The Renaissance Eras
L’inizio di un anno nuovo significa inevitabilmente la chiusura di uno precedente. Significa rivolgersi verso i 365 giorni appena trascorsi e riflettere su chi sono stati i vostri compagni di avventura o la colonna sonora che vi ha tenuto per mano. E se è vero che già Spotify, col suo Wrapped, è impegnato nel ricordare i vostri brani preferiti o le ossessioni passeggere, noi siamo qui per raccontarvi di un’ossessione comune, condivisa da centinaia e centinaia di voi. Un fenomeno che nel 2023 riguarda due artiste, entrambe donne, entrambe vogliose di divertirsi e divertire, e che ha abbracciato svariati continenti, illuminando migliaia di sorrisi.
In questo momento, tra la coda dell’anno passato e il capo dell’anno che verrà, vogliamo ricordare un momento eccezionalmente particolare, atipico nell’universo artistico e dello spettacolo: celebriamo un anno trascorso con tutti voi all’insegna della donna, del prodotto femminile e, soprattutto, del successo di esso. Celebriamo un percorso che vuole proseguire nei mesi che verranno e di cui i progetti delle due artiste cui facciamo riferimento sono un esempio emblematico ma non esclusivo. Il fenomeno di Barbie o C’è ancora domani o di revenge songs come Flowers o Music Sessions Vol. 53 riconferma, infatti, la forte presenza e successo femminile sulla scena artistica appena trascorsa. Celebriamo allora tutto ciò.
Tra fuochi d’artificio, balli e casse a tutto volume, il nuovo anno vogliamo si apra nella speranza che l’anno trascorso sia l’alba di una nuova era; nella speranza che possa aprire le porte a un rinascimento.
The Eras Tour
“It’s you and me, that’s my whole world” così si rivolge Taylor Swift ai suoi fan all’apertura dei concerti del suo The Eras Tour, ad oggi la tournée mondiale di maggior incasso della storia della musica moderna. Ragionevolmente (e prevedibilmente) nominata dal Times come “Persona dell’anno”, la cantautrice statunitense si è incoronata regina della cultura pop del 2023: è forse troppo presto per comprendere appieno tutte le implicazioni culturali, sociali ed economiche di questo fenomeno; tuttavia, è ormai innegabile l’impatto che sta avendo sulla cultura di massa, al punto da figurare in corsi di studio ad Harvard.
La serie di concerti è concepita come una celebrazione della sua intera discografia, dove ogni album rappresenta un’era, caratterizzata da una specifica atmosfera. Il grande successo è da attribuire alla straordinaria capacità di saper creare una narrativa appassionante che faccia da contorno alle canzoni: i fan accaniti, altresì noti come Swifties, conoscono a menadito il contesto dietro la scrittura diaristica dei brani; il significato nascosto di alcuni indizi lasciati dall’autrice stessa nei video musicali o nei post su Instagram noti come easter eggs, delle uova di Pasqua da andare a scovare con attenzione maniacale per aggiungere un tassello in più al folklore (non potevo non dirlo!) a supporto dell’esteso repertorio della cantante.
Nel corso della sua carriera Swift ha sempre lavorato per fare in modo che la sua musica arrivasse a più persone possibili, mostrando un interesse e un amore verso i suoi ammiratori che appare sempre genuino. Ora non è più possibile, ma era solita invitare a casa sua dei fan per far sentire loro in anteprima album inediti, o consegnare porta a porta regali di Natale durante la campagna promozionale di un nuovo disco. Taylor ha saputo creare un rapporto intimo con i suoi Swifties e il risultato di ciò è il successo senza precedenti che ha riscosso nel 2023: il pubblico urla, grida i testi, salta e balla (al punto da causare lievi terremoti), imita gli abiti tipici della propria era preferita, scambia braccialetti dell’amicizia (è bastato un verso di You’re On Your Own, Kid (2022) per diffondere una nuova tradizione ai suoi concerti).
