Gene Wilder, Johnny Depp, Timothee Chalamet. Tre attori, un personaggio: Willy Wonka. Nato dalla mente di Roald Dahl, il cioccolatiere più famoso del mondo è tornato sui grandi e piccoli schermi nella nuova versione di Paul King.
La storia originale è nota a tutti: Willy Wonka ha chiuso la struttura al pubblico, per paura che qualche spia possa infiltrarsi e diffondere le sue ricette. Dopo anni dalla chiusura, decide di nascondere cinque biglietti dorati tra le sue barrette di cioccolata e i fortunati che li troveranno potranno entrare nella fabbrica e visitarla. Charlie Bucket sarà uno di questi.
Fatta eccezione per Wonka (2023), il romanzo e gli altri 3 film contengono nel titolo originale il riferimento alla fabbrica di cioccolato. In realtà, più che sulla fabbrica in sé, l’attenzione viene focalizzata sull’estroso Willy Wonka responsabile di aver inventato i dolci più spettacolari nella storia del cioccolato: gelati che non si sciolgono, caramelle che non si consumano e chi più ne ha, più ne metta. Il Signor Wonka viene descritto come un uomo straordinariamente geniale, il mago del cioccolato capace di invenzioni strabilianti dal gusto eccezionale. Un uomo creativo, in grado di dare vita a qualsiasi tipo di dolce, non solo gomme, caramelle e cioccolatini. Una volta Willy Wonka costruì un enorme castello di cioccolata per un principe indiano.
Tuba nera, giacca a coda di rondine in velluto color prugna, pantaloni verde bottiglia, guanti grigio perla, bastone da passeggio, barba e pizzetto: Willy Wonka appare in questo modo di fronte ai bambini che stanno per entrare nella sua fabbrica. Ne risulta l’immagine di un uomo elegante ma originale. C’è però qualcos’altro che l’autore vuole sottolineare, oltre all’abbigliamento:
“Che ometto straordinario! (…) E gli occhi - gli occhi erano di una luminosità meravigliosa. Sembravano continuamente sfavillanti e scintillanti. L’allegria e il riso gli illuminavano il volto. Che aspetto vivace! Appariva così sveglio e pieno di vita! Continuava a fare piccoli scatti con la testa, ammiccando di qua e di là, e cercando di afferrare tutto con gli occhietti vispi e luminosi. La vivacità dei movimenti lo rendeva simile a uno scoiattolo, un vecchio scoiattolo furbo che guizza da un albero all’altro (…) La sua voce era acuta e melodiosa.”1
Da queste parole emerge il ritratto di una persona curiosa, allegra e piena di vita. Ha gli occhi che brillano, pronti a meravigliarsi di fronte a cinque bambini desiderosi di vedere la sua fabbrica. Ha un animo gentile ma irrequieto, in costante movimento. Nonostante sia proprietario della più grande fabbrica di cioccolato del mondo, sia per l’aspetto, che per il carattere non assomiglia a un uomo d’affari, ma piuttosto a ad un uomo che, nonostante tutto, ha ancora l’entusiasmo di quando era più giovane ed ha realizzato il suo sogno.
Per la maggior parte di coloro che sono nati negli anni ‘90 o negli anni successivi, Willy Wonka ha quasi inevitabilmente le fattezze di Johnny Depp: un personaggio eccentrico, alto, magro, pallido in volto, quasi cadaverico; zigomi accentuati e guance infossate. È freddo, distante, sadico per certi versi, egoriferito e anche un po’ antipatico. Una rappresentazione alternativa rispetto a quella del romanzo. Nella pellicola di Tim Burton, La fabbrica di cioccolato (2005), Willy Wonka vive un rapporto conflittuale con il proprio passato, soprattutto con il padre, un rinomato dentista che impedisce al figlio di mangiare dolci per evitare le carie o i denti rovinati. L’atteggiamento scostante e insofferente del cioccolataio deriva da questo.
Coloro che sono nati negli anni ’60, invece, associano il personaggio di Willy Wonka ad un altro attore, Gene Wilder, che ha interpretato il protagonista del romando di Dahl nel 1971 nel film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Questo primo Willy Wonka cinematografico è molto diverso da quello di Johnny Depp sia fisicamente che caratterialmente. È biondo con gli occhi azzurri e riccio. Si mostra molto cordiale con i bambini che vengono a visitare la fabbrica, anche se in realtà tollera poco la loro presenza. È vivace e pimpante come il protagonista del romanzo, e nel corso del film balla e canta. È ossessionato dall’idea che si possano introdurre delle spie nella sua fabbrica e per questo mette alla prova i cinque vincitori del biglietto d’oro: un uomo, inviato da Wonka, proporrà a tutti i bambini dei soldi in cambio di un Succhia Succhia, una delle nuove invenzioni a cui il cioccolataio sta lavorando. Questa parte è presente solo nel film di Mel Stuart.
