Premessa
«TV… Oh, I remember those. We still have one of those in my gym»
-dalla serie tv Hbo Succession
Quando alla riunione di Redazione abbiamo deciso che il tema dell’Editioriale del mese sarebbe stato la televisione, siamo entrati in un brainstorming vorticoso e abbiamo passato più di un’ora a tirare fuori spunti, a ricordare programmi non più in onda – da Fuori orario a Jersey Shore, ché siamo gente eclettica – e ad elogiare Belve di Francesca Fagnani.
La televisione, si dice, è un medium morto. Il telecomando, che ci fa fruire passivamente l’intrattenimento proposto, sembra obsoleto rispetto al cellulare che ci permette invece di partecipare alla comunicazione con un ruolo attivo.
Eppure, la tv generalista sta ancora benissimo. Non solo Don Matteo e le altre fiction di Rai1 (che restano comunque i programmi che collezionano più share), ma tutto il palinsesto rimane uno strumento potente, che può parlare a una nazione intera e che, oggi, cerca di sopravvivere grazie ai social. Le recenti edizioni di Sanremo sono state quelle più seguite degli ultimi anni: diamo il merito anche all’engagement della fascia dei giovani, che seguivano Blanco e twittavano in tempo reale. Tra sconosciuti che partecipano al Collegio e passano poi sul web a fare i content creator e personaggi nati su Instagram che trovano una ventata d’aria fresca partecipando a Pechino Express o andando a presentare il proprio libro a Verissimo, la compenetrazione tra i due media è cruciale per la sopravvivenza di entrambi.
C’è poi un’altra questione, quella dello status. L’”andare in televisione” conferisce ancora prestigio agli occhi di chi sta al di là dello schermo: se sei un influencer e vieni ospitato da Fabio Fazio, vieni consacrato agli occhi della popolazione adulta. Questo mezzo è quindi un modo per metterci in comunicazione con quella fetta di popolazione diffidente verso le icone del mondo pop contemporaneo, che, peraltro, non subisce il fascino dell’altra componente fondamentale della televisione per noi GenZ: il Trash. Quanto ci fa sentire bene commentare i falò di Temptation Island o ciò che scaturisce dai salotti di Mara Venier? Consapevoli della grossolanità dei contenuti, ci coccoliamo ascoltando le esternazioni di Malgioglio e i pianti in diretta di C’è Posta per te.
In questo Editoriale abbiamo esplorato il mondo televisivo sotto diversi aspetti, riconoscendo il fascino che ha ancora sulla nostra generazione, senza però dimenticare tutte le problematiche sullo sfondo (la mancanza di contraddittorio nei talk, l’enfasi sulla sofferenza altrui che scade quasi in una pornografia del dolore…).
Per quanto se ne dica, insomma, la televisione resisterà ancora per molto. Non ci resta dunque che augurarvi buona vision…anzi, buona lettura!
La Redazione
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