ottimi risultati al botteghino (rispettivamente 20 milioni4 e 492 milioni di dollari, con la differenza fondamentale che il primo non è mai uscito in sala causa Covid).
A dirla tutta, Disney ha già fatto dei primi esperimenti con un mix di animazione 2D e 3D: i cortometraggi Paperman (2012) e Winston (Feast, 2014), presentati rispettivamente prima dei film Ralph Spaccatutto e Big Hero 6, hanno entrambi vinto l’Oscar per Miglior cortometraggio d’animazione. Quindi, se il risultato per dei corti è stato questo, probabilmente anche le opinioni riguardo il prossimo lungometraggio Disney cambieranno non appena raggiungerà le sale statunitensi.
Lo stile di animazione in 2D è stato a lungo il marchio di fabbrica del grande studio hollywoodiano, fino all’arrivo del nuovo millennio (a parte qualche eccezione, come La principessa e il ranocchio, che è del 2009). La Chief Creative Officer e sceneggiatrice/executive producer di Wish, Jennifer Lee (meglio nota per aver diretto l’incredibile successo Frozen e l’annesso sequel), ha spiegato in un’intervista che si è discusso a lungo riguardo lo stile di animazione per questo film. Sia il 2D che il 3D presentano delle limitazioni per gli artisti: il primo rende più difficili i movimenti della camera e il secondo ridà un’immagine troppo realistica per la direzione che Lee voleva far prendere esteticamente a Wish. Infatti, più che il film, sarà il cortometraggio presentato prima di esso, Once Upon a Studio, che celebrerà davvero e in modo esplicito i due tipi di animazione che sono diventati marchio Disney, come ha puntualizzato Lee: «Non vogliamo assolutamente farci intimidire né allontanarci dall’[animazione] a mano. La amiamo. È parte del nostro DNA… tenere viva quella tradizione è assolutamente fondamentale. Ma con ogni film o serie o corto, useremo la tecnologia che riteniamo perfettamente adatta per ciò che vogliamo realizzare».
Data la ricorrenza del centenario, i creatori di Wish hanno voluto omaggiare la storia della propria compagnia. In primo luogo, è stato speculato che Wish sia una sorta di prequel a Pinocchio, poiché uno dei personaggi principali è Star, la “stella dei desideri”, ormai celebre nei film Disney e costantemente menzionata (come in Peter Pan per indicare la via verso l’Isola che non c’è, o in La principessa e il ranocchio come “l’innamorata” di Ray la lucciola). In effetti, anche nel trailer vediamo Asha esprimere un desiderio a questa stella, come molti altri personaggi disneyani avevano fatto nei propri film, ma, per ora, questa è solo una speculazione5. Ciò che invece notiamo con più facilità (come nell’immagine qui sotto) è che la mimica facciale di Star sia un diretto riferimento a Topolino, il personaggio simbolo della Walt Disney Company.
Inoltre, parrebbe non essere l’unico omaggio: Asha ha sette amici, curiosamente simili ai sette nani di Biancaneve (1937). Coincidenze, dato che si tratta del primo lungometraggio Disney (e il primo lungometraggio animato in assoluto)?
Comunque, per calmare i fan più agguerriti, su Twitter (mi rifiuto di chiamarlo X, è una mia lotta personale) è girata l’immagine qui sotto, che mette a confronto uno screenshot dal trailer e un’immagine promozionale diffusa dalla Disney: già solo da questo accostamento si nota un’importante differenza di qualità dell’immagine, che sicuramente il grande schermo riuscirà a rendere molto meglio rispetto alla risoluzione 1080p di un video visto da un dispositivo.
Se vi ho convinto, vi aspetto al cinema il 21 dicembre per scoprire Wish e celebrare il centenario dello studio che ci ha accompagnato dall’infanzia al presente!
Note
- Mattia Ferrari: recensione recente film Disney e delineazione problematiche attuali.
- Budget di 180 milioni di dollari ha incassato poco più di 53,5 milioni in tutto il mondo, fonte
- Incasso complessivo di $ 383 milioni di dollari, perdita stimata di circa 100 milioni, fonte
- https://www.boxofficemojo.com/title/tt8097030/?ref_=bo_se_r_1
- https://collider.com/disneys-wish-cast-story-release-date/
di Erika Pagliarini
Mi chiamo Erika, nata nel 2001 praticamente con la penna in mano. Attualmente studio
Filosofia a Pavia ma posso considerarmi da sempre appassionata di arte e scrittura, motivo
per il quale ho deciso di percorrere una strada affine ai miei interessi aggiungendoci un
tocco di trash e riflessioni personali. Spaziando tra cinefilia, disegno e lettura adoro sfruttare
i miei interessi e ricavarci storie personali che possano colpire gli altri e dare espressione ai
miei pensieri.
di Vittoria Tosatto
Nata a Vimercate nel 2001 e cresciuta nei meandri della Brianza, frequento il corso di Lingue, Comunicazione e Media all’Università Cattolica di Milano, e ancora mi chiedo perchè ho scelto la vita da pendolare. Le mie “guilty pleasures” sono i musical, le aste e i libri che finiscono male. Assieme a Alessandro Orlandi gestisco la sezione di scrittura articoli, e spesso mi troverete a scrivere pezzi su letteratura, donne sconosciute della storia, e la cultura pop.