Sentendo pronunciare o leggendo distrattamente la parola “Corea”, le immagini che appaiono nella mente della schiacciante maggioranza della popolazione sono sempre due, come due sono le possibili interpretazioni della parola “Corea”. Parlando della Corea del Nord, alla quale i suoi cittadini si riferiscono semplicemente come Corea – o tutt’al più come DPKR, ossia Democratic People’s Republic of Korea – l’immagine che si presenta ai nostri occhi raffigura la dittatura, la violazione dei diritti umani, i test missilistici, le esecuzioni sommarie, la dinastia Kim e lo sterminato potere che possiede il suo attuale capostipite. Al contrario, qualora parlassimo della Corea del Sud, alla quale i suoi cittadini si riferiscono sempre come Corea, l’immagine associata sarà molto probabilmente una band di k-pop, come i BTS o le Blackpink. In nessun caso sarà la letteratura delle due Coree a saltare nella mente delle persone.
In realtà, se dovessimo indicare un paese che è diventato una fucina di talenti letterari, bisognerebbe riferirsi proprio alla Corea del Sud, la cui produzione letteraria rimane in larga parte sconosciuta in Italia.
Le difficoltà sono molteplici, a partire dalla traduzione stessa, per cui risulta che oggi esistano pochissimi titoli di autori coreani pubblicati in Italia. Le case editrici che se ne occupano sono pochissime, e anche quelle che lo fanno forniscono una scelta ristretta, senza tenere conto dell’enorme talento che negli ultimi anni risiede nel paese della calma mattutina.
Mentre siamo accerchiati da una sterminata selezione di autori giapponesi, a partire dall’acclamatissimo Haruki Murakami fino a Kazuo Ishiguro, autore inglese ma di origine giapponese vincitore del Premio Nobel per la letteratura 2017, dalla prolificissima Banana Yoshimoto fino al caso letterario di Toshikazu Kawaguchi, autore del bestseller Finché il caffè è caldo, dalla Corea del Sud proviene solo un ingiustificato silenzio, che non rende onore alla sua letteratura contemporanea.
La Corea del Sud è un Paese con una tradizione letteraria preziosissima, la quale ha conosciuto il suo momento di principale rottura a seguito della guerra; non la Seconda Guerra Mondiale, come è avvenuto nella letteratura europea e occidentale in generale, ma la Guerra di Corea (1950-1953).
La letteratura coreana del Novecento è strettamente legata alle sue vicende storiche, politiche, sociali ed economiche. Fino agli anni ‘70 i temi fondamentali della produzione letteraria (si ricordino a titolo esemplificativo Kim Won-il e Park Wan-suh) erano la guerra, le sofferenze che essa porta con sé, la distruzione e la separazione di famiglie, villaggi, popoli interi; molto diffusa la forma del pundansosol, il “romanzo di divisione”, dove si discute della divisione delle due Coree.
Con gli anni ‘80 arrivano l’industrializzazione, le megalopoli, il capitalismo e la crescita economica di un Paese martoriato, così la narrazione sposta il suo fulcro sull’alienazione, sulla solitudine degli individui in un mondo che non si preoccupa del loro benessere emotivo e psicologico, sulle aspettative della società che coinvolgono tutti in Corea del Sud.
Nell’ultimo decennio il Paese ha saputo emanciparsi dai temi tradizionali del suo passato, allontanandosi dalla letteratura di guerra e dal romanzo alienante, rimanendo però fedele a sé stessa, permettendo così la nascita di una scena letteraria parimenti vivace e interessante, ma non meno perturbante e introspettiva.
Fra i pochi titoli editi in Italia che possiamo portare come esempio ricordiamo La vegetariana di Han Kang e Le origini del male di You-jeong Jeong.
- La vegetariana, edito in Italia da Adelphi, narra una vicenda assurda e straniante che si origina da un pretesto quotidiano: una donna decide di diventare vegetariana, ma presto cade nella follia più profonda e viene rinchiusa in un istituto per malati psichiatrici perché è convinta di poter diventare lei stessa una pianta. Han Kang è una scrittrice di grande talento e il suo romanzo best seller lo dimostra; la prosa è limpida, pulita, scorrevole, ma anche profondamente disturbante, angosciata, quasi idiosincratica rispetto alla purezza delle descrizioni dei paesaggi e della natura. Leggendo quest’opera ci si immerge nelle condizioni disperate di una donna malata e di una famiglia incapace di comprenderla e aiutarla. Vincitore del Man Booker Prize nel 2016, il romanzo di Han Kang è un viaggio introspettivo in una mente che non riesce a uscire dalle sue ossessioni, ma anche una complessa allegoria sulla condizione femminile in Corea del Sud, nella sua società fortemente patriarcale e caratterizzata da altissime aspettative di successo.
- Le origini del male di You-jeong Jeong, edito da Feltrinelli, si posiziona a metà fra il thriller e l’horror, fra il giallo e lo splatter. Il protagonista si sveglia una mattina imbrattato di sangue, trova il cadavere della madre con la gola tagliata, ma non ricorda niente di cosa sia successo. Anche qui è evidente il tema della malattia mentale con un protagonista che segue una terapia farmacologica che gli provoca amnesie ed emicranie frequenti. Seppur molto lento nella sua prima parte, il romanzo crea un clima di costante terrore, anche grazie a una scrittura ossessiva, a volte ripetitiva, ansiogena e nevrotica, che tanto ricorda, nella sua traduzione in italiano, altri personaggi letterari un po’ fasulli, bugiardi con sé stessi, con gli altri, con il lettore e con il narratore, come ad esempio lo Zeno sveviano.
Tanti altri titoli di autori, ma soprattutto autrici e autorə, coreanə andrebbero ricordati e meriterebbero analisi più approfondite, ma purtroppo il mercato editoriale italiano non ha ancora sviluppato un interesse sufficiente per tradurre e pubblicare storie da questa parte del mondo, e quindi spesso e volentieri chi non ha la fortuna di conoscere il coreano deve ricorrere a edizioni in inglese o in francese.
Mi permetto quindi di fare un appello generale a case editrici, redattori e traduttori: non privateci della Corea del Sud letteraria, perché se c’è un mercato da tenere d’occhio, per la sua produzione e vivacità, è proprio quello!