Non vi preoccupate, c’è il Mare Fuori
In Italia, ci sono tre categorie di telespettatori al momento: quellə che hanno amato Mare fuori sin dall’inizio, quellə che, per curiosità, hanno cominciato a guardarla per l’hype e quellə che davvero non si spiegano tutto questo clamore attorno a una serie che, apparentemente, è solo un teen drama ambientato in un carcere di Napoli. Bene, io sono qui per spiegare alla terza categoria il motivo di tutto questo rumore, magari anche provando a convincervi che ne valga davvero la pena.
Mare fuori è una fiction italiana prodotta da Rai Fiction e Picomedia, distribuita a partire dal 2020. Il titolo rimanda al paesaggio al di fuori delle sbarre che i carcerati spesso si ritrovano a osservare pensierosi, riflettendo sulle azioni che li hanno portati in quell’IPM (istituto penitenziario minorile). Si tratta di un racconto corale, ma la narrazione si sofferma in particolare sui due co-protagonisti: Carmine Di Salvo, che vuole costruirsi un futuro onesto nonostante la famiglia camorrista, e Filippo Ferrari, promettente pianista di una famiglia benestante milanese, il quale, però, a seguito di un fatale incidente, viene arrestato e rinchiuso. I due finiscono per essere compagni di stanza e anche amici, cercando di superare le differenze apparentemente incolmabili. Ovviamente, la vicenda si complica, con un cast corale di personaggi tra carcerati, guardie, famiglie e lotte di potere. Menzione speciale per gli ormai divenuti celebri cartelli, che servono ad indicare nei flashback tra quante ore il malcapitato di turno verrà arrestato. Insomma, si potrebbe quasi paragonare a Skam ma con l’ambientazione di Orange is the new black. Questo mix di prison drama e teen è stato determinante per la crescita repentina di questa serie, ma non è l’unico fattore.

Il soggetto di Mare fuori (di Cristiana Farina e Maurizio Careddu) è rimasto a lungo solo un’idea, prima della realizzazione effettiva. Roberto Sessa, produttore di Picomedia, spiega che «ci sono voluti anni per arrivare in porto. Probabilmente, quando è stata ideata, i tempi non erano ancora maturi perché si tratta di una serie che parla in modo molto vero e realistico del mondo dei ragazzi. Non a caso non ci sono altre serie così, ambientate in un carcere minorile1». Ben presto, la serie acquista notorietà, tanto che Sessa comunica l’arrivo di una seconda stagione, le cui riprese iniziano ad aprile 2021. A gennaio 2022 viene confermata anche la terza e due mesi dopo, mentre la stagione è ancora in lavorazione, viene rinnovata anche per una quarta e quinta. Come si spiega una tale frenesia?
Sicuramente, uno dei motivi che rendono Mare fuori molto interessante dal punto di vista televisivo, e non necessariamente del contenuto, è la modalità di distribuzione, che l’ha resa un vero e proprio case study. Le prime due stagioni sono state trasmesse in prima visione (rispettivamente, nel 2020 e 2021) su Rai2 e, qualche ora dopo la diffusione sulla TV lineare, gli episodi venivano aggiunti al catalogo di RaiPlay. Hanno fatto eccezione solo gli episodi 1 e 2 della seconda stagione, distribuiti invece da RaiPlay due giorni prima della trasmissione su Rai2.
In un primo momento, Mare fuori non è riuscito subito a fare breccia nel pubblico. Era infatti inevitabile un confronto con la serie Gomorra (Sky) dato il contesto criminale, oltre che una saturazione dell’immaginario di Napoli in prodotti audiovisivi negli ultimi anni. Ciononostante, man mano che la serie procedeva e le storie dei ragazzi si intrecciavano, ha iniziato a guadagnare un certo seguito (6.3% – 7.5%, a volte superando il mezzo milione di spettatori medi2). Tuttavia, Rai faceva ancora fatica a valorizzare questa serie nonostante la nascita e crescita, seppur nascoste, di un primo fandom.
La seconda stagione ha segnato un momento di crisi: i numeri non erano buoni (sotto il 5% di media3), sebbene la trama stesse prendendo una forma sempre più definita, e la corsa di Mare fuori ha così rallentato. Tuttavia, la serie ha potuto contare sul coinvolgimento social degli attori protagonisti, forse il motivo principale per cui si è risollevato lo share nell’ultimo episodio a 7.5%, in modo quasi inaspettato. Le sorprese però non finiscono qui: con il finale della seconda stagione, l’ondata di Mare fuori inizia ufficialmente. Rai ha stretto accordi4 con HBO Max, WarnerMedia Latin America e altre emittenti in Svezia, Israele, Turchia, oltre che la vendita di diritti per adattamenti locali in Francia e Spagna. Compreso il vero potenziale, Rai ha quindi deciso di rinnovare Mare fuori per una terza5 e quarta stagione6.
Insomma, il momento sembrava propizio per Rai per sfruttare al massimo questo titolo, data l’attenzione crescente. Eppure, nella primavera 2022, la Rai ha perso i diritti di distribuzione per cederli a Netflix, una mossa che lascia decisamente perplessi7. Perchè cedere il prodotto streaming del momento a un colosso delle piattaforme? Formalmente, la responsabilità è di Picomedia: la Rai aveva esercitato i propri diritti free per l’on demand per un periodo di protezione, ma una volta terminato, Picomedia ha esercitato i propri diritti SVOD8, chiudendo l’accordo. Rai avrebbe potuto almeno ritardare questo momento, visto che ha tenuto i diritti della seconda stagione solo per pochi mesi (messa in onda dal 17 novembre al 22 dicembre 2021). Tuttavia, il passaggio a Netflix si è rivelato altamente proficuo: Mare fuori viene interamente rimossa da RaiPlay e le prime due stagioni aggiunte al catalogo di Netflix il 10 giugno 2022. Da quel momento, il fenomeno è esploso: la serie divenne un cult, attirando molta attenzione anche dalla critica9. Le prime due stagioni sono state in classifica nella top 10 delle serie più viste per 18 settimane.
Infine, la terza stagione è stata rilasciata in anteprima esclusiva dal 1 febbraio 2023 su RaiPlay, prima della messa in onda su Rai2. Nella stessa data, RaiPlay è tornata in possesso anche dei diritti delle prime due stagioni, che, dunque, rientrano nel catalogo, ma rimangono in contemporanea anche su Netflix: un ottimo compromesso per massimizzare la portata della audience.

