Comunichiamo col corpo ancora prima che con la parola e abbiamo iniziato a ballare in epoca preistorica, eppure oggi tendiamo a percepire la danza, specialmente se inserita in una cornice teatrale, come una pratica distante, spesso elitaria. Serve, forse, un intermediario che accompagni alla (ri)scoperta di questa disciplina e che faccia comprendere come non serva aver indossato le scarpette con le punte da bambini o sapere a memoria la trama de Il lago dei cigni per apprezzare questa forma d’arte. Dal 2018 al 2023, a livello di cultura pop il ruolo da intermediario è stato ricoperto da Roberto Bolle, che ha trasmesso l’evento Danza Con Me tutti i primi gennaio su Rai 11. L’intento del programma era proprio quello di avvicinare il grande pubblico all’espressività che l’ ”étoile dei due mondi” conosce bene, mostrando la capacità della disciplina di rendersi permeabile alle tendenze contemporanee.
A livello locale, le arti performative (in primis la danza, ché la padronanza del proprio corpo è alla base di ciascuna di esse) possono (e dovrebbero) essere reclamizzate al di fuori della cerchia di appassionati, a partire dall’iniziativa dei teatri. E in questo il teatro Fraschini di Pavia sta facendo un ottimo lavoro negli ultimi anni. Vero è che la categoria del Ballo non è tra quelle che suscitano più entusiasmo tra il pubblico, ma molto dipende anche dalle proposte in programma. Uno spettacolo come quello di sabato 20 aprile è un ottimo esempio di come un evento di danza contemporanea possa sganciarsi dall’accezione snobista ed elitaria che spesso lo circonda.
SOL INVICTUS, della compagnia Hervé Koubi, è un’opera intensa. È – come dice lo stesso Koubi quando parla al pubblico (in italiano) prima dell’inizio dello spettacolo – una dichiarazione d’amore, la sua dichiarazione d’amore per la danza. Specifica che il suo desiderio è stato quello di “celebrare i legami che ci uniscono, i legami della vita intrecciati con il ciclo delle stagioni. Rinascere e riscoprire la nostra infanzia, tornare a essere quel bambino pieno di meraviglia per la scoperta del mondo e del mistero della vita”2.
Il coreografo francese di origini algerine, infatti, ha portato sul palco venti ballerini provenienti dai background più variegati per dirigerli in una commistione di forme e movimenti all’apparenza disomogenea.
Formata da donne e uomini provenienti da tutti i continenti, dall’Amazzonia alla Siberia, e con diverse formazioni alla base, la compagnia vanta anche un nome italiano: Francesca Bazzucchi, ballerina con numerose esperienze alle spalle (potreste averla già vista nel corpo di ballo di AMICI di Maria De Filippi o in tour con cantanti come Elisa, Laura Pausini, Jovanotti…). Se questi ultimi esempi fanno principalmente pensare al mondo del pop, il lavoro di ogni singolo ballerino, e di conseguenza della compagnia intera, ingloba tantissimi stili di ballo.
La fusione di linguaggi diversi si estende anche alle musiche e alle atmosfere. Mosse di Breakdance prive di sottofondo musicale si alternano a momenti che determinano una dimensione quasi sacrale, fatta di melodie e movimenti canonicamente più eleganti.
SOL INVICTUS sprigiona un’energia vitale che investe tutto l’ambiente circostante. I ballerini corrono, saltano, fanno acrobazie. Nessuno di loro si trova mai da solo sul palco, quasi a sottolineare la forza che gli esseri umani, in quanto animali sociali, si trasmettono a vicenda. Indimenticabile uno dei danzatori, che balla con una sola gamba, e che, ad uno sguardo estremamente superficiale, riesce quasi a farla apparire superflua.
La celebrazione a cui il pubblico del teatro Fraschini ha assistito sabato sera rappresenta una novità nel lavoro di Hervé Koubi, che negli scorsi lavori si era concentrato maggiormente sulla dimensione personale collegata alle sue origini nordafricane. Ad una prima analisi, quest’opera può apparire meno coerente; in realtà la testimonianza della potenza del corpo risulta essere il filo conduttore delle diverse fasi dello spettacolo. La compagnia Hervé Koubi si fa portavoce dell’energia vitale che l’essere umano vuole dimostrare – a sé stesso e agli altri – durante il suo passaggio su questa terra. Tramite un melting pot di stili, musiche e corpi, si denota il tentativo, spesso anche un po’ naïve, con cui l’essere umano desidera lasciare un segno della propria esistenza.
Tentiamo di lasciare questa impronta dall’alba dei tempi, e lo strumento che abbiamo sempre utilizzato è l’arte, in tutte le sue forme: c’è chi scrive, chi suona, chi dipinge, chi balla. Durante lo spettacolo, i venti ballerini assumono talvolta delle pose collettive che ricordano la composizione di certi quadri romantici. A differenza delle figure dipinte, però, i corpi dei ballerini non sono mai statici. I movimenti, anche se piccolissimi, non si interrompono mai, continuando, anzi, ad essere un veicolo di quell’energia vitale con cui Koubi vuole travolgerci.
Si ringrazia il teatro Fraschini di Pavia per averci dato la splendida opportunità di assistere allo spettacolo. Per maggiori informazioni: https://www.teatrofraschini.it/
Note
- https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2022/12/Danza-con-me-608e9bb0-8075-4c7c-b8c6-6185058ed959-ssi.html
- https://www.balletsdemontecarlo.com/fr/saison-2023-2024/mc/mdf/sol-invictus-herve-koubi