Attenzione: in questo articolo vengono affrontati i seguenti temi: violenza, femminicidio, transfobia. Se tu o qualcuno che conosci avete bisogno di sostegno, puoi rivolgerti ad una delle linee amiche offerte da Arcigay in tutta Italia.
Asha e Valentina erano due sorelle inseparabili arrivate a Torino da Molfetta nel 1980, con lo scopo di lasciarsi alle spalle pregiudizi e pettegolezzi. Erano due donne transgender giovanissime e innamorate della vita, ma con un terribile destino comune.
Le sorelle iniziano a prostituirsi poco dopo essere arrivate nella nuova città, riuscendo così a guadagnare abbastanza denaro da poterlo mandare in Puglia alla famiglia, per aiutarla con l’affitto. La notte di San Valentino del 1991, Asha incontra due ragazzi che la invitano a salire sulla loro macchina: Corrado Giordano alla guida e Paolo Scialuga sul sedile posteriore, dal quale le sparerà un colpo di pistola in testa, senza nessun motivo. I due scaricheranno il corpo senza vita della giovane in mezzo ad una strada, dando successivamente fuoco alla macchina per inscenare una rapina finita male. Scialuga confesserà poi l’omicidio, sostenendo di aver sentito l’impulso di premere il grilletto.
Asha è la prima vittima di una violenza ingiustificata e della sete di potere di due ragazzi della Torino “bene”. Valentina è devastata e spaventata, ma, nonostante ciò, continua a prostituirsi, perché negli anni ’90 la vita per una donna transessuale era molto più complessa di quella di qualsiasi altra persona. È in questo periodo difficile che Valentina incontra Umberto Prinzi, nel quale è convinta di trovare finalmente amore e serenità. Prinzi si trasferisce a casa di lei, ma col tempo la relazione si deteriora: lui è violento, geloso e possessivo, lei vuole la sua libertà, anche perché lui vive a sue spese.
Nel 1995 le liti si inaspriscono e i vicini sentono spesso urla provenire dall’appartamento. E così il primo maggio Valentina scompare: a dare l’allarme le colleghe preoccupate della sua assenza. Umberto è il primo sospettato, in quanto dopo la scomparsa si era recato ad un banco dei pegni per ricavare denaro da due pellicce della donna, per poi comprarsi un’automobile nuova. Purtroppo le indagini non vanno avanti velocemente, in quanto non vi è un corpo: Valentina sembra scomparsa nel nulla.
A dare una svolta alle indagini sarà la dichiarazione di una cugina di primo grado del Prinzi, che si recherà alla polizia per riferire la confessione di quest’ultimo, fàttale subito dopo l’omicidio. Ad avvalorare la tesi una chiamata anonima al programma Chi l’ha visto? da parte di un cacciatore che sostiene di aver visto un cadavere in fondo ad una scarpata tra Lanzo e Viù, non distante da Torino. Gli agenti però non troveranno nulla, non spingendosi oltre i primi dieci metri del dirupo. Umberto Prinzi viene comunque arrestato e condannato anche in assenza del cadavere, in quanto le prove sono sufficienti, secondo il giudice. Egli confesserà solo nel 2007 l’omicidio, portando gli agenti nel luogo esatto dove abbandonò il cadavere 12 anni prima. I resti di Valentina vennero trovati con ciò che rimaneva della stoffa dei suoi vestiti. Prinzi l’aveva strangolata e in seguito nascosta in un armadietto bianco da campeggio, per poi gettarla nella scarpata.
L’assassino di una giovane donna con tutta la vita davanti è stato condannato a 22 anni di carcere e, una volta uscito, nel 2018 è stato ucciso da ignoti.
Questa è la notizia così come ce l’hanno raccontata i media. Adesso vi dico io cosa ne penso.
Trovo che sia importante ricordare queste due donne e la loro storia, in quanto la violenza verso le persone transgender, negli anni, non si è ancora attenuata. Asha e Valentina hanno subito una violenza fisica, ma anche verbale dopo la morte, in quanto sui giornali e sul web vengono ancora chiamate con i loro nomi maschili, o addirittura ridotte all’appellativo di “fratelli trans”. Hanno lottato fino alla fine per la loro libertà e sono state due donne indipendenti che volevano solamente vivere la loro vita come tali. Ad oggi, se si ricercano in internet notizie relative all’accaduto, tra i primi risultati ci sarà sempre l’omicidio di Prinzi, come se le vite delle due donne non fossero all’altezza di quella di un uomo.
Se volete approfondire l’argomento consiglio la puntata del 7 giugno 2013 del programma Amore Criminale.
di Alice Fenaroli
Mi chiamo Alice e sono nata nel 1999. Studio Lingue, Comunicazione, Media e Culture Digitali all’Università Cattolica di Milano. Ho due passioni, la musica e la pole dance. Suono il basso e canto, ma la mia specialità è cadere da ferma. Adoro l’astrologia e sono così fastidiosa da chiedere il segno zodiacale a chiunque incontri, dimezzando in partenza le mie amicizie. Sono ossessionata da Breaking Bad e da troppe altre serie TV, con la singolare capacità di stressare chiunque provi a intavolare l’argomento. Spero di riuscire a portarvi nel mio mondo arcobaleno in cui tutto è possibile e tuttə possono essere loro stessə.