Fuori dalla crisalide
Gli artisti che, nel corso della loro carriera, hanno compiuto cambiamenti importanti sono molti, soprattutto se ci riferiamo ai musicisti, persone estremamente creative e in continuo mutamento. Senza dubbio, ci chiediamo quale sia l’origine di questi ribaltamenti artistici e, spesso, la fonte va indagata proprio nel percorso di vita del musicista di riferimento che, crescendo, si approccia sempre più diversamente ad essa o, al contrario, è la vita stessa a condurlo in questa nuova svolta, talvolta positiva, in altri momenti disastrosa.

È il caso di Amy Winehouse1, mai in cerca della fama, ma trovatacisi sopraffatta e, successivamente, schiacciata. La maggior parte delle persone la conoscerà grazie al suo successo Back to Black, il brano che le ha donato rilevanza su scala internazionale e che ha segnato il punto di svolta nella sua carriera e, sfortunatamente, anche nella sua esistenza.
Non sono un segreto la sua travagliata lotta contro i disturbi alimentari, l’abuso di alcool e sostanze e la depressione: proprio dal rilascio della canzone e dell’omonimo album, Amy dovrà affrontare tutte le problematiche connesse alla fama, a partire da chi vorrà approfittarsi della sua figura, fino all’amato-odiato rapporto con i fan che non si risparmieranno critiche e commenti negativi sulla già mentalmente instabile cantante.
La peculiarità di Back to Black consiste nel cambio di genere musicale che ha proposto l’artista, inizialmente pura jazzista e poi di influenza maggiormente pop-commerciale, mantenendo pur sempre le sue radici. L’album prende ispirazione dalla sofferenza della cantautrice, dalla battaglia con i suoi demoni interiori ed esteriori: vediamo una Amy abbandonata dal suo partner, lasciata a se stessa e alle sostanze da cui ormai è dipendente.
Anziché uscire dal bozzolo e diventare farfalla, la cantante è stata trascinata in una tormenta senza fine, che vede protagonisti la sua relazione tossica con la figura paterna e con persone romanticamente coinvolte con lei. A risentirne, è stata in primis Amy, divenuta ombra di se stessa e poi, ovviamente, anche la sua musica. Tra concerti fallimentari, tentativi di lasciarsi alle spalle tutta la fama ottenuta, in aggiunta alle battaglie contro le sue dipendenze, vedremo la sua stella – un tempo brillante – spegnersi lentamente, giungendo alla morte il 23 luglio 20112.
Per quanto tragica appaia la storia di Amy Winehouse, serve anche a ricordarci che le star sono esseri umani, vulnerabili come noi, capaci di cambiare e migliorarsi, oppure lasciarsi andare, ma pur sempre soggetti alla crescita. Perciò, è bene ricordare anche coloro che sono riusciti ad uscire dal baratro e a riscoprirsi, come nel caso di Melanie Martinez, ex concorrente di The Voice USA e ora cantautrice affermata. Nemmeno Melanie ha avuto una vita semplice3: nata in una famiglia molto tradizionalista, ha sempre avuto molte difficoltà nel potersi esprimere liberamente e, crescendo, ha dovuto affrontare numerosi ostacoli, tra cui problemi di ansia, dei quali parla molto apertamente, e bullismo subito durante l’infanzia. Tuttavia, è riuscita a rielaborare gli eventi negativi che hanno segnato la sua vita e, grazie alla carriera musicale, ha sfruttato chitarra e voce per dare sfogo a sé stessa: Cry Baby inaugura il successo della cantante, risultando in un album di debutto estremamente espressivo e innovativo, che vede la prima trasformazione interiore di Melanie, ora forte e pronta ad affrontare le sue emozioni, senza lasciarsi scalfire dal giudizio delle persone. Infatti, il suo alter ego, ossia Cry Baby, rappresenta la crescita costante che verrà sviluppata nei concept successivi e approfondita sempre più, arrivando alla metamorfosi ultima racchiusa nel nuovo album Portals.