Cristiana Farina racconta a “TV Sorrisi e Canzoni” che il grande successo su Netflix in realtà parte da una già grande popolarità ottenuta su RaiPlay: «Il primo vero exploit lo avevamo avuto sulla piattaforma in streaming della Rai con quasi 60 milioni di visualizzazioni. Poi, è arrivata Netflix con il suo enorme potere comunicativo che viaggia sui social. I nostri protagonisti sono giovani: se ognuno di loro coinvolge 300 mila coetanei, siamo già a tre milioni di spettatori…».
L’arrivo su Netflix, dunque, consacra definitivamente la serie: la piattaforma è garanzia di qualità produttiva, quindi se un titolo vi compare, è perché decisamente ne vale la pena. Inoltre, ogni novità di Netflix viene promossa ampiamente sui social, il passaparola più efficace che ci sia, e ben presto Mare Fuori diventa un fenomeno che travalica i confini nazionali italiani, supportato dalla diffusione via web.
Non è la prima volta che Rai e Netflix collaborano (L’isola delle rose di Netflix era finito anche in prima serata su Rai1), ma questo fenomeno potrebbe inaugurare una nuova fase di cooperazione tra le due aziende: Netflix implementerebbe più contenuti non original e consoliderebbe il nome Rai, la quale, a sua volta, troverebbe un bacino più ampio di pubblico, sempre allineato con il target previsto.
Inutile dire che, oltre a questa storia distributiva, ciò che fa funzionare così bene Mare fuori è l’aver centrato il pubblico target con i suoi temi e personaggi. Dice Farina: «Le nostre storie vanno dritte al cuore dei ragazzi che la guardano. I nostri personaggi non sono mai bidimensionali, non c’è mai una divisione netta tra bene e male, e così si finisce per affezionarsi anche a quelli che hanno fatto cose orribili. Perché grazie agli adulti che li circondano, si capisce che la loro violenza è in realtà un grido di dolore. E se qualcuno gli tende la mano, hanno una speranza, vedono la luce in fondo al tunnel»10.
Anche Carolina Crescentini (nella serie Paola Vinci, la direttrice dell’IPM) sottolinea l’importanza della speranza: «Mi sono innamorata di Mare fuori subito dopo avere letto la sceneggiatura perché trattava un argomento importante. Del carcere, in particolare di quello minorile, non si parla mai e invece bisogna sapere che chi è lì dentro ha bisogno di aiuto e di strumenti utili a non commettere più gli stessi errori. Una volta, per un altro progetto, sono andata nel carcere di Poggioreale e ho scoperto che di solito sono sempre le stesse persone a fare ‘entra ed esci’. La funzione degli educatori è fondamentale, e noi in Mare fuori lo raccontiamo»11.
Insomma, se le vicende travagliate dei giovani carcerati non vi entusiasmano particolarmente, men che meno un interesse più tecnico sul retroscena produttivo di questa fiction e nemmeno le parole di Corinna di Boris (ovvero Crescentini, N.d.A.), non mi resta che augurarvi buona fortuna a sopportare l’attuale ondata di questo “mare fuori”, che non sembra retrocedere e non lo farà per un bel po’.
Nun te preoccupa’ guaglio’, ce sta o’ mar’ for’!

Note:
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- “Mare fuori”, i segreti del suo sorprendente successo | TV Sorrisi e Canzoni
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Editoriale · L’Eclisse
Anno 2 · N° 11 · Aprile 2023
Copertina di Maria Traversa e Matteo Capra.
Hanno partecipato alla realizzazione di questo editoriale: Greta Beluffi, Matteo Capra, Michele Carenini, Anna Cosentini, Joanna Dema, Clara Femia, Eugenia Gandini, Marta Gatti, Chiara Gianfreda, Nikolin Lasku, Rosamaria Losito, Matteo Mallia, Erica Marchetti, Laura Maroccia, Giovanni Melli, Marcello Monti, Valentina Oger, Alessandro Orlandi, Matteo Paguri, Luca Ruffini, Arianna Savelli, Tommaso Strada, Vittoria Tosatto, Marta Tucci, Marta Urriani, Adriano Zonta.