Ormai ve ne sarete accortə: i cine-comic targati Marvel e DC dominano da anni le prime posizioni del botteghino nostrano ed estero, dove i supereroi continuano ad essere immensamente popolari – basta contare il numero di reboot cinematografici sulle avventure di Bruce Wayne, Clark Kent, Peter Parker e affini.
Nemmeno le serie TV tratte dai fumetti se la passano male, se pensate ai supereroi sui generis di The Umbrella Academy, ai morti viventi di The Walking Dead e iZombie, ai misteri di Riverdale.
Come dimenticare, poi, icone leggendarie del calibro dei Peanuts o di Topolino? Snoopy e Pluto sono forse i cani più popolari di sempre, insieme al Commissario Rex e a Lassie.
E che dire, inoltre, del rapporto strettissimo tra manga e anime nel Paese del Sol Levante? Talvolta, sono le serie animate ad essere adattate (o proseguite) in formato cartaceo, come Cowboy Bebop o Neon Genesis Evangelion, intramontabili classici per gli appassionati del genere. Anche il fumetto europeo, comunque, vanta il proprio arsenale di personaggi adattati sul piccolo e grande schermo, come Asterix e Obelix, Tintin e i Puffi. La loro francofonia non è affatto un caso, dato che quella franco-belga è una delle tre principali aree di mercato del settore – USA e Giappone completano la triade1.
Quanto al fumetto italiano, a livello internazionale è molto più conosciuto di quanto si potrebbe immaginare: spesso, i suoi adattamenti animati o in live-action vedono la partecipazione di case produttrici straniere, come nel felice caso di Strappare lungo i bordi. Ecco a voi le trasposizioni di dieci tra i titoli più conosciuti del nostro panorama fumettistico.
Diabolik
Nato dalla penna delle sorelle Giussani, il ladro dagli occhi di ghiaccio esordisce nel 1962 e affascina fin da subito il pubblico italiano, al punto che, nel 1968, arriva Diabolik (regia di Mario Bava, distribuito all’estero come Danger: Diabolik), con la colonna sonora di Ennio Morricone. Coprodotto tra Italia e Francia, il film viene molto apprezzato dai cugini d’oltralpe, ottenendo, invece, un magro riscontro in patria: per questo motivo, il sequel non vedrà mai la luce.
Per vedere Diabolik in TV, bisognerà aspettare Diabolik (Diabolik: Track the Panther), serie prodotta nel 2000 da Saban International e M6 (entrambe francesi) e Fox Television, mentre nel 2021 i Manetti Bros. realizzano il primo lungometraggio di una nuova trilogia, con protagonisti Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea.
Nemmeno quest’ultimo film, però, riesce a mettere d’accordo critica e pubblico, tuttavia la notizia forse più spiazzante è che Marinelli verrà sostituito da Giacomo Gianniotti (il dottor Andrew DeLuca di Grey’s Anatomy). Che sia un’astuta mossa di marketing?
Dylan Dog
La creatura di Tiziano Sclavi viene alla luce nel 1986, a Londra, e, nel giro di pochi anni, diventa uno dei maggiori successi della Sergio Bonelli Editore. La prima trasposizione cinematografica, non ufficiale, è l’horror Dellamore Dellamorte (Cemetery Man, 1994), in cui Rupert Everett (al quale si ispirano le fattezze di Dylan Dog) interpreta Francesco Dellamorte, altro personaggio di Sclavi considerato come prototipo dell’“investigatore dell’incubo”.
La seconda è Dylan Dog – Il film (Dylan Dog – Dead of Night, 2011), frutto di un travagliato processo di preproduzione che, per questioni di copyright, sostituisce il mitico Groucho Marx con un altro assistente (come già avviene nell’edizione americana del fumetto).
Se Dellamorte Dellamorte riesce a diventare un cult del suo genere, Dylan Dog – Il film è un flop colossale sia a livello commerciale che tecnico: la Bonelli arriverà persino ad evitare qualsiasi attività promozionale o riferimento nelle storie successive alla sua uscita.
