Sirene, mito senza tempo
Ricordo ancora il primo momento in cui ho visto l’immagine di una sirena. Ero rimasta davvero colpita: una figura fantastica, metà donna e metà pesce, sempre raffigurata come bellissima e inarrivabile, che viveva nel mare per nascondersi agli umani. Da lì, mi hanno sempre affascinato i programmi e i cartoni che parlavano di sirene (come dimenticare l’iconico H2O – Just Add Water1, Mermaid Melody Principesse Sirene2, o qualunque episodio a tema mare in cui i protagonisti si avventurano nelle profondità dell’oceano magicamente “trasformati” in sirene e tritoni). Non mi stupisce il fascino e la conseguente fama di queste creature nella cultura mainstream e nella storia, da sempre circondate da un’aura di mistero sulla loro origine, carattere e aspetto.
Treccani così recita: “[queste] affascinanti creature hanno avuto una grande fortuna non soltanto nell’antichità classica: nel Medioevo, quando si cominciò a raffigurarle con la coda di pesce, i cristiani le interpretarono come un simbolo del piacere ingannevole dei beni materiali – così anche Dante nella Divina Commedia – o anche come falsa promessa di pace eterna, contrapposta alla vera pace cristiana”. Anche nel mondo moderno, in particolare in età romantica, la figura della Sirena ha esercitato il suo fascino sugli scrittori: famosissima è la favola della Sirenetta del danese Hans Christian Andersen. Ancora oggi, del resto, nel linguaggio quotidiano, è detta sirena una donna incantevole ma pericolosa, e non a caso così è stato chiamato anche l’apparecchio che col suo suono attira l’attenzione3.
Oltre alle classiche sirene della mitologia greca, che provavano ad attirare Odisseo e i suoi uomini tra i flutti con i loro canti melodiosi, il folklore europeo riporta la figura delle ondine4. Secondo le teorie dell’alchimista svizzero Paracelso, si tratta di elementali dell’acqua, ovvero creature mitologiche che appartengono a uno dei quattro elementi classici (acqua, aria, terra, fuoco). Si dice che siano prive di anima (e per questo motivo è loro precluso l’accesso al Paradiso dopo la morte), ma che possano guadagnarne una sposando un uomo mortale. Questa loro caratteristica le ha portate a essere molto popolari nella letteratura romantica e tragica. Un famosissimo racconto germanico è, infatti, Il sonno dell’Ondina. La protagonista è Ondine, una ninfa acquatica, alla ricerca di un’anima che avrebbe potuto ottenere con un matrimonio fedele e un figlio. Ondine si innamora di un bel cavaliere, sir Lawrence, che la sposa e le giura amore eterno. Un anno più tardi, dopo la nascita del figlio, Ondine inizia ad invecchiare e man mano il cavaliere perde interesse per lei, finendo per tradirla. Scoperto l’adulterio mentre i due amanti dormivano insieme, Ondine, furibonda, punta un dito verso di lui, che si sveglia di soprassalto come se il gesto l’avesse colpito realmente. Ella lo maledice, esclamando: «Tu mi hai giurato fedeltà con ogni tuo respiro, ed io ho accettato il tuo voto. Così sia. Finché sarai sveglio, potrai avere il tuo respiro, ma dovessi mai cadere addormentato, allora esso ti sarà tolto e tu morirai!»5.
Da questa leggenda ha anche preso il nome la Sindrome di Ondine (o, per i più melodrammatici, “La Maledizione di Ondine”), che in medicina si chiama “ipoventilazione alveolare primitiva”, una grave forma di apnea del sonno. Questa malattia causa la perdita del controllo automatico del respiro, che significa che ogni singolo respiro dev’essere cominciato volontariamente. Se non curata, i pazienti affetti da questa sindrome moriranno – come l’infedele sposo di Ondine – non appena si addormenteranno, dato che durante il sonno non potranno controllare il loro respiro6.
Ci sono innumerevoli altre figure affini alla sirena e alle ondine. Ad esempio, lo scandinavo Fossegrim7 è uno spirito acquatico che adescava donne e bambini suonando musiche incantate con il violino, per poi annegarli o ucciderli con il pugnale che teneva nascosto nel loro strumento. Allo stesso modo in Germania i Nix8 sono folletti acquatici che provano a attirare le persone nell’acqua, esseri particolarmente popolari nella letteratura tedesca; una famosa Nixie tedesca fu Lorelei. Secondo la leggenda, resa famosa dal poeta tedesco Heinrich Heine nell’omonimo poema, Lorelei era una bellissima ondina del fiume Reno che attirava a sé gli uomini col suo canto e il suo aspetto causando naufragi9. Appariva sempre su un’alta rupe, che, secondo la tradizione, si innalza nella valle del Reno tra St. Goarshausen e Oberwesel, città della Renania-Palatinato. Un nome alternativo per le Nixie tedesche è die Rheinetöchter, le “Fanciulle del Reno”. Esse sono protagoniste dell’opera wagneriana “L’Anello dei Nibelunghi”. O ancora: Melusina, metà donna e metà serpente (o drago, a seconda della versione). Personaggio letterario dell’Histoire de Lusignan, intitolata anche Roman de Mélusine, scritta fra il 1387 e il 1394 dallo scrittore francese Giovanni di Arras. Melusina è una fata che una volta alla settimana si trasforma in serpente; essa sposa Raimondino, figlio del re dei Bretoni, che diviene, per le doti soprannaturali della moglie, valoroso principe di Lusignano; ma questi, rompendo il giuramento fatto alla moglie, la sorprende nel bagno e assiste alla sua metamorfosi in serpente; la scoperta, che lo priva della presenza della donna amata, lo getta in uno straziante dolore10.

