Gli incontri spettrali della famiglia Wyrick
Se le attività paranormali siano solo frutto della nostra fantasia, oppure qualcosa che sconfina nella realtà e che tendiamo a sottovalutare, è un mistero a cui noi esseri umani cerchiamo di dare risposta da secoli. Quando parliamo di questi argomenti, tendiamo a ricollegare automaticamente le esperienze paranormali al mondo dei morti, e se c’è qualcosa di cui siamo certi nella vita, è proprio la morte.
Dunque, a volte è stato necessario cercare di varcare il confine fra questi due mondi, per quanto sottile esso possa essere.
Come abbiamo detto, questo tentativo non è assolutamente recente, anzi: la traccia più antica di rituali legati alla morte e alla sepoltura risale a 90 mila anni fa, nella tomba di un cacciatore ritrovata in Israele, dove alcune pratiche funerarie sono state interpretate come l’opera di sciamani che fungevano da “intermediari” fra questo mondo e l’altro.
Nel corso dei secoli sono emerse ulteriori testimonianze del rapporto fra l’essere umano e l’Oltretomba; nel Medioevo, la Chiesa tentò da una parte di arginare il fenomeno (spingendo spettri e fantasmi nell’area delle manifestazioni diaboliche), ma dall’altra lo alimentò, proponendosi come intermediario tra la vita e la morte.
Tutto si volge quindi su un punto fondamentale: è sempre necessaria la presenza di qualcuno capace di varcare questo confine tra vita e morte. E come gli sciamani o la Chiesa, più recentemente un altro personaggio, ben diverso da quello che ci aspetteremmo, ricoprì questo ruolo. Una bambina di nome Heidi Wyrick.
Tra gennaio e febbraio del 1989 la famiglia Wyrick si trasferì nella piccola cittadina di Ellerslie (Georgia, Stati Uniti). Mamma Lisa, Papà Andrew e la figlia di tre anni Heidi. Pensavano fosse il momento adatto per un nuovo inizio, lontano dalle grandi metropoli americane, dove avrebbero potuto costruire serenamente il loro nucleo famigliare.
Come ogni trasloco, la situazione risultò stressante per tutta la famiglia, specialmente per Heidi che ai tempi aveva solo tre anni. Lisa giustificò così, inizialmente, il nuovo amico immaginario della figlia, comparso nel momento in cui arrivarono ad Ellerslie e di cui Heidi parlava insistentemente.
Una ricerca dell’Università di Washington fatta nei primi anni 2000 rivela che due terzi dei bambini hanno un amico immaginario, con cui dialogano e giocano prima di prendere sonno, o nel ritorno da scuola, o se si ritrovano da soli a casa. Forse questo era il modo per Heidi di sentirsi meno sola in un nuovo posto.
L’amico immaginario di Heidi, però, non era come gli altri e forse non era nemmeno frutto della sua immaginazione. Era il fantasma di James Gordy, l’uomo che anni prima aveva abitato la casa in cui si erano trasferiti i Wyrick, e che scomparve nel 1974.
Ciò che suonò un campanello d’allarme per Lisa fu il fatto che l’amico immaginario di sua figlia fosse un uomo e non qualcuno della sua età. Raramente giocavano, piuttosto facevano lunghe chiacchierate in giardino per tutto il freddo inverno dell’89, e nonostante Heidi avesse solo tre anni si sforzava di mantenere conversazioni ad alta voce con l’aria attorno a lei, per poi andare a sedersi sull’altalena, come aspettando che qualcuno la spingesse. Teneva anche spesso la mano sospesa nel vuoto, come se stesse tentando di afferrare quella di qualcun altro.
Lisa pensò che tutto questo fosse strano, sinistro; avvertì Andrew, ma inizialmente non presero provvedimenti, completamente ignari della vera natura del signor Gordy.
Un pomeriggio Heidi andò a rispondere al campanello della porta d’ingresso, che suonava ripetutamente. Vide un uomo con una mano ferita e sangue fresco su tutti i vestiti. Disse che il suo nome era “Con”. La bambina corse da sua madre per avvertirla, ma quando Lisa giunse alla porta, non c’era nessuno. Immediatamente pensò che fosse un uomo che aveva tentato di rapire Heidi ed era fuggito, ma era consapevole che per via della sua ferita, era consapevole che non sarebbe potuto arrivare lontano.
Passò la notte a cercarlo con Andrew per tutto il quartiere, ma senza successo.
I genitori di Heidi iniziarono ad esprimere grossi dubbi sulla situazione con le persone che li circondavano. Joyce, la sorella di Lisa, si trasferì nella casa a fianco a quella dei Wyrick, nella speranza di poter stare vicina a sua sorella e aiutarla a ritrovare l’entusiasmo che aveva appena arrivata a Ellerslie.
Lisa si sfogò a lungo con Joyce, e quest’ultima decise di fare delle ricerche sugli uomini apparentemente visti da Heidi. Scoprirono così chi fosse il signor Gordy.