La fabbrica all’interno è meravigliosa: si possono vedere invenzioni che mai si sarebbero immaginate. Tutto, o quasi, è commestibile, fatto di cioccolato o di qualche altro tipo di dolciume. Scorrono fiumi e fiumi di cioccolato che si possono attraversare grazie a barche fatte di caramelle, una stanza delle invenzioni, un ascensore che va in qualsiasi direzione e una televisione che trasporta barrette di cioccolato. La fabbrica, però, nasconde anche grandi insidie, soprattutto per i bambini che non ascoltano le indicazioni del signor Wonka. Questi, infatti, non usciranno illesi dalla fabbrica, fatta eccezione per Charlie. Ma l’incontro più spettacolare all’interno della fabbrica è quello con i piccoli operai che lavorano per Wonka, ovvero gli Umpa Lumpa: piccoli omini dalla carnagione rosata, capelli castano dorato e denti bianchissimi (secondo la descrizione di Dahl). Questi esserini provengono da Lumpalandia, luogo in cui si era recato Willy Wonka in cerca di nuovi sapori da sperimentare. Gli Umpa Lumpa erano costretti a vivere sugli alberi per sfuggire ai predatori e a mangiare bruchi verdi dal sapore disgustoso fino a quando il cioccolataio non propone loro di lavorare nella sua fabbrica in cambio di chicchi di cacao, di cui gli Umpa Lumpa sono ghiotti. Nelle due rappresentazioni cinematografiche gli Umpa Lumpa hanno aspetti molto diversi: nel film con Gene Wilder hanno la pelle arancione e i capelli verdi, mentre nel film con Johnny Depp hanno la pelle marrone, i capelli neri e sono tutti interpretati dallo stesso attore, Deep Roy. Sia nel libro che nei film, si esprimono cantando e ballando e adorano fare scherzi ai visitatori.
Solamente Charlie, tra tutti i bambini, riuscirà ad arrivare alla fine della visita, riuscendo ad aggiudicarsi il premio più importante: l’intera fabbrica di cioccolato.
Se il romanzo e i primi due film si concentrano sulla vita di Wonka dopo l’apertura della fabbrica, Wonka, uscito nel 2023, racconta di come sia stata aperta la fabbrica e le peripezie che hanno portato il protagonista a diventare così famoso. Anche Tim Burton aveva fatto qualche accenno all’infanzia del mago del cioccolato, ma la nuova pellicola si discosta completamente. Wonka si ispira sicuramente al primo film con Gene Wilder; infatti, l’unico Umpa Lumpa presente ha i capelli verdi e la pelle arancione. Viene ripreso anche il tema principale del lungometraggio del 1971, Pure Imagination e la colonna sonora. La critica si è divisa a riguardo tra chi sostiene che il nuovo film sia eccessivamente melenso e zuccheroso, e chi invece sottolinea le capacità attoriali di Timothee Chalamet. Complessivamente Wonka è un musical piacevole, che celebra la gioia, l’amicizia, l’allegria e lo stupore attraverso scene emotivamente toccanti e scene di sano (e necessario) trash. Basti pensare a Lofty, l’Umpa Lumpa interpretato da Hugh Grant che in pochissimi giorni è diventato un meme molto diffuso su Instagram e TikTok. La storia non ha nulla a che vedere con il romanzo: sono presenti complotti, aguzzini, sabotaggi, contabili e giraffe. Willy è costretto a lavorare in una lavanderia, poiché si è indebitato per realizzare il suo sogno. Ma proprio qui incontrerà quelli che diventeranno i suoi amici più cari e che lo aiuteranno ad arrestare i magnati del cioccolato che impediscono ad altre fabbriche di aprire e di creare concorrenza, con l’ausilio di un prelato.
Wonka è un film divertente, spensierato; un musical che ci riporta alla nostra infanzia. È la storia di un ragazzo come tanti che ha un sogno, e fa di tutto per realizzarlo, nonostante le difficoltà e soprattutto grazie al sostegno delle persone che gli vogliono bene e al ricordo della madre. Il Willy Wonka di Chalamet non ha nulla del cinismo del protagonista del film del 2005; riprende piuttosto la simpatia, l’entusiasmo e l’allegria del personaggio letterario. Se la realizzazione di Barbie ha portato a un esaurimento delle scorte di pittura rosa, Wonka non ha aiutato: anche il mago del cioccolato vede il mondo, o meglio il suo mondo, in rosa. La fabbrica che riuscirà ad aprire, anche se per poco, è completamente rosa. Guardare Willy Wonka è fare un salto nel passato. Forse, come molti hanno notato, il finale può risultare banale, ma a volte è necessario un banale lieto fine a ricordarci che la felicità non è banale. Attraverso canzoni, difficoltà, peripezie e traguardi conquistati, Wonka ci ricorda che il cioccolato ha un sapore più buono se condiviso.
There is no life I know
To compare with pure imagination.2
- Dahl, R. La fabbrica di cioccolato. Firenze 1964. Trad. Riccardo Duranti Gl’Istrici. Salani editore. Cap. 14
- Frase dalla canzone del film Pure imagination
Marta Tucci
Nata nel lontanissimo 2000 a Roma e laureata in Scienze della Comunicazione dopo diversi esaurimenti nervosi, la mia attività principale è quella di essere una fan di Ultimo e di difenderlo da eventuali critiche mosse anche e soprattutto dagli altri membri della redazione. Appassionata di musica, soprattutto quella italiana, sogno di lavorare in una casa discografica e di diventare, prima o poi, direttore artistico del Festival di Sanremo. I miei guru sono Mara Maionchi e il mitico Malgy.