Nel 1952, il divulgatore radiofonico sudafricano Eric Rosenthal pubblica Shelter from the Spray, il resoconto dei ventitré mesi passati dai fratelli Frederik e Gustav Stoltenhoff sull’Isola Inaccessibile (Inaccessible Island), nell’Atlantico meridionale. Il libro vede una sola edizione, in inglese, prima di sparire dalla circolazione: l’autore muore nel 1983, mentre la casa editrice originale (George Allen & Unwi Ltd. di Città del Capo) fallisce e viene assorbita da una multinazionale australiana.
Arriva il 2020, e con lui la pandemia di Covid-19 e il lockdown, e dall’altra parte del mondo un appassionato di isole e atolli, Francesco Moscatelli, recupera la sua copia di Shelter from the Spray, acquistata anni prima da un rivenditore online, la rilegge e se ne appassiona nuovamente, tentando anche una prima traduzione insieme alla moglie Maria. Moscatelli inizia a cercare l’attuale detentore dei diritti, prendendo in mano l’elenco telefonico e provando a contattare tutti i Rosenthal di Cape Town e dintorni: finalmente, nel maggio 2020 riesce a rintracciare Gerald Rosenthal, figlio di Eric, che gli concede i diritti per l’edizione italiana.
Così, con la traduzione di Elisa Cozzarini e la curatela di Valentina Baldelli, nonché una postfazione di Moscatelli stesso, è per la prima volta in libreria L’Isola Inaccessibile. La vera storia di come due fratelli vissero per ventitré mesi su un’isola deserta nell’Atlantico del Sud, in un’edizione cartonata da €28 edita dalla pavese Ciost Edizioni, che molto gentilmente ci ha inviato una copia da recensire.
Se la storia editoriale di questo libro è di per sé un’avventura, il contenuto non è da meno. Completo di fotografie dell’epoca ed estratti del diario di Frederik, il fratello maggiore, il volume espone in maniera chiara e senza troppi fronzoli (ma non per questo meno fascino) l’impresa dei fratelli Stoltenhoff, arrivati sull’Inaccessibile nel 1871 dalla natia Amburgo con l’idea di arricchirsi grazie al commercio di pelli e grasso di foca, attività già praticata dagli abitanti della vicina Tristan da Cunha. Tuttavia, quella che si rivela agli occhi del lettore non è tanto la storia di due commercianti – anche perché, tutto sommato, le battute di caccia degli Stoltenhoff non si sono rivelate mai terribilmente fruttuose – bensì quella di due esploratori profondamente umani, che più volte rifiutarono di lasciare l’isola con l’aiuto di navi di passaggio, senza sapere neanche bene perché. Il senso di sfida e la voglia di provare a se stessi di essere capaci di vivere su un’isola deserta portarono gli Stoltenhoff, all’inizio della loro avventura due colti figli della buona società borghese della Germania ottocentesca, ad affinare il proprio senso di sopravvivenza e d’inventiva, per sopravvivere al clima ostile dell’Inaccessibile e ai vicini di Tristan, probabilmente ancora più ostili.
La fame di conoscenza dei fratelli, testimoniata anche dai loro numerosi appunti sulla fauna dell’isola e le sue abitudini, che fanno da appendice a ogni capitolo, risulta particolarmente affine alle sensibilità odierne. Dopotutto, non è questa stessa irrefrenabile voglia di spingersi ai confini del mondo (siano essi per terra, per mare o nello spazio) che alimenta tante delle più stravaganti notizie sui quotidiani, dagli impiegati che lasciano il proprio lavoro per diventare travel influencer, a Jeff Bezos e le sue gite spaziali private, a milionari pronti a rischiare più di una lauta mancia per raggiungere il relitto del Titanic? Il grande merito del libro di Rosenthal sta proprio nel riuscire, tramite alcuni dettagli sapientemente piazzati, a rendere i due fratelli tedeschi due figure quasi allegoriche dello spirito d’intraprendenza umano.
Se anche il lettore conosce il brivido che portò Ulisse alla rovina, ma ancora non se la sente di dividere una fiamma infernale con Diomede, può intanto cominciare con la lettura de L’Isola Inaccessibile. Il volume è un’ottima introduzione ad una storia vera non molto conosciuta: certo, non è adatta a chi ha già familiarità con la vicenda e cerca una riflessione o un approfondimento. Essendo tratto direttamente dai diari e dai racconti degli Stoltenhoff, il testo si limita alla cronaca degli eventi, con un piccolo prologo dedicato all’infanzia di Frederik Stoltenhoff e pochi altri quadri che non riguardano direttamente l’Inaccessibile. Forse, in futuro, si potrà sperare in un’edizione ampliata, con materiali aggiuntivi sull’isola anche pre- e post-Stoltenhoff. Tuttavia, la scrittura di Rosenthal e il lavoro di traduzione di Cozzarini permettono una lettura scorrevole e piacevole, favorendo l’immersione del lettore nel mondo nuovo dell’Inaccessibile e portandolo a “tifare” per i due Robinson Crusoe, la cui vita dopo il ritorno in patria è poi svelata nei cenni biografici alla fine del libro.
Se siete interessati alle esplorazioni, se vi piace viaggiare anche solo con la mente, se vi affascinano le storie vere, specialmente ambientate nell’oceano, o semplicemente se vi siete mai chiesti come sarebbe andare a vivere su di un’isola deserta, vi consigliamo la lettura de L’Isola Inaccessibile. Siamo sicurə che vi affezionerete ai fratelli Stoltenhoff, alla loro intraprendenza ed ingegnosità, ma soprattutto, se (come chi scrive) non siete figli unici, ammirerete la loro pazienza: ventitré mesi su un’isola deserta con il proprio fratello e una sola litigata. Non è roba da poco.
di Valentina Oger
Nata a Bologna nel lontano 2002, ha girato l’Italia (e, per dieci mesi, la Corea del Sud) prima di approdare al DAMS dell’Università di Torino. Generalmente è la meno socievole del gruppo – ha madre ligure e padre francese – e per L’Eclisse fa l’uccello del malaugurio. La sua ossessione principale è il cinema (per farla apparire basta dire davanti allo specchio “Martin Scorsese” otto volte e mezzo), ma è abbastanza eclettica: le sue ultime celebrity crushes includono Orson Welles, Magnus Carlsen, Farinata degli Uberti e Paul McCartney nel ’66. Ha due gatti e molti dubbi.