Appresa la notizia, i coniugi andarono nel panico. Lisa prese la decisione di parlare con Heidi del fatto che mister Gordy fosse in realtà un uomo morto; rimase profondamente stupita dalla sua reazione, molto diversa da quella che si aspettava. Invece che piangere, arrabbiarsi, non crederle o negare come avrebbe fatto qualcuno della sua età, Heidi mantenne la calma e chiese solamente di poter visitare la tomba del suo “amico”.
Lisa accettò la proposta e quando la portò al cimitero, Heidi riconobbe autonomamente quale fosse la tomba del signor Gordy, nonostante non sapesse leggere.
Per testare ancor di più le conoscenze di Heidi su quell’uomo dal passato, i genitori le fecero vedere alcune foto dei proprietari precedenti della casa. Fra queste persone, la bambina riconobbe Con, l’uomo dalla mano insaguinata che si era presentato alla loro porta. Con, però, era morto di cancro nel 1957: ancora una volta Heidi era entrata a contatto con un fantasma.
I genitori provarono a distrarre Heidi con nuovi giocattoli, vestiti, persino un cane: quest’ultimo visse però i mesi nella casa in preda al terrore, abbaiando continuamente ad angoli vuoti. Un giorno scappò e non tornò mai più.
Con il passare del tempo, Heidi non fu più la sola a vivere queste esperienze sovrannaturali: anche i genitori iniziarono a prendervi parte, vedendo oggetti e sedie muoversi o credenze e porte aprirsi e chiudersi da sole. Di notte Lisa udiva anche voci provenire da sopra il letto: bisbigliavano il suo nome.
A volte tutti e tre si svegliavano con profondi tagli sui loro visi.
Non avendo le possibilità economiche di lasciare la casa e ricominciare ancora una volta, la famiglia vi rimase per anni, cercando di giustificare questi accadimenti come azioni della figlia stessa, che aveva forse fatto correre fin troppo la sua immaginazione.

Nel 1994, la coppia ebbe un secondo figlio, Jordan. Anche lui dai tre anni iniziò ad entrare in contatto con gli spiriti. Purtroppo, con il passare degli anni, capirono che il signor Gordy e Con non erano gli unici ad abitare la casa: tramite l’aiuto di un pastore e una medium, la famiglia scoprì che vi erano anche degli spiriti “malefici” che vagavano tra il soggiorno e la camera dei genitori. Probabilmente erano questi spettri, demoniaci e rappresentativi del male, ad averli graffiati di notte.
Dunque, tremendamente spaventati dall’ennesimo episodio paranormale, i Wyrick cedettero e abbandonarono la casa.
Heidi oggi è una donna adulta, ma poco è cambiato: è ancora una figura intermediaria tra il mondo dei morti e quello dei vivi. Vede ancora i fantasmi e riesce ad entrarvi in contatto; riconosce se lo spirito sia di natura buona o cattiva, e se si tratta di quest’ultima, presenta disturbi anche a livello fisico, come una forte nausea.
Leggendo storie come queste, è importante fare una riflessione su che impatto le esperienze paranormali possano avere nella nostra vita quotidiana ad oggi: siamo abituati a pensarci con un po’ di curiosità, inquietudine, ma come qualcosa che si trova solo nella nostra fantasia.
Con lo sviluppo della ricerca e di Internet, molti faticano a credere che tutto ciò possa essere parte della realtà. È un approccio molto diverso dal passato, dove abbiamo visto che esperienze simili erano ricollegate a fatti religiosi o di contatto con i defunti.
Trovarsi faccia a faccia col mistero porterebbe quindi a reagire in maniere differenti; solitamente però, ciò che accomuna tutte le esperienze simili a quelle della famiglia Wyrick, è l’immediata negazione di ciò che sta accadendo da parte dei coinvolti. Questa risposta porta ad ad ignorare, inevitabilmente, il problema.

Non attuando cambiamenti nella propria realtà, la famiglia Wyrick ha continuato ad essere sempre più a contatto con le attività paranormali. Se avessero lasciato immediatamente la casa, comprendendo a fondo la minaccia fin dalle prime scoperte sul signor Gordy, non avrebbero vissuto anni nel terrore.
Al contempo, forse non avrebbero mai compreso il “potere” di Heidi.
Probabilmente non riusciremo mai a dare una giustificazione scientifica al tormento della famiglia Wyrick; per i più scettici, è solo invenzione dalla mente di una bambina.
Quello che sappiamo è che storie come questa di accadimenti paranormali ci hanno seguito finora nella storia, e molto probabilmente continueranno a farlo.
E i prossimi a poterne fare da testimoni potremmo essere proprio noi.
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