Se in estate le liste di consigli letterari sono solite includere romanzi da più di 500 pagine, presupponendo che sul lettino in spiaggia la frase “appena ho più tempo libero mi dedico alla lettura” si traduca in realtà, ha senso utilizzare l’inverno pieno di impegni per sfruttare l’essenzialità dei libri brevi. Sul nostro sito potete già trovare un articolo con 4 consigli letterari sotto le 150 pagine; questa volta ho deciso di ridurre al minimo l’unità di misura: ecco quindi 5 romanzi con meno di 100 pagine, che potete godervi in queste giornate piene di esami (se siete, come noi in Redazione, studentə in sessione) o riunioni di lavoro.

1.L’ALTRA FIGLIA – Annie Ernaux – 82 pagine
Annie Ernaux ha vinto il Premio Nobel nel 2022 all’età di 82 anni. Quando ne aveva solo 10, scopre per caso, origliando una conversazione che non doveva sentire, che i genitori hanno avuto un’altra figlia, “più buona di quella lì” come la descrive la madre credendo di non essere sentita. Seguendo la conversazione, Annie capisce che è morta di difterite sette mesi prima dell’entrata in circolazione del relativo vaccino. Tra i diritti dei bambini c’è quello alla verità, ma i genitori di Annie hanno taciuto e continueranno a tacere sull’esistenza di questa sorella. Abituata a essere la prima e l’unica, la protagonista si trova a elaborare, da sola, il trauma di scoprirsi Seconda. Questa lunga lettera cerca dunque di dare un significato a questa scoperta, nel tentativo di collocarla in equilibrio tra l’orgoglio e il senso di colpa. Viene da pensare che forse all’origine della vocazione dell’Annie Ernaux-scrittrice, della sua necessità di esprimere a parole un complessissimo mondo interiore, e quindi di ciò che l’ha portata a vincere un Nobel per la letteratura, ci sia proprio questa vita spezzata da lei inconsapevolmente sostituita.

2. CASA D’ALTRI – Silvio D’Arzo – 50 pagine
“Un racconto perfetto”: così è stato definito da Eugenio Montale. Un testo non particolarmente conosciuto (anche se quest’anno ha appena perso i diritti d’autore, magari tornerà in auge grazie a un film o a una serie tv?), ambientato in un contesto molto semplice: siamo in un paesino isolato dove non succede mai niente, nei dintorni di Bobbio, il protagonista è un prete che passa le sue giornate con le comari del luogo e tenta invano di migliorare la poca vita collettiva rimasta. Un giorno, però, gli fa visita Zelinda, una vecchia che ha sempre vissuto su quei colli, passando le giornate a fare il bucato, coltivare la terra e far pascolare la sua capra. Vuole “semplicemente” fargli una domanda, supponendo che il prete abbia gli strumenti e le conoscenze che lei non possiede. In sole 50 pagine, l’atmosfera diventa man mano più densa e turbata senza che, però, diventi mai complicata o ingarbugliata. E forse sono proprio queste caratteristiche a fare di Casa d’altri un’opera tanto umana nella sua semplicità, capace di toccare le corde più profonde del nostro stare al mondo.

3. LA PANNE – Friedrich Dürrenmatt – 87 pagine
I giochi di ruolo sono sempre andati di moda: i protagonisti di questa pièce teatrale (un giudice, un avvocato, un pubblico ministero e un boia) li hanno resi l’hobby principale della loro pensione, dato che si ritrovano abitualmente per simulare processi famosi. Un giorno, però, capita nella loro dimora un rappresentante di commercio dalla vita normalissima che, rimasto bloccato con l’auto in panne, accetta divertito di giocare all’imputato di un loro processo – sicuro di non avere nulla per cui essere indagato. Tra l’ironico e l’inquietante, Düurrenmatt dimostra mirabili capacità dialettiche e introspettive e ci trascina alla scoperta dei risvolti inaspettati che la vicenda straordinariamente nasconde. D’altronde, hanno ragione i quattro protagonisti: qualcosa di cui si è colpevoli lo si trova sempre.

4. DIARIO DI UN DOLORE – C.S. Lewis – 85 pagine
Il nome di questo autore potrebbe suonare familiare: è lo stesso de Le cronache di Narnia. Questo testo però non è ambientato in un mondo inventato, popolato da fauni, nani e streghe: C.S. Lewis affronta in prima persona la cruda sofferenza terrena che deve affrontare dopo la morte della moglie. Il libro è una raccolta di appunti, scritti più o meno di getto, da una persona che, prima che scrittore, si ritrova ad essere un marito innamorato, bisognoso di riversare la sua fragilità in queste pagine di poche risposte e molte domande. In particolare, tra le righe possiamo cogliere la centralità di una di esse: perché se Dio è buono, permette così tanto dolore? Non c’è bisogno, però, di essere cristiani come Lewis per sentirsi vicini ai suoi pensieri; leggendo i suoi appunti ognuno di noi può declinare le riflessioni in base alla propria prospettiva.

5. VIAGGIO D’INVERNO – Amélie Nothomb – 94 pagine
Amélie Nothomb è il nome da tenere a mente quando si cercano libri brevissimi: scrittrice belga, nata in Giappone, crea storie dalle atmosfere beffarde ed originali (tra le più famose Metafisica dei tubi o Stupore e tremori). Ne Il viaggio d’inverno seguiamo le interazioni tra tre personaggi piuttosto strambi, che nascono e si trascinano seguendo il tentativo del protagonista Zoile di sedurre la giovane Astrolabe, che nella vita deve badare alla problematica scrittrice Aliénor. Il romanzo ha un climax per nulla banale (è stato definito esplosivo, sia nel senso metaforico che letterale del termine), inghiottendo il lettore per qualche ora in una vicenda stravagante.

di Eugenia Gandini
Nata a Milano, cresciuta a Pavia, mi sono trasferita a Torino per frequentare un corso di laurea di cui nessuno ricorda il nome (Scienze strategiche e della sicurezza, nel caso ve lo steste chiedendo). Uso l’autoironia come arma di difesa e mi credo più simpatica di quello che sono in realtà: se le mie battute non sono divertenti, vi prego, non ditemelo, ché mi offendo facilmente. Cerco sempre di vedere il lato positivo in tutto, fino a sfiorare (dicono alcuni) la positività tossica, e mi contraddico facilmente. Un esempio? Ho sempre detto di non volermi sposare, ma su Notion ho già progettato il mio matrimonio e su Pinterest ho una cartella dedicata che aggiorno settimanalmente. Mi piacciono tante (troppe) cose, ma sul podio metterei: la pianificazione e l’organizzazione (anche di questa rivista), Nanni Moretti e le mele gialle (se nella vita i miei progetti falliranno, mi troverete a coltivarle sulle Alpi orientali).
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