La talentuosa performer aveva in programma di portare in tour il suo settimo album Lover durante quello che si sarebbe chiamato Lover Fest nel 2020, un’idea presto smantellata dalla pandemia mondiale. Non sapendo stare con le mani in mano per più di tre giorni, nel 2020 è stato rilasciato il dittico composto dalle “sorelle” folklore ed evermore, nel 2021 le re-incisioni dei suoi album Fearless (Taylor’s Version) e Red (Taylor’s Version) e nel 2022 il suo decimo album di inediti intitolato Midnights, tutti accolti molto positivamente da critica e pubblico. Subito dopo il successo dell’ultimo disco, Swift annuncia il suo The Eras Tour, un viaggio attraverso tutta la sua carriera, un Greatest Hits tour all’apice del successo commerciale.
A partire dal 2019 l’autrice è stata nel vortice di una disputa legale contro la sua precedente casa discografica riguardo i masters dei suoi primi sei album: il contesto surreale nel quale l’unica persona al mondo a non poter comprare la musica di Taylor Swift è Taylor Swift. In risposta a tale barbarie, la sua decisione è stata quella di re-incidere i suoi album “rubati” in modo che quelli originali perdessero valore commerciale e che quelli nuovi fossero totalmente in suo possesso, stilisticamente rappresentato dalla celeberrima denominazione (Taylor’s Version). L’Eras Tour è una celebrazione anche di questo, della riappropriazione della propria vita musicale dando valore al diritto di ogni artista di possedere la propria arte.
La setlist è composta da più di 40 brani per la gargantuesca durata di 3 ore e mezza, divise in 10 atti ciascuno rappresentante di una specifica era: ognuna è riconoscibile per il colore ad essa tipicamente associata, per lo stile dei costumi e della scrittura, per l’elaborata e iconica scenografia. Il grande pregio è che ogni dettaglio è riconoscibile e apprezzato, oltre che essere perfettamente congegnato in fase di produzione. Nessuno show è mai uguale al precedente perché Swift decide di suonare durante il “set acustico” due canzoni a sorpresa che cambiano ogni sera, oppure perché i fan notano anche solo una minima variazione nei costumi o ancora perché Taylor stessa potrebbe approfittarne per lanciare un nuovo album o un singolo. Durante l’Eras Tour sono, infatti, stati annunciati due nuovi re-recordings, Speak Now (Taylor’s Version) e 1989 (Taylor’s Version); i video musicali di I Can See You e del remix di Karma; e il rilascio come singolo di Cruel Summer (2019) praticamente by popular demand.
L’attenzione mediatica rivolta questo tour è stata senza precedenti: Ticketmaster, la piattaforma online per l’acquisto dei biglietti, è crashato a causa di un insufficiente supporto tecnico nei confronti dell’enorme richiesta per i biglietti (un argomento sul quale si è espresso persino Joe Biden); l’economia locale e nazionale statunitense ha avuto un picco in seguito alla scia lasciata dagli Swifties; alcuni capi di stato, come Justin Trudeau, hanno pubblicamente chiesto a Swift di esibirsi nelle proprie nazioni; ogni show veniva seguito in tutto il mondo da dirette amatoriali su Tik-Tok. Il livello di isteria di massa, chiamata “Swiftmania”, è paragonabile, secondo gli esperti, solo a quella scatenata dai Beatles: è già il tour di maggior incasso della musica moderna e ne manca ancora metà!
In aggiunta all’enorme affluenza dal vivo, il concerto è stato anche portato al cinema con l’uscita in sala ad ottobre 2023 di Taylor Swift: The Eras Tour, ad oggi il film concerto di maggior incasso della storia del cinema. Spopolavano in rete video di fan che cantavano e ballavano in sala, a urlare in piedi la propria canzone preferita (fenomeno al quale non si è sottratto nemmeno il vostro autore). Swift ha volutamente deciso di rilasciare il suo film senza una partnership con una casa di distribuzione, ma con un accordo direttamente con i cinema: questa irriverente strategia di marketing (a cosa serve una campagna pubblicitaria quando è sufficiente un post su Instagram e tuoi fan fanno tutto il resto?) ha spiazzato Hollywood ed è persino stata complimentata dal regista Christopher Nolan, che di successi al botteghino ne sa certamente qualcosa.
