Si va in onda: la Storia del televisore
Al giorno d’oggi, siamo talmente abituatə a passare molto (e spesso troppo) tempo davanti ad uno schermo che è forte il rischio di dare per scontata l’immensa rivoluzione tecnologica che ha permesso tutto ciò. La normalità e l’agio con cui si guardano distrattamente le storie su Instagram o le serie di Netflix potrebbero far impressione a chi è cresciutə con una televisione capace di ricevere solo tre canali. Il televisore, ormai un elemento imprescindibile dell’arredamento domestico, è frutto di un’impressionante sinergia di competenze e di brillanti intuizioni, un pezzo di storia dell’umanità che, certamente, merita di essere ricordato e valorizzato. L’intenzione è, quindi, di proporre una visita guidata attraverso le tappe tecnologiche fondamentali di questa strabiliante rivoluzione della comunicazione e dell’intrattenimento.

L’idea dietro alla televisione – la trasmissione elettronica di immagini in movimento – si può ricollocare all’invenzione del telegrafo nel 1837: man mano che i suoi cavi cominciavano a collegare nazioni e oceani, era inevitabile il desiderio di migliorare ulteriormente le tecniche di comunicazione, come, ad esempio, la trasmissione della voce, oltre che le linee e i punti del Morse, e addirittura immagini. Il pilastro in tale campo è l’italiano Giovanni Caselli, abate e inventore del pantelegrafo nel 1860, un dispositivo di telecomunicazione in grado di riprodurre qualunque segno grazie ad una scansione per linee successive, esattamente come avviene nei primi prototipi di televisione: un pendolo viene fatto oscillare grazie a degli impulsi elettrici che regolano il suo moto, alla sua estremità è posto dell’inchiostro isolante che viene inciso su un sottile foglio di metallo; ad ogni sua oscillazione una nuova linea dell’immagine viene tracciata fino a comporla nella sua interezza.

Tuttavia, il problema principale del pantelegrafo era la riproduzione della linea una per volta, rendendo la visualizzazione dell’immagine estremamente lenta. La soluzione a questo fu il disco di Nipkow (1883): si tratta di un disco analizzatore metallico sul quale sono praticati dei fori disposti a spirale in posizioni progressivamente più esterne e ognuno di essi codifica una parte di informazione. Se si gira il disco, si possono analizzare le immagini riga dopo riga, dopodiché un dispositivo elettrico posto dall’altra parte trasforma le variazioni di luminosità dei fori in impulsi elettrici. La disposizione spiralica garantisce che tutte le linee vengano scansionate contemporaneamente, dando l’illusione di un’immagine in movimento.
Successivamente, nel 1925 l’inglese John Logie Baird mise in commercio la prima televisione meccanica: il sistema di scansione era basato su un disco di Nipkow che girava davanti a degli elementi sensibili di selenio, in modo da ottenere un valore elettrico corrispondente alla luminosità di un punto dell’immagine, riga dopo riga. I segnali ottenuti venivano inviati via radio ad un visore costituito da un altro disco di Nipkow sincronizzato rispetto a quello dello scanner, che girava davanti ad una lampada al neon comandata dal segnale modulato a seconda della luminosità dei punti letti istante dopo istante.
Un tassello fondamentale nella realizzazione del televisore fu l’invenzione dei tubi a raggi catodici, ad opera del fisico tedesco Karl Ferdinand Braun nel 1897: essi consistono in un tubo a vuoto, in cui la differenza di potenziale applicata permette di visualizzare un segnale elettrico, ovvero un fascio di elettroni, su uno schermo luminescente (gli elettroni urtano contro uno strato di fosforo rendendolo fluorescente).
Il primo televisore elettrico è stato realizzato nel 1928 dall’inventore americano Philo Taylor Farnsworth ed era basato sull’implementazione dei tubi a raggi catodici, adatti sia a scansionare che a ricevere le immagini. La brillante intuizione dell’intellettuale statunitense fu proprio quella di comprendere che solo gli elettroni sono abbastanza veloci da trasportare l’informazione di un’immagine in movimento.
La prima televisione elettrica è stata messa in commercio dalla Telefunken nel 1933, tuttavia a seguito della Grande Depressione in America e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale frenarono la ricerca dei “beni di lusso” a favore di materiale bellico. Occorrerà attendere la fine del disastroso conflitto prima di vedere degli ulteriori passi avanti: nel 1947, viene introdotta la possibilità di poter elaborare contemporaneamente segnali audio e video, invece di utilizzare due trasmettitori e ricettori diversi.
Già durante gli anni ‘50 cominciava ad emergere l’idea della trasmissione di segnali a colori, basata fondamentalmente sulla scansione delle componenti di colori fondamentali RGB (rosso, verde, blu) e sulla sua riproduzione su schermi mediante fosfori complessi, composti da tre elementi più piccoli, uno per ciascun colore. Considerato che il segnale RGB era perfettamente compatibile anche su televisori in bianco e nero (che ovviamente non ne riportavano la cromaticità), l’ascesa del colore in televisione avvenne solo due decenni dopo.
Uno dei più grandi svantaggi del tubo a raggi catodici è che richiedono una sufficiente distanza per condurre il fascio di elettroni. Di conseguenza, fu fondamentale l’avvento della televisione digitale negli anni ‘90 prima di poter pensare a costruire apparecchi televisivi sempre più sottili. La televisione analogica si basava sulle variazioni in ampiezza di onde radio trasmesse dalle stazioni: oggi, la televisione digitale converte il segnale in codice binario, una sequenza di bit 0 e 1, in modo da ottenere un’informazione più precisa, che non si degrada a grandi distanze e che richiede una larghezza di banda minore (il range di frequenze richiesto è minore rispetto all’analogico).

Grazie all’implementazione dei pixel (picture element, ossia l’unità minima di superficie di un’immagine digitale) la riproduzione su schermo non si basa più sulla scansione di linee ma sull’accostamento di tante unità di ridotte dimensioni che migliorano la qualità e la nitidezza su schermo.
Per concludere, la storia della televisione è estremamente dinamica, al punto che, negli ultimi anni, anche la linea di confine tra la televisione e il computer è diventata sempre più sbiadita: entrambi, ormai, si possono collegare ad internet, garantendo la fruibilità di contenuti “on demand”; il focus non è più avere tanti canali, ma piuttosto la facoltà di scegliere autonomamente i propri contenuti. Ci sarebbero almeno una dozzina di persone che potrebbero, a ragion veduta, definirsi “l’inventore della televisione” e fa impressione notare come modelli e prototipi inventati a pochi anni di distanza siano completamente diversi tra loro. Il comune denominatore per ognuno di essi resta la straordinaria tendenza dell’umanità al cambiamento, dallo studio delle più piccole particelle si è riusciti a rivoluzionare per sempre la comunicazione a livello globale e oltre.