Martin Mystère
Il “detective dell’impossibile” viene ideato da Alfredo Castelli nel 1982. A differenza del collega londinese, che ha un comico come braccio destro e vive una storia d’amore dopo l’altra, il biondo archeologo è accompagnato da Java, uomo di Neanderthal originario della Mongolia, e l’assistente sociale Diana Lombard, sua eterna fidanzata. L’unica trasposizione propriamente detta del fumetto è l’omonima serie animata (Martin Mystery, 2003-2006) coprodotta da Rai Fiction, Image Entertainment Corporation (Canada) e dalla francese Marathon Media Group, oggi nota come Zodiak Kids Studios, produttrice anche delle Totally Spies.
Sebbene l’animazione si allontani dal disegno originale e la sceneggiatura si prenda non poche libertà (Martin e Diana diventano fratellastri, per esempio), il risultato finale riesce a riadattare la trama per il pubblico preadolescenziale in modo fresco e spiritoso.
Rat-Man
La prima storia del ratto mascherato viene pubblicata nel 1989: per quasi trent’anni, le sue avventure demenziali divertiranno i lettori, conferendo a Leo Ortolani un meritatissimo successo. Non sarà lo stesso per l’adattamento animato prodotto e trasmesso dalla Rai (2005-2006), la cui messa in onda viene interrotta a metà serie a causa dei bassi ascolti.
Come osservato in più occasioni dallo stesso Ortolani2, l’insuccesso di Rat-Man è dovuto sia a una pessima programmazione all’interno del palinsesto televisivo, sia alla scelta della Rai di indirizzare la serie a un pubblico infantile e, dunque, eliminare battute e tematiche troppo “scomode” come, ad esempio, la presenza di Cinzia Otherside, donna transgender e personaggio amatissimo dai fan. Cinque episodi saranno uniti a formare Rat-Man – Il segreto del supereroe, distribuito in DVD dalla Panini Video.
W.I.T.C.H.
Il quintetto stregato delle amiche Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin si forma nel 2001 ad opera di Elisabetta Gnone, giornalista e autrice per l’infanzia (Fairy Oak, Olga di Carta).
Con 139 albi e una fanbase internazionale, W.I.T.C.H. dimostra di non avere nulla da invidiare alle più zuccherose Winx, nemmeno in TV: nel 2004, arriva la prima di due stagioni targata The Walt Disney Company e trasmessa su Italia 1 (anche se in modo piuttosto altalenante).
La sigla italiana è cantata dalle Lucky Star, gruppo d’esordio di Emma – quella Emma. Non ci credete? Provate ad ascoltare più attentamente…
Tex
È il 1948 quando Gianluigi Bonelli e Aurelio Galeppini danno vita al cowboy più longevo di sempre. Nell’immediato dopoguerra, Tex Willer spopola tra i giovanissimi e diventa l’eroe di numerose generazioni (e anche una delle punte di diamante della Bonelli).
L’attesissimo film arriva solo nell’85 e nonostante il protagonista sia interpretato da Giuliano Gemma, stella del genere spaghetti western, Tex e il signore degli abissi non riesce a guadagnarsi né l’affetto delle sale, né l’apprezzamento della critica. Questo buco nell’acqua, però, non scalfisce il successo del fumetto, arrivato a quota 737 albi e attualmente in corso.
Lupo Alberto
Il lupo più scanzonato d’Italia si appresta a soffiare cinquanta candeline nel 2023 insieme all’allegra fattoria Mckenzie e ai suoi strampalati abitanti. Realizzato da Silver prima nel formato a strisce e poi, dall’84, in quello a tavole, Lupo Alberto riesce a conquistare le simpatie dei lettori grazie alle battute pronte e alle randellate del cane pastore Mosè, apparendo persino sulle bustine delle caramelle gommose alla frutta.
Già nel ’77 vengono prodotti i primissimi episodi per Supergulp, trasmissione Rai dedicata ai fumetti, ma il picco di popolarità televisiva giunge vent’anni dopo con la serie animata vera e propria (1997-2002) in coproduzione con France 2 ed Europool. Una piccola curiosità musicale: la sigla della seconda stagione, Stress da lupo, è cantata da Gianna Nannini.
Valentina
L’ammaliante fotografa dal caschetto nero alla Louise Brooks appare per la prima volta sulle pagine di linus nel 1965, in un ruolo secondario. Fortunatamente, Guido Crepax cambia presto la dimensione narrativa di Valentina, creando un personaggio magnetico e sfaccettato, realistico e, allo stesso tempo, onirico.