Anche nella ricchissima tradizione irlandese troviamo un esempio di sirena, o comunque di creatura marina con sembianze di donna: la selkie. Nella tradizione orale irlandese si racconta che la selkie sia una foca che può prendere sembianze umane e divenire una splendida donna. Nella loro forma da foca vivono nell’oceano in grandi gruppi gregari, spesso non distinti dalle foche vere e proprie. Nelle notti di luna piena le selkies possono scegliere di nuotare fino alle spiagge, spogliarsi del loro manto di foca e diventare donne, godendo del crepuscolo e delle sensazioni dell’essere umano. Ma le selkies devono prestare grande attenzione a dove ripongono il loro manto: nello sfortunato caso che un uomo se ne appropriasse, sarebbero a lui legate per sempre11.
Anche Cristoforo Colombo aveva avvistato delle sirene, perlomeno a suo avviso. Il 9 gennaio 1493, durante uno dei suoi viaggi di esplorazione verso il Nuovo Mondo, al largo dell’odierna Repubblica Dominicana, l’esploratore genovese vide fuoriuscire dall’acqua, con grande sorpresa, delle strane creature. Credette di aver visto delle sirene, ma in realtà si trattava di mammiferi marini erbivori (che presero poi il nome scientifico di “sirenidi”12). Essi si dividono in due famiglie, i dugongidi e i trichechidi, che rispettivamente comprendono la specie del dugongo e tre specie di lamantini. Incapaci di vivere fuori dall’acqua ma lontanamente imparentati con gli elefanti, dugonghi e lamantini hanno arti anteriori a forma di pinne e una coda piatta e orizzontale per aiutarsi nel nuoto. Vivono in acque poco profonde, al riparo da predatori come gli squali che non si avventurano in acque basse. Le differenze tra le due famiglie sono puramente di habitat (il dugongo vive nelle acque dell’Oceano Indiano e del Pacifico Occidentale, mentre il lamantino lungo le coste dell’America centrale e meridionale), ma il loro aspetto ha tratto in inganno anche Colombo, che nel suo diario scrisse di aver visto tre sirene, ma che non erano belle nemmeno la metà di come venivano descritte13. Si potrebbe imputare questa svista alla stanchezza fisica e mentale dei lunghi viaggi esplorativi per mare.
Per chi dall’infanzia non riesce a sottrarsi al fascino della coda da sirena, oggi esistono dei corsi di mermaiding, una disciplina sportiva che unisce l’allenamento fisico in acqua al sogno di poter nuotare come una sirena. Nato nel 2004 nelle Filippine come forma di spettacolo e riconosciuto nel 2020 come sport, il mermaiding è arrivato anche in Italia grazie a Maya Devi, fondatrice della prima “mermaid academy” italiana, la Sirenes Mermaid Lifestyle. In un’intervista a Io Donna, Devi racconta: «Ho scoperto il mermaiding a Bali nel 2013 ed era una disciplina in voga da pochi anni. La prima Academy, ovvero la Mermaiding University, quella che ho frequentato io, è stata fondata in Florida nel 2010. Mermaiding significa “muoversi come una sirena” ed è una disciplina che consiste nel nuotare indossando una monopinna caudale e una guaina coloratissima che avvolge il corpo dai fianchi ai piedi, del tutto simile alla coda di una sirena». Lo sport ha dei requisiti di partenza: un buon livello di acquaticità, buona flessibilità del corpo, soprattutto del bacino, e un buon rapporto con l’acqua e la profondità. «Si raggiunge una piena consapevolezza del proprio corpo e della propria femminilità – spiega l’esperta – Il contatto primordiale con l’elemento acqua, da cui tutti proveniamo, è in grado poi di donare equilibrio e armonia alla mente. In più con il mermaiding è possibile riscoprire la propria capacità di incantare e di giocare. È una disciplina che, se praticata con costanza e dedizione, può aumentare consapevolezza e autostima e può essere l’occasione per liberarsi da blocchi e paure»14.
Note
- H2O Just Add Water (YouTube)
- Mermaid Melody Principesse Sirene – Wikipedia
- Sirene in “Enciclopedia Treccani”
- undine | mythology | Britannica
- “Undine”, il mito dietro la leggenda – Diacritica
- Sindrome di Ondine – Osservatorio Malattie Rare
- Fossegrim – Wikipedia
- nix | German mythology | Britannica
- H.Heine, “Die Loreley”, da “Buch der Lieder” (1827)
- Melusina nell’Enciclopedia Treccani
- CelticPedia: La leggenda della Selkie
- sirenian | mammal | Britannica
- I miti e le leggende su Cristoforo Colombo | Wired Italia
- Mermaiding: come si pratica e che benefici apporta lo sport che riproduce il nuoto delle sirene
In fondo al mar
Editoriale · L’Eclisse
Anno 2 · N° 5 · Settembre 2022
Copertina di Laura Maroccia.
Hanno partecipato alla realizzazione di questo editoriale: Greta Beluffi, Matteo Capra, Michele Carenini, Anna Cosentini, Joanna Dema, Clara Femia, Eugenia Gandini, Marta Gatti, Chiara Gianfreda, Alessandro Girardin, Nikolin Lasku, Rosamaria Losito, Matteo Mallia, Laura Maroccia, Marcello Monti, Valentina Oger, Alessandro Orlandi, Matteo Paguri, Luca Ruffini, Arianna Savelli, Tommaso Strada, Vittoria Tosatto, Marta Tucci, Marta Urriani, Francesco Vecchi, Adriano Zonta.