Premessa
Che cosa vi viene in mente quando pensate al blu?
Potreste immaginarvi una di quelle montagnette di polvere che in pittura vengono usate nella
preparazione dei colori, oppure una grossa macchia liquida in stile Art Attack: quello sarebbe il blu
in quanto colore. Qual è la prima sfumatura che vedete? Un blu elettrico, o forse oltremare?
Magari blu cobalto? Blu Estoril o blu Cina?
Vi sorprenderà scoprire che quello che concepiamo come un concetto assoluto, in realtà, è
estremamente mutevole. Sapevate che gli antichi greci non avevano una parola per “blu” e che,
secondo alcune teorie, lo consideravano una sfumatura di viola? Chissà che avrebbero detto se si
fossero trovati davanti la tabella dei colori primari, con quel ciano così fosforescente da bruciare gli
occhi; forse non lo avrebbero considerato un elemento dell’insieme cromatico del blu, come invece
farebbe un qualsiasi anglosassone quando, per tradurre “azzurro”, se ne esce con “light blue”,
“baby blue”, o anche “sky blue”. Questi, a voler essere precisi, sarebbero dei colori diversi, ma
dopotutto non siamo alla Pantone e non stiamo cercando il colore del 2025 – quello di quest’anno
è un pesca un po’ annacquato.
E se vi parlassimo di ciò che il blu riesce a comunicare? Avrete letto qualcosa sulla simbologia dei
colori, sulle sensazioni che trasmette una stanza dipinta con colori caldi rispetto a una in cui
dominano i toni freddi, o anche solo su cosa dice di voi il vostro colore preferito. Il blu solitamente
rappresenta la calma, ma anche la tristezza. Il titolo del nostro editoriale riprende infatti
un’espressione inglese, “to feel/be blue”, ovvero sentirsi tristi, malinconici; questa dicotomia tra
colore e stato d’animo, però, torna anche nella nostra lingua, forse a livello più metaforico, per poi
essere trasposta nell’arte: ce l’avete presente Azzurro di Celentano, Blue (Da Ba Dee) degli Eiffel
65? Non c’è bisogno di raggiungere gli abissi di una notte fonda, basta anche la Celeste nostalgia
di Riccardo Cocciante o l’Azzurra malinconia di Toto Cutugno per sentirsi un po’ giù di corda. Noi,
nel nostro piccolo, ci auguriamo che gli articoli di questo mese non abbiano l’effetto di un secondo
Blue Monday.