La casa lontano da casa: Ascensia e il caso Heaven’s Gate
In che modo una setta è simile a una famiglia?
La famiglia è il primo nucleo sociale che incontriamo e a cui apparteniamo. È fondamentale per il nostro sviluppo cognitivo, interazionale, psicofisico ed emotivo. Dunque, se viene a mancare il supporto genitoriale, il figlio sarà costretto a ricercarlo altrove, in qualcosa o qualcun altro. Noi siamo animali sociali, non siamo fatti per la sopravvivenza autonoma, che prescinda da una stretta rete di supporto e interazione. Di conseguenza, un individuo lasciato solo è più sensibile a influenze esterne, che spesso, a sua insaputa, si rivelano pericolose.
Qui entrano in gioco le sette.
Le sette sono sistemi di credenze alternative, psicologicamente chiuse al resto della società. Infatti, non solo il mondo viene diviso in modo dicotomico (la verità, posseduta esclusivamente dal gruppo, e un mondo esterno dominato dalla menzogna), ma i membri sono indotti a chiudere ogni rapporto con la vita e con le persone precedentemente frequentate, inclusi i familiari. Sicuramente questo processo di esclusione è più semplice se questi ultimi sono stati attori di abuso verso l’interessato, ma uno dei luoghi comuni più diffusi è che le sette attirano solo sprovveduti. In realtà, si tratta solo di trovare il giusto momento della vita in cui l’individuo è più propenso alla persuasione orientata al controllo. Le sette propongono soluzioni e risposte semplici ai drammi personali, presentandole come la perfetta occasione di un momento di sollievo dal conflitto interiore e un modo di ritrovare un posto in una comunità. L’ambiente creato è percepito come sostitutivo della famiglia, tanto che una delle sette più famose si chiama proprio “La famiglia Manson”.
Mentre navigavo in Internet alla ricerca del film perfetto, mi sono imbattuta su Youtube in una strana locandina e un titolo altrettanto insolito: The Final Exit of the Disciples of Ascensia. Incuriosita dal disegno a matita apparentemente “bambinesco” e dalle espressioni un po’ deformi dei personaggi, ho cliccato sul video per guardare il film completo, pubblicato dall’account della regista e ideatrice, Jonni Philips. La trama affronta proprio l’indottrinamento in una setta ufologica e le conseguenze della decisione di entrarvi.
The Final Exit of the Disciples of Ascensia (non esiste ancora una versione in italiano, quindi mi sono permessa di tradurre il titolo come L’Uscita Finale dei Discepoli di Ascensia, N.d.A.) parla di Amy, una donna tormentata dall’insicurezza e incapace di inserirsi appieno nella società sin dall’infanzia, costellata di strane visioni di alieni e sfere luminose. Un giorno, tornando a casa, trova un pacchetto indirizzato a lei da parte de “I Discepoli di Ascensia”, con dentro un VHS. La cassetta mostra una donna, ossia Ascensia, in uno strano costume, che parla del suo incontro fortuito con un alieno e chiede alla telespettatrice di unirsi a lei e al suo gruppo. La coinquilina di Amy, Janis, la prende in giro per credere a questa pagliacciata anche solo per un minuto, ma Amy decide di tentare la sorte e incontrare questa comunità, pur di trovare il suo vero posto nel mondo.
Ascensia la accoglie nel luogo dove dimorano i Discepoli e dà ad Amy un costume e un nuovo nome, Celisse, comunicatole dagli alieni telepaticamente. Nei giorni successivi, la leader illustra in un sermone a Celisse e i Discepoli la storia delle loro madri aliene e del pianeta “casa” al quale presto ritorneranno. Durante il soggiorno, la giovane fa amicizia con altri Discepoli, che condividono con lei le loro abilità insolite e storie d’infanzia che hanno fatto loro capire di essere diversə, e il momento in cui hanno ricevuto la videocassetta di Ascensia. Tra questə, Celisse lega molto con Mira, che esprime le sue emozioni scrivendo canzoni. Nei suoi sermoni, la leader continua a parlare del momento in cui “ascenderanno” verso il pianeta natale e della punizione per chi dovesse lasciare la comune prima dell’ascesa. In un sogno, Ascensia ha una visione aliena che le annuncia che il tempo dell’ascesa è giunto: dopo aver comunicato la buona notizia, i Discepoli salgono su un pullman e partono dopo aver dato fuoco alla comunità. Successivamente, durante una pausa presso un distributore di benzina, Celisse e Mira vanno in bagno per confrontarsi (senza che la leader le senta) su cosa vorrà davvero dire “ascendere”. Mira è nel panico, capisce che niente di ciò che Ascensia dice ha senso ed entrambe realizzano che è molto probabile che “ascendere” significherà “morire”. Le due chiamano il 911 e tentano una fuga, ma improvvisamente una sfera luminosa discende dal cielo: è la navicella aliena dove Ascensia e i Discepoli sono saliti mentre le due fuggitive si nascondevano invano. La leader rimprovera aspramente le due per averle disobbedito e dice che sul pianeta natale la loro punizione sarà vivere come serve per l’eternità.
