di Marta Tucci e Marcello Monti
Il 22 aprile 2022 è uscito il quinto album di Francesco Gabbani, Volevamo solo essere felici in cui, tra citazioni colte e una musica piuttosto movimentata, vengono affrontati i temi più disparati.
Quello di Gabbani è un album introspettivo, scritto dopo l’esperienza della pandemia. Ripercorriamo le dieci tracce dell’album, seguendo l’ordine in cui sono state disposte dal cantante.
Si inizia con Tossico indipendente, una canzone incentrata sul superamento delle dipendenze, soprattutto psicologiche ed emotive, sulla capacità di liberarsi dai propri demoni e di ripartire, cominciare una nuova vita; un campionamento di sitar indiano chiude il brano. Segue La mira, colonna sonora del film La donna per me (Marco Martani), dove il cantante stesso appare in qualità di attore. La mira rappresenta un’analisi introspettiva dell’io di Gabbani, della ricerca di sé stessi e del proprio centro. La terza traccia, di cui è stato realizzato un videoclip, dà il titolo all’album. In questa canzone la felicità diventa il fine ultimo di ogni azione dell’essere umano. Nel videoclip si alternano scene di Gabbani in età adulta e in età adolescenziale: gli avvenimenti sono gli stessi, il cantante (in entrambe le sue versioni) entra in una sala da ballo vuota che successivamente si riempie di ragazzi o di adulti che festeggiano.
In Peace & Love, Gabbani sfoggia tutta la sua erudizione in un mix di citazioni da Dante a Ungaretti, da Bob Marley a Carducci. L’Amor leggero invece è un invito ad amare l’altro per come è, con difetti e pregi; è una celebrazione dell’amore nella sua versione più pura, un amore che non appesantisce e non lega a terra. L’amore ritorna anche nel singolo Spazio-tempo, che apre la serie Un professore (2021) . Qui, due dimensioni solo apparentemente distinte, lo spazio e il tempo, si mescolano e diventano un’unica grande dimensione che comprende ogni cosa: l’arte, la filosofia, l’amore, il presente, il passato e il futuro. Ne La rete Gabbani, come in Peace & Love, non abbandona il suo lato ironico e, soprattutto, provocatorio: il singolo rappresenta, infatti, un’analisi della dipendenza dal web in cui siamo diventati tutti pesci pronti ad abboccare, dimenticandoci di essere noi i pescatori.
Anche Puntino intergalattico è una canzone d’amore, come l’Amor leggero, che invita a vivere i sentimenti e le emozioni qui ed ora, oltre il tempo e lo spazio. Sangue darwiniano, riprende le tematiche de La mira, presentandole con un ritmo più movimentato ed energico. La molteplicità dell’io e l’accettazione delle nostre personalità diverse e contrastanti sono le colonne portanti della canzone: per Gabbani, l’io è dato dall’unità di tante piccole parti, di tanti elementi. Nel brano, viene simulata una telefonata tra Gabbani e un interlocutore anonimo in cui si citano alcuni dei suoi testi: il cantante è la somma di tutte le sue esperienze musicali, anche se queste possono sembrare molto distanti o in conflitto tra loro. L’ultima traccia è una Sorpresa improvvisa, che affronta il tema del rapporto tra uomo e natura e il ritorno ad un contatto con essa. Complessivamente, il filo conduttore tra le tracce è rappresentato da due elementi da un punto di vista tematico: l’amore e la felicità.
L’album dà il titolo al suo tour del 2022. Noi de L’Eclisse abbiamo assistito alle ultime due date, quelle di Milano e di Roma, e vogliamo raccontarvele.
8 ottobre 2022 ore 21.00, Palazzo dello Sport di Roma. Sta per iniziare l’ultima data del tour di Francesco Gabbani “Volevamo solo essere felici”. Si spengono le luci, entra Alfa che apre il concerto e canta quattro o cinque canzoni di cui ne conosco due, Sul più bello e SNAP.
Le luci si spengono di nuovo e si accendono gli schermi dietro il palco su cui vengono proiettati una serie di video raccolti dal cantante, in cui i suoi fan spiegano cosa significa per loro la felicità. Dopo una breve pausa entra Francesco Gabbani. È iniziato il mio primo concerto post-pandemia. La prima canzone sinceramente non la ricordo, però l’ho cantata a squarciagola. Quello che mi colpisce fin da subito è l’energia di Francesco, la sua capacità di muoversi a tempo e la simpatia dei movimenti. Prima di cantare Tra le granite e le granate ha portato sul palco una sdraio e ha iniziato a cantare prima sdraiato, poi seduto e infine in piedi, saltellando su di essa.
