Premessa
“Unità nella diversità”. Così recita il motto dell’Unione europea, la cosa più bella che noi abitanti del Vecchio Continente abbiamo costruito dalle macerie e dalle ferite indescrivibilmente profonde del Primo e del Secondo conflitto mondiale.
Spesso percepite come bisognose di profonde riforme strutturali e distanti dalla realtà dei singoli Stati membri, soprattutto per quanto concerne importanti temi economico-finanziari e migratori, le istituzioni europee hanno avuto un merito immenso e un obiettivo ambizioso (come riportato nell’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea, TUE), ossia garantire pace e prosperità e promuovere i valori fondanti della democrazia di stampo occidentale per ormai più di settant’anni in ogni angolo del continente – o quasi, vista l’atroce invasione russa dell’Ucraina.
È difficile, anzi, impossibile immaginare le nostre vite senza l’Europa unita. È grazie a Bruxelles (in particolare, all’italiana Sofia Corradi) se una studentessa o uno studente di qualsiasi ateneo europeo può partire in Erasmus per trascorrere uno o due semestri in un altro Paese dell’UE. È grazie a Bruxelles che alle giovani europee e ai giovani europei viene data l’opportunità di scoprire loro stessə in un contesto straniero, mettersi in gioco ed esplorare costantemente altri luoghi. Eugenia Gandini entrerà nel dettaglio della storia dell’iniziativa e riporterà le esperienze entusiasmanti di ex studentə Erasmus in Generazione Erasmus.
Tuttavia, è doveroso sottolineare i lati più oscuri e turbanti dell’azione comunitaria. Il riferimento alla crisi dei migranti è ovvia. Tra la propaganda xenofoba e populista di alcuni partiti sia a livello nazionale che sovranazionale e l’inefficienza delle istituzioni europee rispetto al problema, l’Organizzazione mondiale delle migrazioni ha stimato che, negli ultimi 10 anni, oltre 25.000 persone hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo. In L’illusione di una fortezza, la nostra Bianca Beretta offre una visione d’insieme fondamentale sull’evoluzione delle politiche migratorie dell’UE.
Una prospettiva originale sul tema di questo editoriale è portata avanti da Vittoria Tosatto e Valentina Oger in 27 film europei. Da grandi appassionate di cinema, le redattrici ci portano in giro per l’Europa con 27 consigli cinematografici – un film per ogni Stato membro. Dalle divisioni etniche del passato croato e del presente cipriota alle zie lettoni senza patente che vincono automobili alla lotteria, i film proposti permettono di riflettere in chiave artistica sulla nostra storia di europee ed europei, una storia che ci accomuna nonostante le diramazioni locali della stessa.
Detto questo, non possiamo far altro che essere fierə dell’Unione europea, senza lasciare a casa un attento sguardo critico.
Buona lettura,