I Discepoli arrivano finalmente al pianeta natale e gli alieni ringraziano Ascensia per aver compiuto la sua missione. Mira e Celisse sono costrette a seguire gli ordini di tutti, ma non sono scontente, perché riescono a concentrarsi sulle piccole cose, come le canzoni di Mira. Alcuni Discepoli, però, iniziano a rendersi conto di un fatto sconfortante: l’ascesa promessa e tanto ambita non ha migliorato il tenore di vita né quella sensazione di vuoto che provavano nel sentirsi reiettə della società. Anche Ascensia arriva alla stessa amara conclusione: mentre girovaga per il palazzo delle madri aliene, scopre che anche loro adorano degli dèi extraterrestri. Non è davvero “casa” quella, è solo un’altra “Terra”, con una nuova società in cui sentirsi nuovamente fuori posto. Nulla è cambiato.
Sul suo sito, Jonni Phillips (regia, animazione, storyboard e editing di Ascensia) afferma che
Mi sono molto interessatə alla setta ufologica ‘Heaven’s Gate’, tristemente famosa per aver commesso suicidio di massa in una villa a San Diego nel 1997. Ho trovato online le registrazioni su nastro delle loro iniziazioni e mi sono sentita molto attiratə dal loro leader, Do, e ciò in cui credeva. Ho guardato un altro video dei membri della setta in cui parlavano di quanto erano entusiasti di andare “al livello superiore”. Ho empatizzato con la loro mentalità e sentivo di voler loro bene e di supportarli, anche se tutta questa situazione era estremamente tragica. Volevo fare un film che parlasse di empatizzare con membri di una setta. L’idea era di inventare una setta tutta mia, e rappresentare ciò in cui credeva, nel film, come una verità assoluta, e che poi sarebbero davvero ascesi e avrebbero lasciato la Terra.
“Heaven’s Gate” (“I cancelli del Paradiso”) è stata una setta ufologica i cui leader sostenevano che il suicidio avrebbe permesso ai suoi membri di abbandonare “i loro veicoli corporei” e accedere a una navicella aliena, nascosta dietro alla cometa di Hale-Bopp. Uno dei leader era Marshall Applewhite, un professore di musica sopravvissuto a una esperienza pre-morte nel 1972, il quale fu coinvolto nell’idea dalla sua infermiera, Bonnie Nettles. I due diventarono amici, relazione incoraggiata anche dai loro crescenti interessi in comune per la fantascienza, l’ascetismo e l’escatologia. Si convinsero di essere stati scelti per adempiere alle profezie bibliche e di aver ricevuto delle menti di livello superiore alle altre persone: nella loro visione, si identificavano come i due testimoni descritti nel Libro dell’Apocalisse e iniziarono a riferirsi a loro stessi come “I Due dell’UFO”. Applewhite e Nettles credevano che sarebbero stati uccisi, riportati in vita e infine trasportati su un’astronave aliena, in un evento che chiamavano “La dimostrazione”.