Il primo tentativo di riadattare le storie di Valentina è Baba Yaga (1973), vittima, però, di numerosi tagli nel montaggio a causa della censura che scateneranno non pochi malumori da parte del regista Corrado Farina, anche se le scene eliminate verranno reintegrate in occasione del quarantesimo anniversario.
Nel 1989 è invece la volta di Valentina, serie di 13 episodi in onda su Italia 1 e prodotta tra Francia e Spagna.
Corto Maltese
Il marinaio di Hugo Pratt alza le vele nel 1967 tra le pagine di Una ballata del mare salato, uno dei primi romanzi a fumetti italiano. Nelle 33 storie pubblicate fino ad oggi, si susseguono i suoi viaggi, esplorando le suggestive mete geografiche e gli anfratti nascosti dell’animo umano.
Nel 2002, viene distribuita l’omonima serie animata italo-francese (dove Luca Ward presta la voce al protagonista) di 26 episodi, quattro dei quali vengono eliminati dalla programmazione per poi essere uniti nel lungometraggio Corto Sconta detta Arcana (Corto Maltese – La cour secrète des Arcanes), sempre dello stesso anno.
Nel 2018, viene annunciata la produzione francese di un film in live-action che, al momento, risulta tuttavia sospesa.
La Pimpa
“Papà, disegnami un cane!”. Se oggi esiste la cagnolina con le macchie rosse, lo dobbiamo alla figlia di Altan. Nel 1975, ha inizio la pubblicazione delle sue avventure sul Corriere dei Piccoli, che prosegue fino alla chiusura della rivista nel ‘94.
Nel frattempo, la Rai trasmette la prima delle quattro serie ispirate alla Pimpa esattamente quarant’anni fa. Nel 1997, Enzo D’Alò dirige Pimpa – Le nuove avventure, poco prima di realizzare La gabbianella e il gatto. Le altre due serie vengono prodotte nel 2010 e nel 2015, a dimostrazione dell’immutata popolarità della Pimpa, del baffuto Armando e dei loro trecento-tre amici (come dice una delle sigle).
Naturalmente, ci sono numerosi altri fumetti che hanno avuto un adattamento in televisione o al cinema: chi comprava le merendine della Kinder&Ferrero ricorderà senz’altro il periodo di Monster Allergy, dei CD-ROM e dei personaggi nelle confezioni. Magari, qualcuno penserà ai soldati delle strisce di Sturmtruppen (Bonvi) o alla parodia dei western fatta da Cocco Bill (Jacovitti); a qualcun altro, piuttosto, tornerà in mente Angel’s Friends nei pomeriggi di Italia 1.
Che siano di nicchia o meno, i fumetti in Italia hanno sempre trovato occhi pronti a leggerli e ad appassionarsi, ma, per quanto riguarda le trasposizioni fuori dalla carta stampata, forse c’è ancora un bel po’ di strada da fare, a maggior ragione se ci soffermiamo sull’enorme potenziale di alcuni (uno su tutti, Dylan Dog). Non resta, allora, che incrociare le dita e aspettare tempi più maturi, dove i fumetti (e l’animazione in generale) smetteranno di essere visti come un prodotto di nicchia, persino infantile a prescindere.
di Joanna Dema
Sono Joanna, senz’acca e con la J di Just Dance, per quanto sia un pezzo di legno. Non sono molto brava a parlare di me seriamente, perciò preferisco che lo facciano gli altri. Essendo nata nel ’98, dovrei avere più di vent’anni, ma ho iniziato a contarli al contrario perché la gente non me ne dà più di quindici. Pare che a quaranta sia una bella cosa. Si spera di arrivarci, apocalisse permettendo. Spero anche di finire la magistrale in traduzione prima che sia lei a finire me, ma ride bene chi ride ultimo…
Non fiori, ma cioccolatini (a un primo appuntamento)
Note
- Shea Hennum, 2016, Moebius and Beyond: An Introduction to European Comics, Paste Magazine.
- Rat-Man e la Rai, http://www.animeita.net/focus/6