Cry Baby è una ragazza sensibile, empatica, proveniente da una contesto familiare instabile e presa di mira costantemente da chiunque. Nonostante ciò, impara ad essere sicura di sé e smette di farsi influenzare da chi la considera una “piagnucolona”, in inglese tradotto esattamente in crybaby. Nel film-album K-12, la protagonista continua a maturare interiormente, raggiungendo la massima consapevolezza, risvegliandosi spiritualmente e preparandosi a vivere la sua prossima vita secondo tutti gli insegnamenti appresi in quella precedente. Si apre qui Portals4, l’ultimo album realizzato da Melanie Martinez dove Cry Baby rinasce sotto forma di angelo-alieno e affronta un viaggio incorporeo nel cosmo.

Sicuramente, notiamo l’onirismo e la spiritualità riportate dall’artista sia nelle canzoni, sia nelle immagini che ha voluto rappresentare, ognuna carica di simbolismo e messaggi di miglioramento personale e trasformazione.
Questo concept è degno di essere analizzato e approfondito, soprattutto utilizzando come chiave di lettura le parole di Melanie che lo definisce come «parte della trilogia di Cry Baby, […] ho pianificato una connessione dei tre album in grado di mostrare la sua evoluzione […]. Con quest’album ho voluto sfidare la prospettiva dei miei ascoltatori5», sottolineerei, riuscendoci.
La canzone con cui inizia l’album è Death, perciò un inno alla morte, parte essenziale della vita che ritorna necessariamente ed inevitabilmente; morte non è sinonimo di paura e disperazione, ma rinascita, fulcro di tutta la riflessione che ha portato Melanie alla stesura di queste canzoni.
Dopo Death seguono dodici tracce6 che simboleggiano il percorso spirituale di Cry Baby, che porta alla reincarnazione finale, inaugurata dall’ultima canzone del CD intitolata Womb.
In Womb, in italiano “utero”, assistiamo alla nascita della nuova Cry Baby, ora neonata, che indaga il concetto di generazione ed esplora l’esperienza della genesi, affrontando la paura di dimenticare ciò che si ha appreso come anima una volta ritornati sotto forma di umani sulla terra.
L’album si conclude con i ricordi dell’alter ego che vengono eliminati per poter dar spazio a quelli che caratterizzano e compongono la sua nuova vita.
Sebbene abbiamo trattato due artiste differenti, provenienti da contesti simili ma al tempo stesso completamente diversi, siamo comunque in grado di comparare le figure di Amy Winehouse e Melanie Martinez, deducendo due tipologie di cambiamento che hanno portato, da un lato, ad un risvolto negativo, come nel caso di Amy, dall’altro ad uno positivo come per Melanie. Entrambe hanno combattuto le loro battaglie e sono diventate simbolo del cambiamento, parola in cui risiede l’essenza delle nostre esistenze.
Ogni persona, che sia un artista o meno, cresce e cambia, subendo una metamorfosi interiore che influenzerà il modo attraverso cui l’individuo si approccia alla vita e al mondo esterno, modo che può essere positivo o negativo. Sta a noi scegliere il percorso da compiere, trovare la forza interiore per poter affrontare ostacoli e, al tempo stesso, imparare dagli errori degli altrə e di noi stessə, magari ispirandoci a Cry Baby e trovando il coraggio di uscire dall’utero.
Note
- Per saperne di più sulla vita e sulla discografia di Amy Winehouse, consiglio i link: https://www.youtube.com/watch?v=8sAX0EjcCcAe e https://www.discogs.com/it/artist/151223-Amy-Winehouse.
- Consiglio anche il documentario Amy (2015, Asif Kapadia), disponibile su Prime Video.
- Per saperne di più sulla vita di Melanie Martinez: https://www.allmusic.com/artist/melanie-martinez-mn0003038955/biography#:~:text=Born%20in%20Astoria%2C%20Queens%2C%20New,poetry%2C%20art%2C%20and%20music.
- Portals è stato spiegato nelle storie Instagram da Melanie Martinez.
- Ibidem.
- Rimando a questi link per l’analisi dei testi di Death e Womb.