Data la scarsa reazione che questa profezia aveva provocato nelle comunità religiose esistenti, i Due decisero di cercare seguaci affini e pubblicarono annunci per le future reclute al loro gruppo, Heaven’s Gate. Durante questi eventi, dichiaravano di rappresentare esseri di un altro pianeta (un po’ come Ascensia) e che i partecipanti all’esperimento che avrebbero condotto sarebbero stati portati a un “Livello Successivo” (il nome del pianeta da dove dicevano di provenire). Nel 1975 i Due, che iniziarono a farsi chiamare anche Do e Ti (le due note musicali do e si in inglese), persuasero un gruppo di 20 persone dell’Oregon ad abbandonare le proprie famiglie e a spostarsi nell’est del Colorado, luogo in cui , secondo la loro promessa, una navicella extraterrestre li avrebbe trasportati nel loro pianeta. Ovviamente, l’UFO non arrivò mai e l’affluenza a Heaven’s Gate diminuì. Dopo la morte di Nettles nel 1985, Applewhite continuò il suo reclutamento, finché la scoperta della cometa di Hale-Bopp nel 1995 non diede a Heaven’s Gate l’occasione perfetta. I membri erano convinti che dietro ad essa si nascondesse la navicella che finalmente li avrebbe portati sul loro pianeta natale. Nel 1997, come previsto dalla sua orbita di 4000 anni intorno al sole, la cometa passò vicino alla Terra, in uno degli eventi astronomici più spettacolari del 20esimo secolo. Quando a marzo raggiunse la minor distanza possibile, Applewhite e altri 38 membri bevvero un mix letale di sedativo e vodka, per lasciare sulla Terra i propri corpi e ascendere “attraverso i cancelli del Paradiso” in un’esistenza a un “Livello Superiore”.
Cosa ci possono raccontare Ascensia e Heaven’s Gate sul concetto di famiglia? Il fatto che pur di trovare il nostro posto del mondo, andremmo a cercarlo addirittura nello spazio, molto probabilmente. I membri di Applewhite e Nettle avevano in comune la speranza di “ritrovarsi” attraverso un mezzo spirituale, di appartenere a una comunità di simili, che si potessero comprendere a vicenda e con l’obiettivo condiviso di raggiungere un’esistenza superiore, liberandosi dai vincoli terreni. In Ascensia, questo sentimento è reso in una sequenza di presentazioni dei vari membri della comune a Amy/Celisse, la nuova arrivata. La serie di flashback, resi in stili di animazione diversi, rappresentativi delle differenti backstories, sono collegati dallo stesso fil rouge: sentirsi diversə per un particolare talento o difetto, l’incomprensione da parte dei genitori, l’abbandono, l’arrivo della videocassetta di Ascensia, apparentemente l’unica in grado di accogliere incondizionatamente sotto la sua ala tutte queste differenze. L’appartenenza è un sentimento profondamente umano e che facilmente suscita solidarietà: noi spettatorə non ci sentiamo mai giudicanti verso Celisse, Mira o il resto dei Discepoli per aver seguito il richiamo di Ascensia, perché è il richiamo di una nuova famiglia.
Alla fine, le vicende di Heaven’s Gate e Ascensia suggeriscono che, anche se il nostro status di reietti e i nostri sentimenti di alienazione fossero tali perché provenissero dallo spazio, non importerebbe. Tornare al “pianeta natale” tra le stelle non ci libererebbe dal nostro passato, e nemmeno cercare di ascendere al “Livello Superiore”. Tanto vale, quindi, provare a superare la paura di non sapere dove stiamo andando e accorgerci che non siamo veramente soli nel sentirci soli.
Familia
Editoriale · L’Eclisse
Anno 2 · N° 8 · Gennaio 2023
Copertina di Laura Maroccia.
Hanno partecipato alla realizzazione di questo editoriale: Greta Beluffi, Matteo Capra, Michele Carenini, Anna Cosentini, Joanna Dema, Clara Femia, Eugenia Gandini, Marta Gatti, Chiara Gianfreda, Nikolin Lasku, Rosamaria Losito, Matteo Mallia, Erica Marchetti, Laura Maroccia, Marcello Monti, Valentina Oger, Alessandro Orlandi, Matteo Paguri, Luca Ruffini, Tommaso Strada, Vittoria Tosatto, Marta Tucci, Maria Traversa, Marta Urriani, Francesco Vecchi, Adriano Zonta.
[…] Credo di aver esterrefatto qualche vecchietta che ha osato sbirciare lo schermo del mio computer, mentre scrivevo l’anno scorso in totale tranquillità, seduta a un tavolino in riva al lago, la recensione di un libro sulla moralità del cannibalismo e delle sue implicazioni oggi. Ebbene, oggi torno con una doppietta letale, non più sull’antropofagia, bensì sul sentirsi “alieni” rispetto alla società e all’impossibilità di inserirvisi (e anche qui, niente di nuovo sul fronte occidentale dei miei articoli). […]