Oltre a tutte le canzoni del nuovo album, Gabbani ha cantato alcuni brani pubblicati precedentemente come Foglie al gelo, Pachidermi e pappagalli, Spogliarmi, Immenso e molti altri. Non potevano mancare i due singoli che lo hanno reso famoso, Amen e ovviamente Occidentali’s Karma, con il mantra Namasté Alé urlato a squarciagola dal pubblico su richiesta del cantante. Durante il concerto, Gabbani ha regalato al suo pubblico una versione mai pubblicata della canzone Un sorriso dentro al pianto, scritta per Ornella Vanoni, e un piccolo assaggio de Il bambino col fucile, scritta per Adriano Celentano. Ospiti della serata sono stati i ragazzi che hanno interpretato gli alunni di Alessandro Gassman nella serie televisiva Un professore, che ha come sigla la canzone di Gabbani Spazio-tempo. Durante il concerto, il cantante si è anche esibito in diversi assoli che hanno colpito ed emozionato il pubblico.
L’amore, tema che attraversa la produzione artistica del cantante da Eternamente ora a Viceversa, da Il sudore ci appiccica a L’amor leggero, è il filo conduttore del concerto: non un amore platonico, l’amore descritto nei libri, ma un amore vissuto. Gabbani canta l’amore che si fa almeno in due (anche in tre o in quattro, dice il cantante sorridendo durante il concerto), ma anche l’amore che lui ha per il suo pubblico, perché “Siete voi che mi fate stare bene quando io sto male e viceversa”, intona a cappella dopo aver cantato Viceversa. Secondo pilastro del concerto è la felicità, che apre, attraversa e chiude il concerto. La felicità, dice Francesco prima di cantare l’ultima canzone e salutare i suoi fan, è qualcosa che tutti cerchiamo e rincorriamo, assume forme e significati diversi, ma alla fine ognuno di noi vuole essere felice.
Chiude il discorso con la speranza che, forse, felici un po’ lo siamo. Parte la musica e tutta la PalaLottomatica di Roma si scatena insieme a Gabbani sulle note di Volevamo solo essere felici. Il concerto è finito, ma il pubblico si porta a casa la carica, l’energia, l’emozione che gli ha trasmesso Gabbani; la leggerezza della sua musica e la profondità dei suoi testi, la genialità e l’ironia di un cantante che riesce a far riflettere senza essere pesante.
Mi intrometto nell’articolo di Marta per dare la mia visione del concerto a cui ho assistito poche settimane fa. Il concerto del Mediolanum Forum del 1° ottobre ha significato un grande passo per il cantante di Carrara. Difatti, dopo il palco dell’Ariston e l’Arena di Verona, giunge in un altro Pantheon della musica italiana.
Grazie alle ventiquattro canzoni cantate e un’atmosfera unica, questo concerto ha regalato una serata magica non solo agli spettatori, ma anche allo stesso Gabbani. Lungo la serata Francesco ha dato pieno sfoggio della sua musica e delle sue emozioni, che sul finale, l’hanno colpito nel profondo, facendolo scoppiare in lacrime. Nella luce soffusa del Mediolanum è giunto a compimento un cammino iniziato dal negozio di strumenti dei suoi genitori e culminato non con le vittorie sanremesi, ma con la creazione di un rapporto di simbiosi con il pubblico.
Per quanto mi riguarda, il concerto è stato fenomenale. Inoltre, avendo già visto Gabbani nel 2017, ho potuto anche notare i miglioramenti, soprattutto vocali, che ha raggiunto in questi anni. Vorrei chiudere queste poche righe con una citazione (tanto celebre da non menzionare il titolo della canzone) che esemplifica al meglio il rapporto tra l’artista e lo spettatore, tra cantante e fan: “che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa”. Questo è il potere della musica.
Beh, che dire… siamo andati al concerto di Gabbani perché volevamo solo essere felici…e sicuramente lo siamo stati.
di Marta Tucci
Mi chiamo Marta Tucci e studio Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi Roma3. Quando non sono immersa nei miei viaggi mentali mi piace leggere e scrivere. Mi occupo di musica, filosofia e comunicazione.
di Marcello Monti
Studente all’Università di Bologna, romagnolo di nascita, da anni coltivo le mie passioni (letteratura e cinema in primis). Dal 2016 faccio parte di una radio bolognese dove dal 2019 presento un programma dedicato alla letteratura indipendente. Tra un film, un libro e (ahimè!) un esame scrivo per L’Eclisse. Cari lettori vi aspetto tra le righe!