Renaissance Era
‘Please, motherfu***rs ain’t stopping me’. Con una dichiarazione d’intenti, Beyoncé apre il proprio album, Renaissance, rivolgendosi al mondo. Siamo nel 2022: nel mondo post-lockdown, post-pandemia. Siamo in un mondo perso, senza punti di riferimento o certezze, perché ancora non in grado di elaborare quegli anni di morte temporale che ha dovuto affrontare. Ma siamo, anche, in un mondo pronto a tornare a girare vorticosamente, carico di una linfa vitale accumulata e immagazzinata pronta a esplodere. È un mondo che non ‘può essere fermato’, irrequieto di vivere un presente spensierato. Siamo agli albori di un ‘Rinascimento’.
Se l’uscita dell’album apre l’Atto I del progetto dell’artista statunitense, è solo con l’avvio del tour mondiale, il 10 maggio 2023, che ci si disegna una visione completa dell’opera. Fortemente influenzato da un’estetica cibernetica post-umanoide, il tour rilancia la narrativa tracciata dal disco verso un universo transmediale, mettendo in scena l’insicurezza della modernità attraverso riferimenti costanti all’alieno ed a una umanità distopicamente fusa con la macchina. Se, infatti, la conformazione del palco rimanda alla circolarità dell’Ufo, gli intermezzi video-artistici che donano organicità allo spettacolo si proiettano su uno sfondo metropolitano con forti richiami alla tradizione filmica, in primis a Metropolis di Fritz Lang (di cui una citazione esplicita ci salta subito all’occhio nel vedere la cantante nelle vesti del famoso uomo-macchina del cinema muto).
E, come nel classico del ‘29, la corazza bionica resuscita: figlia e madre della nuova umanità, fenice rinata attraverso l’estraneità extracorporea del tecnologico, la ‘superstar aliena’ è capace di mostrare ciò che c’è di unico nella differenza. A capo di una riscoperta di sé stessi e della propria comunità, la cantante si pone come pastore in grado di esaltare l’unicità, la differenza, l’originalità di una modernità sì mutata, ma in cui è comunque possibile riscoprire la bellezza e la gioia. Il palco, astronave aliena sconosciuta e spaventosa, diviene così, sotto la guida dell’artista, un’affollata pista da ballo; l’ufo una palla da discoteca e la caoticità quotidiana del notiziario, che aveva infuso le vite di miliardi di persone per anni, diviene un momento per riflettere sulla dinamicità del vivere e del divertirsi. È un divertimento collettivo, transnazionale, che alla viralità del Covid-19 contrappone la viralità del web con momenti di pura gioia comune come la challenge, ripetuta di stadio in stadio, e commentata di schermo in schermo, in cui alle parole di Beyoncé ‘Look around, everybody on mute!’ si tenta lo sforzo collettivo di stare in silenzio per più tempo possibile.
In questi giorni il tour, poi, si apre a un’ulteriore platea: quella della sala cinematografica. Seguendo un simile rollout a quello della Swift, a un tour da record (prima tournée di un artista afroamericano in ordine di successo e secondo miglior incasso femminile di sempre) segue una pellicola firmata Beyoncé Giselle Knowles che, solo nel primo weekend di dicembre, guida il box office statunitense con 21 milioni di dollari di incasso. Lo svago, che tende ad essere il più inglobante possibile, utilizza il mezzo del film per permeare un mondo ancora troppo grigio e perso. È attraverso il film che il messaggio ‘release the stress!’, ‘release the anger!’ può giungere a tutti; che uno svago collettivo, eccentrico e globale può avere luogo in momenti in cui l’umanità sembra aver perso la propria ape regina. Quando le più importanti testate giornalistiche annunciano tutto e il contrario di tutto, quando l’opinione comune è inondata dalle miliardi di opinioni discordanti del web, rabbiose e impaurite, Queen Bee incita, sulle note di Donna Summer, a reindirizzare le proprie energie sulla costruzione di una riunione gioiosa, indetta in una ballroom cosmopolita. Qui, tra il voguing e l’intreccio delle note di un organo, si stringe un qualcosa che va oltre il gruppo: si incontra una comunità.
[…] film. Indubbiamente sin dalla sua uscita lo scorso luglio, il film sul creatore della bomba atomica era visto come uno dei grandi favoriti alla corsa per le statuette e il vantaggio si è consolidato con il passare del tempo. Nonostante […]